- Le Chiavi nei Portali. - A cura del Prof Severino Ragazzo

Portali, Porte, Stemmi a Vallata.

A cura del Prof Severino Ragazzo.
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    Dovendo dare una definizione, il portale lo possiamo considerare come la porta d’ingresso di un edificio quando assuma particolare importanza architettonica o decorativa.
    Nella realtà di Vallata esso è quasi sempre la porta centrale, a volte semplice e a volte ornata, di una chiesa , di un palazzo o di un’abitazione.
    Spesso le porte, i portali e eventuali stemmi con i loro stili, i particolari ornamenti e le loro scritte ci riportano alla storia del centro abitato, dato che ogni chiesa, palazzo o abitazione aveva in essi l’elemento costante e strutturale.
    I due ultimi terremoti, del 62’ e dell’80’ hanno permesso una considerevole loro devastazione ma, guardando ancora attentamente quelli che sono rimasti e interrogandoli, possiamo svolgere diverse considerazioni.
    Con l’abbattimento degli edifici, bellissimi portali sono stati venduti per pochissimo denaro e molti di loro adornano i palazzi di città come Roma, Napoli e di chissà quanti altri paesi sparsi per tutta l’Italia senza che noi ne conosciamo la collocazione precisa.
   

    -Portali-
   
    I portali più antichi sono quelli delle chiese: della Madonna delle Grazie o Santa Maria la Nova, della chiesa ‘madre’, dell’Annunziata,
    dell’ Incoronata, di San Rocco, di San Vito e di Santa Maria.
    Poi vengono quelli dei palazzi dei privati cittadini databili a partire dalla seconda metà del 700’ per arrivare fino ad oggi: dei Netta, Del Campo, Pelosi, Novia, Tullio Cataldo, Batta, Gallicchio ecc…
    Interessanti sono i portali delle abitazioni dei Rosata, Monaco, Branca, Rosa, Pavese, Cuoco.
    Alcuni portali sono di forma caratteristica e ampiamente ornati in tutte le loro parti sia negli stipiti che nell’architrave, nei fregi e a volte anche nella cornice.
    Altri sono molto semplici con a volte un solo elemento caratteristico, quello della ‘chiave’ al centro dell’arco.
    Altri portano solo le iniziali del proprietario.
    Le chiavi sono l’elemento più interessante del portale ad arco; dal simbolo in esso presente si può derivare la professione esercitata, l’appartenenza sociale, l’interesse economico, la scelta del gusto artistico e quanto altro.
    Un portale si caratterizza sostanzialmente di due parti: gli stipiti e l’architrave o l’arco a volta.
    Gli stipiti, due, sono composti o da un intero blocco di pietra o da più blocchi sovrapposti.
    A volte i pezzi dello stipite sono ornati con figure le più varie e in qualche caso c’è anche una base quasi a voler sostenere una colonna.
    Sull’architrave a volte troviamo un fregio, una cornice, una mensola, questa ultima predisposta a sostenere un altro prodotto architettonico vuoi una nicchia o una croce o un lucernario ecc…
    Nel portale l’architrave è la trave di appoggio orizzontale su colonne, o su pilastri, in qualche caso recante anche epigrafi.
    I portali possono essere singoli o più di uno nella stessa porta, in questo caso sono disposti uno dentro l’altro.
    Generalmente quello interno è con l’arco e quello esterno con l’architrave, non manca l’opposto come in quello di San Vito.
    Un elemento caratteristico dei portali è la simmetria degli ornati, e in quello della chiesa madre c’è la massima espressione.
    Agli stipiti a volte si affiancano a sostegno ma prevalentemente in funzione decorativa vere e proprie colonne ( vedi chiesa madre ) o lesine.
    Qualche portale ad arco, superiormente alla chiave presenta anche lo stemma del casato ( vedi Cataldo, Monaco ecc…).
    Gli archi , generalmente, sono a tutto sesto, non mancano quelli a sesto acuto o ogivale come quello dell’Annunziata, di Santa Maria, di San Vito; c’è anche qualche portale a tipo ‘depresso’.

