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Funghi commestibili a Vallata e nella Baronia (provincia di Avellino)
a cura del Prof. Severino Ragazzo

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Breve presentazione:
di circa diecimila specie di funghi che si conoscono nella letteratura scientifica intendo illustrare un numero ridottissimo, quei funghi che a Vallata sono presenti in maniera più significativa e che sono raccolti più comunemente, indicando il loro significato, il loro habitat, la simbiosi micorrigena, le proprietà alimentari, la distinzione tra commestibili e non, i pregiudizi, come riconoscerli, la loro tossicità, come coltivarli e come cucinarli.

Cosa sono i funghi:
Sono piante, senza clorofilla, quindi non possono vivere autonomamente ma sono subordinate o alla convivenza con altri organismi (funghi parassiti) o all'insediamento su sostanze organiche vive o morte dalle quali traggono il loro nutrimento (funghi saprofiti) oppure alla simbiosi con le radici delle piante (simbionti).
Stiamo parlando dei funghi cosiddetti macromiceti cioè grossi, visibili ad occhio nudo per distinguerli da quelli micromiceti, microscopici e invisibili.
Della parte superficiale di un fungo o carpoforo o corpo fruttifero gli elementi caratterizzanti sono la volva, il gambo, l'anello e il cappello anche se non presenti contemporaneamente sullo stesso esemplare.
Il gambo può essere pieno o cavo, ornato o no da una volva alla base e da un anello, il quale sostiene una parte espansa detto cappello, sulla cui parte inferiore a volte ci sono le lamelle, a volte tubuli, pori e aculei.

Habitat dei funghi:
Molteplici sono i ruoli dei funghi in natura: negli ecosistemi forestali degradano e mineralizzano le sostanze organiche vegetali ed animali (saprofiti), favoriscono direttamente la nutrizione minerale delle piante con il rapporto simbiotico a livello radicale (simbionti ).

Simbiosi micorrigena:
I funghi simbionti che si sviluppano sulle radici delle piante sono un gruppo assai numeroso di specie (boletus, amanita, cortinarius, tuber) e sono detti micorrigeni.

Proprietà alimentari:
I funghi quelli commestibili o detti anche mangerecci o eduli, costituiscono un pregevole e gustoso alimento che abbiamo disponibile in natura sempre che si ha la passione di andarli a cercare.
Contengono: acqua (88%), idrati di carbonio (5,6%), sostanze azotate (3,9%), cellulosa (1,4%), minimi i contenuti in ceneri (1%) e in grassi (0,4%).
Quindi sono un alimento abbastanza completo, di buon valore energetico ma non di facile digeribilità, un alimento spesso ottimo per le doti di sapore e di odore.
Nel passato erano detti “la carne dei poveri” ed è anche una ricchezza per il commercio che gira intorno.

Distinzione tra commestibili e non:
Purtroppo i funghi nel passato hanno fatto e ancora tutt'oggi continuano a fare vittime per cui bisogna essere rigorosi nel trattamento.
Si distinguono in:
a) mangerecci (che non contengono sostanze nocive per l'organismo umano)
b) non mangerecci (che pur non contenendo sostanze nocive, non sono buoni per l'alimentazione perché insipidi, sgradevoli, indigesti)
c)velenosi (che contengono sostanze nocive all'organismo, sono causa di disturbi o di malattie più o meno gravi raramente però mortali)
d) mortali (che contengono sostanze venefiche tanto potenti da determinare quasi sempre la morte)
e) sospetti (che non sono ancora ben noti nelle loro proprietà).
Bisogna però ricordare che i funghi mangerecci sono tali se consumati freschi o se essiccati o conservati, mentre possono diventare venefici se consumati troppo vecchi o in stato di alterazione o putrefazione.

