Dai monti dell’Irpinia, alle solitarie battigie.. Io Vallatese - Il crepuscolo, la vela, il pendolo - Italo

Dai monti dell’Irpinia, alle solitarie battigie.. Io Vallatese
Il crepuscolo, la vela, il pendolo

      Tempo d’ autunno, la brina calava con le ultime ombre. Una vela all’orizzonte lenta solcava la sua rotta nel grigiore di luna calante, indistinta, baluginante la sua sagoma, come una penna di gabbiano scriveva il suo cammino su un diario azzurro, ove incerta tra le ultime tinte, spariva silenziosa. L’apprensione, sempre più strana, mi confondeva il pratico riferimento, trascinandomi tra l’angoscia e il silenzio in pensieri sempre più cupi.
      Il vento maestrale ungeva il vetro ormai opaco, storcendo le immagini, e tra i reflussi violenti di enormi schiume bianche, rumorose si infrangevano sui grigi scogli sollevando nuvole di vapori salmastri.
      Il confortevole tepore mi avvolgeva , e il percettibile lento vecchio motivo di "scandalo al sole" mi intontiva di strane sensazioni. Il conforto dei vari suppellettili mi facevano meno solo. Luccicante il piano bar in un invito di più ardite incalzanti tentazioni, voleva il suo ostinato compito. In cima alla parete prospiciente il piano-forte, il caro vecchio pendolo, che all’occasione si ripete con il suo ticchettio, senza mai turbare la piacevole angoscia che tante volte mi necessita per capire le fugaci essenze nell’incapacità di poterlo sentire in un torpore di soffocate ansie. A stento si trascina sin verso gli alterni estremi senza mai pretendere le ragioni del suo compito. Dalla cadenza nell’inesorabile trascorso, carico di polvere si sforza a voler precisa la sua mansione, fin quando una mano la libera dandogli l’illusione di un patetico cammino più leggèro, più lungo, senza mai soffermarsi se non per eventi disastrosi. Talvolta stanco, isterico e deluso, scandisce il riferimento all’ora ormai andata come un cuore in un’aritmia di monotone inutili finalità. L’incalzare della notte, sempre più cupa e nostalgica nel conforto del suo rintocco, comprensiva ti regala il sonno nel piacevole stordirsi di strane allusioni prive di supporto nell’attonita, incerta, laconica riflessione. La notte, il tempo, il silenzio, sfuggono sempre alla consapevolezza del loro significato, senza farti partecipe di quell’incanto. Tra le sofferte nostalgie dei mie monti ......
      Dov’è, la ragione ?!!!

Italo Antonio Di Donato

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