Portale della Madonna delle Grazie

    E’ questo il portale più antico di Vallata.
    Potrebbe sembrare strano che, essendo la chiesa della Madonna delle Grazie posteriore alla chiesa Madre, questo portale sia antecedente a quello di questa ultima.
    La verità è che questo portale era originariamente quello della prima chiesa di Santa Maria, costruita nel 1519 ma, distrutta col terremoto del 1694, si pensò di recuperare il portale e metterlo alla porta della chiesa nuova che fu costruita molto probabilmente a fine 600’, inizio 700’ nella località attuale della Madonna delle Grazie, a ricordo della prima.
    A conforto ci viene incontro la relazione archeologica di Gino e Anna Maria Ragozzino del 16 maggio 1998, relazione sollecitata dal prof. Pasquale Crincoli.
    “Impianto e forme stilistiche quattrocentesche; nel complesso, però, cinquecentesco. Prima metà del XVI° secolo.
    Pregevoli la rivestitura marmorea e le decorazioni fortemente classicheggianti.
    Misteriose le figure laterali che sembrerebbero di ascendenza medioevale ( romanico-gotica )” -così scrive Anna Maria .
    Il portale si articola con due stipiti, un architrave, un fregio, una cornice in funzione di mensola che sostiene una lunetta semicircolare tipo lucernario.
    A fianco altri due stipiti recanti in sommità due decorazioni particolari su cui si sono appuntate le curiosità degli studiosi.
    L’architrave porta scolpito al centro lo stemma del comune di Vallata.
    Il fregio è caratterizzato da una serie continua di scanalature.
    Le basi degli stipiti presentano ognuno un ornato raffigurante un rosone caratteristico.
    E adesso cerchiamo di interrogare le figure sulla parte superiore degli stipiti esterni.
    Scrive l’arciprete don Arturo Saponara : ”Le due cariatidi dell’artistico portale di S. Maria la Nova ( Madonna delle Grazie ) a giudizio della sign.ra Romano della sovraintendenza dell’arte medioevale e moderna a Napoli,sarebbero dell’era pagana”.
    Scrive Gino Ragozzino nella sua relazione: ”Alla sommità degli stipiti sono scolpiti due BAPHOMET ( ital. Bafometo ).
    L’etimologia del nome è assai incerta. Alcuni lo fanno derivare da Baphè ( battesimo ) e meteos ( iniziazione ); altri pensano che si tratti di una deformazione del nome Maometto, che, per esempio, in portoghese si pronuncia ancora Mafuma.
    Si tratta di una figura androgina, che rappresenta l’uomo primordiale, secondo l’esegesi che Talmud, Midrasch e Zohar danno di Genesi 1, 27. A questo proposito Maimonide scrive: ”Così i dottori dicono che Adamo ed Eva furono creati insieme, uniti dorso a dorso (…). In certo modo essi erano due e tuttavia formavano un uno”.
    In quanto simbolo della primordialità e della essenzialità dell’uomo, Baphomet fu caro alle sette gnostiche. Durante i processi che portarono alla soppressione dell’ordine, i Templari furono accusati di prestargli culto.
    La letteratura del Baphomet non è abbondante, giacchè le fonti storiche sono assai rare.
    Sulla parte inferiore del Baphomet è scolpita una figura che non so interpretare con precisione. Sembrerebbe fornita di tre coppie di ali. Se è così, potrebbe essere una figura di SERAFIM ( l’Ardente ), secondo Isaia 6,2.
    Le due figure sovrapposte sommano insieme le loro potenze e impediscono l’ingresso ad ogni influenza malefica”.
    Mi viene da fare qualche riflessione: se il Saponara tramite la Romano scrive di Cariatidi ( ma le cariatidi sono figure tipicamente femminili ) e il Ragozzino scrive di figure androgine ( androgeno presuppone l’aspetto maschile ), allora chi si avvicina alla verità?
    Se fosse plausibile la seconda ipotesi e la identificazione con il Baphomet della figura, non si potrebbe pensare che a Vallata ci sia stata una presenza di Templari ?
    Un fatto è certo: su tutto il territorio dei paesi vicini a Vallata non è stato rinvenuto alcun manufatto di questo tipo.
    Se poi la Romano si riferisce all’era pagana nella datazione e non medioevale , si deve pensare che le due pietre particolari o siano state portate dal di fuori o scolpite in loco con suggerimento ben preciso nell’ideazione.
    E c’è qualcosa di strano che ritorna sempre nella storia di Vallata ( da soli a scontrarci con le armate di Marcovaldo, da soli con quelle di Francesco Gonzaga ); mi viene da fare una domanda: ma che cosa si doveva tenere nascosto e proteggere ad ogni costo?. Mistero direbbe qualcuno, bo!
   