Pregiudizi sui funghi:
Nel passato non tanto lontano, nella società contadina c'era il detto “ogn' carna mangja ,ogn' fungh' fùscje”.
Purtroppo, a volte molti raccoglitori si affidano anziché a precise e scientifiche conoscenze fungine a criteri empirici che vanno scartati come ad esempio:
-è erroneo credere che siano velenosi i funghi che portano all'ingiallimento delle foglie di prezzemolo, all'annerimento di una moneta, del cucchiaio, della cipolla, degli spicchi d'aglio, della mollica di pane, della coagulazione del latte o del bianco d'uovo
-è erroneo credere che siano commestibili tutti i funghi rosi da lumache, da insetti, perché è noto che taluni animali possono cibarsi anche di funghi velenosi e mortali per l'uomo
-è erroneo credere che tutti i funghi di buon sapore, di grato odore, di colore bianco immutabile candido siano mangerecci
-è erroneo il metodo di far mangiare i funghi prima agli animali domestici, oppure mangiarli a titolo di assaggio perché gli animali sopportano diversamente la tossicità e gli effetti della velenosità possono avvertirsi anche dopo le 24 ore.
-è erroneo credere che i funghi essiccati o lavati in acqua salata o in acqua e aceto perdano le eventuali proprietà venefiche.

Come riconoscere i funghi:
Il solo mezzo per distinguere i funghi mangerecci da quelli velenosi e mortiferi è quello di saper riconoscere con sicurezza le singole specie, familiarizzando con le stesse a cominciare dalle più importanti.
Ciò lo si fa con l'ausilio di persone già esperte, con la consultazione di buone illustrazioni e di sicuri manuali o ricorrendo ai centri di controllo micologico che le strutture sanitarie hanno sul territorio.
E' bene imparare a riconoscere anche le specie fungine mortifere.

Tossicità dei funghi:
si distinguono due gruppi di intossicazioni fungine: un primo gruppo che non incide direttamente sulle manifestazioni mentali e un secondo che determina alterazioni psicologiche.

Come raccoglierli:
i funghi devono essere raccolti entro i limiti che garantiscano la conservazione della specie, limiti che sono regolati da disposizioni regionali, comunali o comunità montane che ne fissano i quantitativi massimi di raccolta.
Si raccomanda di raccogliere funghi conosciuti con assoluta certezza, di collocarli in panieri o cesti per consentire la dispersione delle spore, mai usare sacchetti di plastica, ripulire i funghi dalla terra prima di collocarli nel contenitore.

Come coltivarli:
Avendo suddiviso i funghi in tre gruppi (parassiti, saprofiti e simbionti) ed essendo i funghi parassiti e simbionti legati alla disponibilità di sostanza organica 'viva' e i funghi saprofiti di sostanza organica 'morta', per questi ultimi è possibile la coltivazione fornendo loro gli alimenti necessari per lo svolgimento controllato del ciclo biologico.
Oggi è sfruttato il fatto di coltivare molte specie saprofite sia a livello familiare che industriale, stante il basso costo di produzione e i prezzi di vendita relativamente alti, producendo non solo per il mercato locale ma anche per la conservazione.
Alcune specie del genere 'agaricus', ' pleurotus' sono coltivabili con substrati organici come foglie di grano, riso, orzo, mais, residui di legno; basta inoculare su di loro il bianco di fungo reperibile nei negozi per floricoltura, vivai, farmacie agricole.

Come cucinarli:
per ogni fungo c'è un tipo di cucina; un mio amico, Nazario Sauro, dice sempre che un fungo di serie A se cucinato male diventa di serie C e viceversa che un fungo di serie C se cucinato bene diventa di serie A (la classificazione in A, B, C... è puramente arbitraria ma serve solo come comodità di ragionamento).
Per la generalità dei funghi si consiglia di effettuare una bollitura preventiva e poi fare l'uso che si vuole.
Oggi internet offre diversi siti che per ogni singolo fungo consigliano le ricette appropriate.

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Cardarello o cardarella o 'carduncella' (pleurotus eryngii)
E' il fungo a Vallata conosciuto da tempo molto antico.
E' una specie che durante l'anno presenta diverse forme; si sviluppa nei luoghi erbosi e in presenza di un tipo particolare di cardo (eringio).
Il cappello è carnoso e tenace, di colore variabile dall'ocraceo-rossiccio al grigio-scuro con margine un po' sinuoso.
Le lamelle sono larghe e lungamente decorrenti sul gambo di colore bianco volgente al grigio con l'età.
Il gambo è solido di colore bianco dai tre ai sei cm. un po attenuato alla base.
La carne bianca e soda non ha odore o sapore speciali almeno nel fungo fresco.
La cardarella compare nella tarda estate e perdura fino all'autunno avanzato ed è presente solo in alcune realtà regionali.
Una variante della cardarella è la 'ferula' che si sviluppa sulle radici di alcuni finocchi.
La cardarella è un fungo mangereccio di primo merito, è versatile dal punto di vista culinario ed è coltivabile. Una ricetta antica a Vallata è “cardarèdd' e patàn' arrahanàt” (cardarelle e patate con l'origano).
Solo che negli ultimi anni sta diventando un po rara da trovare e per la modificazione dei prati per la scelta di una diversa destinazione produttiva e per la riduzione del pascolo che fa venire meno lo strato rado e con l'aumento del livello erboso le spore del fungo non si riproducono più.





