1647: ''alcuni statuti o convenzioni o capitoli regolanti i rapporti tra l’Università di Vallata-Chiancone e la sua feudataria la sig.ra Fulvia Del Tufo'' - A cura del Prof Severino Ragazzo

1647:”alcuni statuti o convenzioni o capitoli
regolanti i rapporti tra l’Università di Vallata-Chiancone e la sua feudataria
la sig.ra Fulvia Del Tufo”

A cura del Prof Severino Ragazzo.
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I patti che si debbono osservare e stipulare a favore dell’Università di Vallata sono:

1) che i feudatari vogliano osservare i Capitoli dell’Università di detta Terra e i suoi privilegi secondo il loro contenuto e tenore:
2) che la feudataria restituisca la Mezzana malamente levata all’ Università;
3) che la Portulania si esiga secondo l’uso antico;
4) che non si paghino le terre stagliate né che si possa prendere la mezza sementa o la tredicesima parte.
5) che i terraggi si esigano all’uso antico,una su tredici e non alla mezza sementa;
6) che la feudataria nomini il Capitano e che sia un dottore.
7) che la feudataria faccia osservare la Pennetta antica dal Mastrodatti e che nomini il Mastrodatti e il Capitano che non siano della Terra di Vallata.
8) che restituisca i territori siti a Magiano;
9) che non possa procedere né civilmente né criminalmente contro qualsiasi Cittadino o di Vallata o forestiero che abbia aiutato l’Università o sollevato il popolo;
10)  che non si debba dare strenna alcuna se non a piacere del cittadino;
11)  il popolo di Vallata non intende pagare alcuna cosa per la Mezzana vendutale per difetto dell’erario,stante che le entrate non si sono mai vendute con garanzie né che i censi sono stati presi alla fine di ogni anno di intesa con il Governo;
12)  in più i Cittadini vogliono pagare il terraggio con una ogni tredici e non con la mezza sementa;
13)  in più i cittadini vogliono un conto distinto dei novecento ducati riscossi a motivo del donativo fatto precedentemente e sapere dell’ammontare del donativo medesimo;
14)  in più i cittadini vogliono poter andare a seminare anche fuori del proprio territorio dovunque a loro aggrada;
15)  in più vogliono che si esigano i censi che da quindici anni spettano ai sindaci;
16)  in più si vuole che i Signori di detta Terra non si intromettano a creare difficoltà al governo né a rivedere i Conti dei sindaci…..
17)  in più vogliono che gli atti della Mastrodattia si tassino da due persone competenti;
18)  che i Signori e i Patroni di detta Terra non debbono fare più canali e siepi in nessun luogo contro i vassalli;
19)  in più vogliono che tutte quelle persone che abbiano contravvenuto a Bandi o abbiano fatto alcun eccesso contro qualsivoglia persona a scopo di difendere il popolo non possano essere punite da nessuno né da ufficiali e né in un prossimo futuro;
20)  in più non intendono pagare i trecento ducati a causa dell’erario ma si offrono loro medesimi a prestare l’erario;
21)  in più i cittadini vogliono che siano reintegrati nell’antico possesso e pascolo del territorio di Magiano,Mezzana e Piano delle rose e tutti gli altri territori pertinenti all’università;
22)  in più vogliono che sia tolta la Portulania perché è una imposizione;
23)  in più vogliono che il tomolo sia formato di 24 misure;

La donna Fulvia Del Tufo,Patrona di Vallata, conferma quanto detto sopra.

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Osservazioni:

Il Privilegio: vantaggio particolare rispetto ad altri nel nostro caso a favore dell’università.
Terraggio o Terratico: canone da pagare per l’affitto dell’erba di un terreno.
Masstrodatti: termine antico per indicare un notaio.
Il Capitano: indica il magistrato del feudo.

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    I cittadini di Vallata in questi statuti rivendicano i territori di Magiano, Mezzanella o Mezzana valle donne e Piano delle rose perché consapevoli che questi sono demani comunali e ingiustamente tenuti in possesso del feudo. Bisognerà attendere le leggi eversive sulla feudalità del periodo murattiano per averne il riconoscimento.
    I vallatesi rivendicano che il tomolo (3333,3 metri quadri) sia di 24 misure (138,8 metri quadri), perché evidentemente veniva usato a volte il tomolo in uso nei paesi vicini che è superiore.
    Vogliono che il Mastrodatti e il Capitano siano dottori in legge e che siano forestieri per assicurarsi l’imparzialità nel loro operare.

    Il 1647 è anche l’anno della rivolta di Masaniello e le ripercussioni si fanno sentire anche a Vallata tanto che i vallatesi chiedono che nessun provvedimento sia preso verso coloro che simpatizzano per il cambiamento.
    Chiedono un conto distinto e di conoscere l’ammontare del donativo fatto 6 anni prima di ducati 900 da parte di Francesco Del Tufo padre della attuale feudataria all’Università a causa dell’impossibilità di poter onorare le tasse verso il regio fisco. Era quello un periodo che il viceré imponeva sempre più tasse a motivo delle spese sempre maggiori che la Spagna faceva per la guerra con gli altri Stati.
    Vogliono che il terraggio sia pagato con il sistema di una su tredici e non a mezza sementa per ridurre il costo.
    Vogliono autonomia nei loro conti pubblici senza intromissione del feudo.
    La strenna è il regalo che si era abituati a dare ai proprietari.
    Vogliono che la feudataria non faccia valloni e siepi allo scopo di recintare i terreni costruendo una vera e propria ‘difesa’ proibendo così l’uso civico.
    Vogliono essere liberi di poter andare a pascolare e seminare anche fuori dal proprio territorio,e questo è dovuto alla presenza indistinta di terreni sul Formicoso.
    Da notare la dicitura nell’atto di “Vallata- Chiancone”,molto probabilmente la via di Chianchione è diventata nel tempo un termine di identità di Vallata a ricordo della tremenda battaglia del 1496.
    Siccome la maggior parte degli impegni presi non saranno mantenuti, viene da pensare che la feudataria li abbia sottoscritti sulla pressione del moto di rivolta di quegli anni e anche perché a breve dovrà vendere il feudo a Giovanna Della Tolfa Orsini perché gravata da difficoltà economiche.
    Se poi si tiene conto che 9 anni dopo ci sarà la peste che decimerà la maggioranza della popolazione, bisogna pensare che Vallata in quel periodo era sicuramente in cattive condizioni.

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