Portale Centrale della Chiesa Madre

    Questo portale porta la data del 1568 che si può osservare sulla cornice con la scritta a caratteri romani ( A.D. MCCCCCLXVIII ).
    Pensiamo che sia di una quarantina di anni posteriore a quello della Madonna delle Grazie, ma osservandolo si può vedere quanta comunanza stilistica ci sia con il primo, specie nella fattura degli stipiti tanto da far pensare che ci sia stato la stessa mano di artista.
    E’ senza dubbio il portale più bello, più caratteristico e il più ricco di elementi di decorazione che ci sia a Vallata.
    E’ un portale doppio contenente all’interno quello con l’arco e all’esterno quello con l’architrave.
    Superiormente all’architrave c’è il fregio e su quest’ultimo una cornice.
    Il portale interno presenta gli stipiti e l’arco composti di pezzi ornati nella parte laterale con disegni caratteristici e disposti in simmetria con la chiave ornata anche nella parte anteriore.
    Il portale esterno è sorretto da due colonne di pregevole fattura e anche da altri due stipiti .
    Le colonne presentano le basi raffiguranti lo stemma del comune di Vallata ( e questo sicuramente sta ad indicare lo stretto rapporto tra la comunità civile e quella religiosa ), il tronco si presenta rastremato, scanalato e rudentato, il capitello è di stile composito molto usato in quel periodo.
    L’architrave presenta tre fasce, il fregio superiormente è festonato con decorazioni tipiche vegetali ( pensiamo a foglie di acànto stilizzate ), la cornice è pur essa ornata con figure particolari.
    La porta vera e propria, in legno è adattata alla forma del portale con in basso un rettangolo avente l’altezza pari a quella delle colonne e suddiviso in cassettoni e in alto un semicerchio suddiviso in quattro triangoli.
    Anche lo spazio libero tra le colonne, l’architrave e l’arco è decorato in modo particolare.

Portale laterale della Chiesa Madre

    La data del manufatto è riportato sul lato sinistro del fregio con la scritta : A.D. 1785.
    Esso presenta gli stipiti, l’architrave, il fregio e una cornice in funzione di vera e propria mensola sopportante al centro una nicchia sormontata quest’ultima da una croce.
    Gli stipiti sono ben lavorati e presentano alla base dei rigonfiamenti ornati atti ad assicurare anche maggiore funzione di sostegno.
    L’architrave presenta due fasce, il fregio porta a sinistra la data del portale , a destra la scritta con le lettere puntate: R.D.J.B.G.P. e al centro la seguente epigrafe: “QUAM METUENDUS EST LOCUS ISTE VERE NON EST HIC ALIUD NISI DOMUS DEI” che tradotta vuol dire: per quanto timore incuta questo luogo in verità questo non è altro se non la casa di dio.
    Dalla ricerca effettuata essa trovasi nella Genesi 28: storia di Giacobbe : ”E preso dal timore, soggiunse: ”Quanto è degno di venerazione questo luogo: non è altro che la casa di Dio e la porta del cielo”.
    Si potrebbe pensare che la scelta sia stata casuale ma riflettendo un poco si intuisce che sotto sia sotteso un preciso messaggio cioè quello di incutere timore e rispetto da parte dei fedeli verso il luogo inteso come sacro tempio. Una identica scritta ho trovato sul portale di una bella chiesa dedicata a San Domenico nel centro urbano di Marina di Camerota in provincia di Salerno.
    Sopra la cornice a guisa di mensola c’è al centro una nicchia e ai due lati due ornamenti.
    Nella nicchia è riposta una statua raffigurante una persona che con la mano sinistra tiene sospesa per i capelli una testa mozzata e nella mano destra appoggiata al torace non saprei se un libro, un’arma o chi sa quale altra cosa.