Agarico ostricone o gelone o carduncella r'àlven' (pleurotus ostreatus)

Cappello di forma generalmente eccentrico, semicircolare a mo di spatola o di conchiglia arrivando a volte a misurare oltre 15 cm. di diametro, di colore bruno volgente al nerastro, liscio e carnoso (ostrea=ostrica).
Lamelle piuttosto fitte, lungamente decorrenti sul gambo e questo è in posizione laterale e breve, di colore pure biancastro.
La carne è biancastra, molle da giovane, di odore e sapore gradevoli.
L'agarico ostricone si sviluppa in grossi cespi sulle ceppaie e sui tronchi di diversi alberi frondosi quali gelsi, salici, pioppi, robinie ove compare nel tardo autunno sino all'inverno di qui il nome di gelone.
E' un buon fungo mangereccio, da consumarsi preferibilmente allo stato giovanile, non micorrigeno ma coltivabile.





Agarico grigio o 'nebbiolo' (clitocype nebularis)

E' un fungo a volte di grossa taglia, di caratteristico colore grigio-cinereo quasi come la nebbia donde anche il nome.
Il cappello è dapprima convesso e poi diventa piano arrivando a misurare fino a 20 cm. di diametro, arrotondato in basso al margine.
Le lamelle sono fitte, decorrenti, di colore bianco e un po giallastre in età avanzata.
Il gambo è bianco o grigio, robusto, cavo in età adulta, arrivando in altezza fino a 10 cm.
La carne è molle, bianca, con gradevole odore di farina fresca e sapore un po acre.
Il nebbiolo vive gregario nei boschi di latifoglie e di conifere e nei luoghi erbosi e compare dalla fine di agosto resistendo fine a novembre.
E' un buon fungo mangereccio, potere micorrigeno non accertato.





Agarico violetto (tricholoma nudum)

E' uno dei funghi più belli e vistosi.
Il cappello è carnoso ed espanso arrivando fino a 15 cm. di diametro, di colore violaceo volgente al rossastro al centro con l'età e con la cuticola liscia (nudum).
Le lamelle sono fitte, di diversa lunghezza, arrotondate e di colore violaceo persistente.
Il gambo è robusto e pieno alquanto ingrossato alla base, di colore anch'esso violaceo.
La carne molle è violacea-chiara di sapore un po acidula e di odore gradevole.
Vive gregario in gruppi nei boschi sia di latifoglie che di conifere ove compare dall'estate sino all'autunno.
E' un fungo mangereccio, di buon sapore ed è consigliato utilizzare i soli cappelli.
E' micorrigeno di pino, pioppo e nocciolo, viene anche coltivato.





Agarico delizioso (lactarius deliciosus)
E' un fungo che emette latice e molto noto sin dall'antichità, trovandosi raffigurato negli affreschi di Pompei e ricordato da Plinio nella sua 'storia naturale'.
Il cappello è carnoso, all'inizio ad ombrello poi depresso-imbutiforme arrivando a misurare più di 15 cm. di diametro, di colore arancione o mattone, per lo più a zone concentriche di colore più carico, macchiato di verde-grigio in età adulta.
Le lamelle sono fitte e un po decorrenti sul gambo, dello stesso colore del cappello con analoghe macchie verdi.
Il gambo è breve, cilindrico dello stesso colore del cappello, dapprima pieno e poi cavo.
La carne è bianco-giallastra all'interno, arancione verso l'esterno, di odore gradevole e sapore marcato.
L'agarico delizioso vive a volte da solo a volte in colonie nei boschi di conifere, specie nei terreni calcarei da luglio fino al tardo autunno.
E' un fungo mangereccio e detto delizioso per il suo buon odore.
E' micorrigeno di abete, ginepro, pino.





