Poiché … la mia “” Vallata “” - Italo

Poiché … la mia “” Vallata “”


     O ché più richiami in monotone pause , - dagli isterici rintocchi -
     Il risveglio dell’antico Borgo.
     Or in su l’inerpicar della via Ponente al Bel-vedere sul venerato Soglio della Santa-Maria ; che, nell’adorno silenzio in fra i colli di alterni rilievi, placida si pronuncia la Vallata. A notte fonda tra il brulicare delle irrequiete lucciole, romantica coi chiarori di argentea luna, in riflessi da lacrime di fresca brina, t’allieta la quiete.
     Nei piacevoli aloni di tigli e ginestre col menar nel lento cammino
     In fra le coste dai ripidi pendii sin verso le soffocate stesse pendici, minuta e silenziosa si racchiude la “ Pietade Cappella “ che nel mirar prosieguo per l’itinerante faticoso antico cammino al lieve piano delle “”Grazie “”si conclude.
     Non più il vecchio ponte tra gli insidiosi dirupi, tra i Yasconi boschi in fra le alterne toppe conduce al già Pagano cimelio. Sull’adorno consumato diroccato portale, ancora Bafomett soggiogante recita la tetra diabolica maschera. Nei successivi alterni significati religiosi, anche i Templari passaggi dalle ardite conquiste, doverosi vedevano le religiose pause. E nei suggestivi canti come sussurri al Sacro-Poggio nel sopor di sani intenti il clamore delle forsennate conquiste.
     Quivi ricordi a già religiose recite perpetuavano funzioni nei primaverili auspici
     Per si capiti miracoli da una “Madonna “ prodiga nelle sue grazie, che nella perpetuata incrollabile fede di umili pellegrini si vuole ragione.
     I sensibili meriti di tanta generosa natura, danno nel giusto un unico riferimento col sancire di tutto l’avvallo di “dorata conca” che nell’emerito appello: “” Vallata “” dall’evidente depressione; e dall’antiche brulle cime delle superbe alture a riprova nell’eco in ascesa, tangibili sono le apprensioni nelle torride notti d’Agosto, di misteriosi silenzi che cedono preludi di tellurici eventi.
     A dispetto di chi ignari delle vere origini fanno torto a quel Poeta
     misantropo naturalista che seppe l’etimologico riferimento non già per la naturale struttura , quanto per la intuita logica geofisica che nei patiti successivi disastri , tristemente gli danno ancora oggi tanta ragione.
     E nel volere ignota la sua arte, non adì ad alcun emulo se non per la già volontà di spontaneo contributo alla stessa sua gente, alimentando più nella fede le sofferte grazie, e non nelle fatiscènti intenzioni di oligarchici predoni arroccati ai loro egoismi, col voler decreti di infame sorti.

     Qui il mio canto ….!!!
     Io fanciullo dalle spensierate voglie, fragile nel trasporto alle suggestive
     primaverili funzioni, nostalgico in cuor porto riferimenti in ostinata fede.
     E saper di quanto ha voluto la dispettosa sorte a chi nel tramite non più credulo,con umili pensieri corteggia gli appetibili intenti per sacrali imperituri impegni.
     A quei posteri nel saper regole alle già sacre educate ragioni,voler sane le concluse culture delle più perspicaci intenzioni,il doveroso forte impegno a successivi, imperituri, non ché … utili, sagge conclusioni.

Vallata:
Sospiri,delusioni con tanta fantasia ….
Un’eterna recita

Italo Antonio Di Donato

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