Portale della Chiesa di San Vito

    La chiesa di San Vito è una delle chiese più antiche di Vallata e dovendo indicare una data presumibile si pensa alla fine del 400’ inizi 500’ , dato anche il fatto che agli inizi del 500’ la fiera di San Vito che si svolgeva a Vallata il giorno quindici del mese di giugno era annoverata tra quelle ufficiali del Regno di Napoli.
    Il portale è doppio intendendo con ciò la presenza di uno all’interno con architrave e che è il più antico e un secondo all’esterno che presenta la struttura ad arco che è stato rifatto recentemente.
    Gli stipiti dell’interno presentano alla base due bei rosoni, quelli esterni sono stati rifatti con pietre e l’arco che è a forma ogivale ha raffigurato nella chiave lo stemma del comune di Vallata con la scritta “collecto civium aere” ( col contributo dei cittadini ).
    Ricordiamo che San Vito è anche il protettore del comune di Vallata e quindi è come se esista una specie di ‘jus’ padronale, in analogia lo è anche per la chiesa madre.
    Infatti nel pomeriggio della vigilia della festa per la benedizione delle panelle il sindaco con il gonfalone del comune accompagna la processione per le vie del paese.
    Sopra il portale esterno vi è una cornice a tipo mensola che sorregge al centro una croce e lateralmente due ornati.

Portale della Chiesa di San Rocco

    Porta la data dell’anno 1800 e questo ci fa pensare che il portale suggelli la fine della costruzione o ricostruzione della chiesa.
    La scritta è presente nel fregio con la dicitura “AVE ROCHE ANGELICE A.D. MDCCC”.
    Il portale presenta l’architrave , il fregio, una cornice a guisa di mensola che sostiene una nicchia al centro e due ornati laterali con superiormente una croce.
    Agli stipiti interni se ne affiancano altri due con alla base un rigonfiamento ornato e alla sommità’ un altro ornato caratteristico.
    La nicchia ha racchiusa una statua rappresentante l’effigie del santo.

Altri Portale di Chiese

    Dell'Annunziata : portale che pensiamo sia del 600’ e che ha la caratteristica di avere l’arco di forma ogivale.
    Sia gli stipiti che l’arco sono lavorati con ottima fattura e presentano disegni particolari.
    Dell'Incoronata : portale che sull’architrave porta due scritte , la prima del 1730 e la seconda del 1928.
    L’anno 1730 è sicuramente quello della costruzione della prima chiesa molto più piccola di quella odierna e che corrisponde all’odierno presbiterio ed è anche la datazione del portale.
    L’anno 1928 corrisponde invece a quello dell’ampliamento della chiesa precedente , per cui il portale della prima chiesa viene trasportato e sistemato all’ingresso della seconda che è poi corrispondente all’attuale.
    Dell'attuale Santa Maria : è quello più recente, collocato nella porta centrale alla fine della costruzione della chiesa che è del 1934/1935.
    E’ un portale particolare perché presenta archi plurimi, ogivali e tutti l’uno interno all’altro, l’ultimo in alto presenta un bel rosone.

Un Portale Privato del Palazzo della Famiglia Del Campo
(Oggi di Proprietà dei Ferrara) in via De Gasperi

    E’ questo un portale che è caratteristico per avere all’interno l’arco e all’esterno l’architrave con gli stipiti esterni a tipo lesena indicante un semipilastro di forma classicheggiante con capitello, base ingrossata con ornato e con scanalatura e rudentatura.
    La chiave dell’arco presenta un simbolo particolare : un’aquila con due teste .
    Agli estremi del fregio due ornati indicanti dei vasi con fiori, i capitelli con forma particolare, e il tutto viene chiuso superiormente con una cornice.
    Degli altri portali non mi soffermo nella descrizione completa se non nella presentazione delle loro chiavi o di qualche stemma che sono particolari unici e rilevanti.

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