Famigliola buona o chiodino (armillariella mellea)

Come dal nome questo fungo cresce in gruppi di numerosi individui o famiglie alla base di tronchi deperienti o su ceppaie.
Il cappello in stadio giovanile rassomiglia a un chiodo e di qui l'altro nome di chiodino; col tempo diventa espanso ed appiattito, carnoso, ornato al centro da un umbone di colore variabile a seconda della matrice, dal giallo-miele, al rossastro, al brunastro.
Le lamelle sono mutevoli nella colorazione a secondo l'età.
Il gambo è ornato da un anello membranoso e sprovvisto di volva.
La carne è bianca, quasi inodore e di sapore leggermente acidulo.
La famigliola vive su ceppaie di diversi alberi quali gelsi, salici, querce...,quasi sempre in gruppi numerosi più raramente in individui singoli e compare prevalentemente in autunno.
E' un fungo mangereccio che viene raccolto in grande quantità; si raccolgono solo i cappelli perché i gambi sono fibrosi, non micorrigeno; è coltivabile.




Fungo dell'inchiostro (coprinus comatus)
E' di portamento slanciato ma di accrescimento e durata brevi.
Il cappello è sottile e di tenue consistenza, di forma cilindrica-campanulata negli individui giovani poi si espande lacerandosi ai margini; in stadio giovanile è bianco.
Le lamelle sono dapprima bianche poi rosa e poi bruno-violacee ed infine nere.
Il gambo gracile e midolloso è alquanto bulboso alla base, ornato da un sottile anello mobile arrivando fino a 20 cm. di altezza.
La carne è sottile e bianca e di odore e sapore tenui e gradevoli.
Vive nei terreni ricchi di materia organica durante tutto l'anno.
E' un fungo mangereccio ma solo in stadio molto giovane quando il cappello è ancora chiuso e la carne bianca e va consumato subito dopo la raccolta.
Il liquido nero che risulta dalla sua degradazione è stato talora usato come inchiostro e da qui il nome ; non è micorrigeno , è coltivabile.





Gallinaccio o galletto o 'centra re hadd' o pfifferling (cantharellus cibarius)

E' uno dei funghi più comuni ed apprezzati.
Ha un cappello che da piano si avalla a coppa e di qui il nome generico 'cantharellus' dal greco' kantaros'=coppa, è carnoso, glabro, di colore giallo dorato come tutto il resto del fungo, a margine sottile e molto irregolare, sinuoso, ondulato.
Le lamelle a tipo pieghe non separabili dal cappello, sono biforcate lungamente decorrenti sul gambo.
Il gambo è breve e cilindrico, assottigliato alla base, compatto e pieno.
La carne è soda, un po fibrosa, di colore bianco o leggermente giallognolo, di odore gradevole e buon sapore.
Il gallinaccio vive gregario in gruppi spesso a cerchio in tutti i boschi sia di conifere che di latifoglie specialmente querceti e castagneti dalla prima estate fino all'autunno inoltrato.
E' un fungo mangereccio ben noto; è da preferire la raccolta di esemplari giovani; è micorrigeno di abete, pino, faggio e quercia.





Lingua di bue (fistula hepatica)

Il nome ricorda la sua rassomiglianza al fegato.
Il cappello è molto carnoso, eccentrico, inserito a mensola sul substrato legnoso, succoso, gelatinoso in gioventù e di colore arancione in superficie, poi di un bel colore rosso sangue, di dimensioni variabili, arrivando a oltre i 50 cm. e al peso di diversi chili.
I tubuli sono sottili e brevi di colore giallastro.
Il gambo è laterale, breve e tozzo, dello stesso colore del cappello.
La carne è molto fibrosa, di colore rosso-carneo, ricca di un succo rossastro, gradevole e di sapore acidulo.
La lingua di bue vive su tronchi di diversi alberi frondosi come castagni, querce, tigli e compare in estate ed autunno.
E' un fungo mangereccio di buon gusto specie se consumato crudo tagliato a fettine sottili e condito con olio e pepe; non è micorrigeno.





Mazza di tamburo o ombrellifera (lepiota procera)

E' un fungo molto noto per la sua bella vistosità; ha in comune con l'amanita la presenza dell'anello ma a differenza di questa non ha la guaina.
Il cappello, allo stato giovanile è ancora chiuso, di forma ovoide così da rassomigliare a una mazza di tamburo poi si espande ricordando la forma di un ombrello aperto; è umbonato, ornato da squame brunastre regolarmente disposte e con margine frangiato.
Le lamelle sono fitte, bianche volgenti al roseo e al giallognolo con l'età.
Il gambo, assai allungato, è slanciato, sottile, ornato di anello mobile.
La carne è bianca tenera in gioventù e tenace in età avanzata; ha odore gradevole e un buon sapore.
La mazza di tamburo vive in spazi aperti, nei campi, nei pascoli, nelle radure e compare dall'estate all'autunno.
E' un fungo prelibato di cui sì utilizzano i soli cappelli e di preferenza allo stato giovanile, assai apprezzati fritti o alla graticola; è micorrigeno di larice, pino e quercia.







Porcinello grigio (boletus scaber)

Il cappello è emisferico, carnoso, liscio e a volte un po rugoso, glabro, secco, di colore variabile dal grigio-bruno al bruno, con cuticola non facilmente staccabile arrivando a misurare fino a 10 cm. di diametro.
I tubuli sono bianco-grigiastri con pori piccoli che anneriscono al semplice tatto.
Il gambo è cilindrico ed esile, assottigliato in alto, pieno, di colore biancastro ornato di squame brune o nere.
La carne è molle, bianca che all'esposizione all'aria diventa grigia o tendente all'azzurro, di odore e sapore gradevoli.
Il porcinello vive comune nei boschi di latifoglie in specie betulle, pioppi, querce ove compare in estate ed autunno e generalmente anticipa i porcini.
Ha un buon gusto solo che annerisce alla cottura come il porcinello rosso.
Si consiglia di raccogliere esemplari giovani, di togliere lo strato dei tubuli e il gambo.
E' micorrigeno di pino, acero, betulla, castagno, nocciolo, faggio, pioppo e tiglio.






Porcinello rosso (boletus rufus)
E' un fungo bello e inconfondibile, considerato da alcuni una semplice varietà del porcinello grigio.
Il cappello è regolare, emisferico, glabro, secco, di colore rosso-mattone o arancione arrivando a misurare fino a 15 cm. di diametro.
I tubuli sono biancastri a pori minuti e rotondi.
Il gambo è cilindrico, slanciato, carnoso ornato di squame bruno-nerastre, disposte in file longitudinali.
La carne è compatta, tenera e biancastra ma all'aria assume una tonalità rosea o celestina, senza odore particolare, di sapore gradevole.
Il porcinello rosso vive nei boschi di latifoglie specie le betulle, i pioppi, le querce, i faggi, le conifere, comparendo in estate ed in autunno e anticipando i porcini.
E' un buon fungo mangereccio, diviene nero alla cottura; è micorrigeno di pino, acero, betulla, castagno e pioppo.





Porcino comune o ceppatello (boletus edulis)

E' uno dei funghi più noti ed apprezzati, facile da riconoscere.
Il cappello è regolare ed emisferico di colore castano-bruno con numerose sfumature a seconda delle stazioni di raccolta, carnoso, compatto, glabro arrivando a misurare fino a 20 cm. di diametro.
I tubuli sono giallognoli passanti al verdognolo in età avanzata.
Il gambo è robusto, compatto, cilindrico o a ventricolo, di colore bruno-chiaro, ornato da un reticolo a maglie lasse.
La carne è compatta, bianca, immutabile, di odore e sapore molto gradevoli.
Il porcino comune vive nei boschi di conifere e di latifoglie specie querce, castagni, faggi; fa la prima comparsa in primavera avanzata e dopo un arresto estivo ricompare con le prime piogge autunnali nei mesi di settembre e ottobre.
E' un fungo mangereccio di primo merito, versatile dal punto di vista culinario, è conservabile ed essiccabile; è micorrigeno di abete, pino, betulla, carpino, castagno, nocciolo e quercia.





Porcino nero o 'cape nivr' (boletus aereus )

E' questo un fungo magnifico considerato anche come una varietà più robusta e carica di colore del porcino comune.
Il nome 'aereus' significa color di bronzo e poiché a volte tende al nero, a livello locale, è chiamato perciò 'cape nivr'.
IL cappello da emisferico a convesso, glabro, molto spesso e compatto, di intenso colore bruno-nerastro o quasi nero, arriva a misurare fino a 20 cm. di diametro.
I tuboli sono dapprima bianchi indi giallo-verdognoli.
Il gambo è robusto e carnoso, fortemente ingrossato, talora anche cilindrico di colore giallino-crema-chiaro ornato di un reticolo più scuro del porcino comune, a maglie regolari.
La carne è molto compatta, bianca, di odore e sapore molto gradevoli.
Il porcino nero vive nei boschi montani di latifoglie ove compare in estate ed in autunno.
E' conservabile ed essiccabile ed è micorrigeno di castagno, quercia e carpino.





Boleto giallo o pinarello (boletus luteus)

E' un fungo che a Vallata, paese ricco di pinete, si riproduce in enormi quantità ma è poco conosciuto.
Il cappello da emisferico diventa convesso a cuticola mucillaginosa e viscida col tempo umido, di poi secca e lucente, di colore bruno-cioccolato con diametro fino a 15 cm.
I tuboli sono gialli e questa caratteristica da anche il nome scientifico 'luteus' che significa giallo.
Il gambo è regolare, pieno, di colore brunastro ornato da un anello biancastro in gioventù e successivamente bruno o violaceo.
La carne è molle, assorbe acqua come una spugna, di odori e sapore miti.
Il pinarello è comunissimo nelle pinete, e compare nello stesso periodo degli altri boleti.
E' un buon fungo mangereccio; si consiglia di raccoglierlo col tempo asciutto, preferibilmente negli esemplari giovani, di eliminare la cuticola e i tuboli; è micorrigeno di abete, larice e pino.




Prataiolo o fungo 'carrar' (agaricus campester)
E' chiamato prataiolo perché vive nei prati e 'carrar' perché a Vallata e in Baronia il 'carraro' era la strada lungo la quale si accedeva ai campi.
E' molto comune e ben noto anche se variabile per dimensione e colore.
Il cappello è carnoso, a globo da giovane e poi espanso misurando fino a 10 cm. di diametro, liscio e a volte squamoso con squame di colore bruno a cuticola bianco -giallastra con sfumature rosee vicino al margine.
Le lamelle sono fitte e libere, rosee da giovani e poi sempre più scure fino a diventare nere.
Il gambo è cilindrico, un po bulboso alla base, bianco, pieno e ornato verso la metà da un anello membranoso bianco.
La carne è bianca che si colora di roseo quando viene esposta all'aria o toccata, di profumo e sapore gradevoli.
Il prataiolo vive in gruppi formando a volte circoli detti meglio delle streghe, in stazioni aperte ben dotate di materia organica: prati, pascoli, radure, comparendo dall'estate fino all'autunno avanzato.
E' un buon fungo mangereccio, noto dall'antichità e si raccomanda di raccoglierlo in stato giovanile; non è micorrigeno ma è coltivabile.





Prataiolo gigante (agaricus arvensis)

E' una specie affine all 'agaricus campester' dalla quale si differenzia per la sua maggiore dimensione e per il gambo che diviene presto cavo.
Il cappello è bianco o bianco- giallastro, non squamoso, con l'età o per contatto si macula di giallo.
Le lamelle fitte e libere passano gradualmente dal bianco al grigio rosato e infine al bruno nerastro.
Il gambo è bianco, liscio, glabro, pieno in stadio giovanile e poi cavo, cilindrico ornato di un anello bianco.
La carne è bianca o debolmente giallastra con odore di anice e di sapore gradevole.
Il prataiolo gigante vive negli stessi ambienti del prataiolo comune.
E' un buon fungo mangereccio ed è ricercato e si presta ad essere essiccato; non è confondibile con l'amanita perché possiede spore e lamelle colorate e non presenta la volva per cui bisogna raccoglierlo nella sua interezza per meglio riconoscerlo; non è micorrigeno, è coltivabile.






Spugnola deliziosa o 'spunzol' (morchella deliziosa)

E' ritenuta una variante della spugnola conica, è giudicata la più pregiata e la più ricercata .
IL cappello tipo mitra è di forma conica od ovato-conica, di colore giallognolo-nocciola, ornato di alveoli allungati, cavo.
Il gambo è cilindrico di colore bianco e cavo.
La carne è cerosa e fragile, bianca con odore e sapore tenui.
L'intero fungo arriva a circa 10 cm. di altezza.
La spugnola deliziosa vive nei boschi di conifere, nei luoghi erbosi e compare in primavera; è probabile micorrrigeno di olmo e quercia.









Spugnola rotonda o 'spunzol' (morchella rotunda)

Ha il cappello o mitra a globo, cavo , di forma tondeggiante con colore giallo-ocra, ornato di alveoli ampi.
Il gambo è corto, cilindrico talora un po bulboso alla base, di colore bianco e cavo.
La carne è cerosa, fragile, bianca, di odore e sapore gradevoli.
La spugnola rotonda vive ai margini e nelle radure dei boschi, in luoghi erbosi, compare in primavera.
E' un buon fungo mangereccio, ricercato per il suo sapore; micorrigeno non accertato.
Si consiglia di lavare bene le spugnole perché nelle cavità del cappello ci sono resti di terriccio.







Steccherino dorato o fungo 'ri rizz' (hydnum repandum)
A livello locale è chiamato fungo ' ri rizz' perché lo si rinviene copioso tra i ricci delle castagne e per la rassomiglianza col cantarello è detto anche gallinaccio spinoso, riconoscibile però da quest'ultimo perché possiede gli aculei anziché le pieghe.
Ha il cappello carnoso, da convesso a pianeggiante, irregolare, liscio di colore giallo-dorato e arriva a misurare fino a 15 cm. di diametro.
Gli aculei sono carnosi, dello stesso colore del cappello discendenti sul gambo.
Il gambo è centrale o eccentrico, compatto, pieno, prima bianco poi giallo.
La carne è soda e fragile, bianca o giallastra, senza odore particolare di sapore un po amarognolo nei capi adulti.
Lo steccherino dorato vive gregario nei boschi di latifoglie specie di castagno e di conifere.
Compare in estate ma più copioso in autunno.
E' un buon fungo mangereccio e sono da preferire i capi giovani; micorrigeno anche di nocciola e faggio.




Ovolo buono (amanita caesarea)
E' uno dei funghi più ricercati e prelibati solo che bisogna avere molta esperienza di intenditore perché può confondersi con l'ovulo malefico o 'amanita muscaria' per cui specie per questo caso vale il detto che dice : 'se non lo conosci lo eviti'.
Il corpo fruttifero si presenta, nelle prime fasi di crescita interamente rinchiuso in una bianca membrana che gli da l'aspetto di un uovo; poi la membrana si lacera, ne fuoriesce il fungo adulto.
Il cappello è arancione volgente al rosso, sprovvisto o quasi di verruche, striato al margine.
Le lamelle sono fitte e di colore giallo.
Il gambo è di colore giallo ornato alla base dalla volva formante un sacco membranoso, bianco e ben sviluppato e in alto sotto il cappello un anello pure giallo.
La carne è bianca e di odore e sapore gradevoli.
L'ovulo buono vive sporadico nei boschi soleggiati di latifoglie quali querce, castagni, nocciolo ove compare in estate e in autunno.
E' un fungo mangereccio di primo merito già conosciuto nella Roma antica; micorrigeno di pino, castagno e faggio.





Poliporo frondoso (polyporus frondosus)

E' un fungo che può raggiungere fino a un metro di diametro.
Un nostro compaesano ne ha trovato un esemplare che si avvicinava a 40 kg. di peso.
E' ramificato a cappelli sovrapposti a forma di foglie (frondoso), di colore bruno o grigiastro, con margine ondulato.
I tubuli sono corti e decorrenti lungo il gambo, con pori rotondi e bianchi.
Il gambo è ramificato, di colore bianco, collegato lateralmente ai cappelli.
La carne è bianca, immutabile e fragile, di odore intenso e sapore mite.
Si trova nei boschi di latifoglie, specie sui ceppi di castagno dove si presenta ad anni alterni.
La commestibilità è buona, si può mangiare fritto ma è ottimo sotto olio.






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