Vallata, Arti, Mestieri e Professioni di un tempo

Arti, mestieri e professioni

Tratto da "BARONIA - linguaggio usi e costumi" di Giuseppe Iacoviello

 


        All’età di 10-12 anni, finita la scuola elementare, i ragazzi erano obbligati ad intraprendere ognuno la propria strada.
        La scelta non era molto vasta, per qualcuno non c’era affatto.
        Le attività più frequenti erano le seguenti:

— Garzone — Una piccola percentuale, specie tra i nullatenenti, trovava collocazione al servizio di proprietari terrieri, in qualità di tutto fare o di pastore. A volte bisognava spingersi fino in Puglia per essere assunti. In sostanza veniva garantito vitto e alloggio al ragazzo ed un magro reddito annuale ai genitori.
— Contadino — La maggioranza seguiva i genitori nel lavoro dei campi e prestava la propria opera a giornata, quando richiesta.
— Artigiano — Una sensibile percentuale andava discepolo presso gli artigiani senza remunerazione per 7-10 anni al termine dei quali i più capaci aprivano bottega e iniziavano a lavorare da soli. L’aspirante sarto nell’ultimo periodo di apprendistato, andava in città a perfezionare la propria arte.
— Religioso — La vocazione emergeva sia tra i poveri che tra i benestanti. Avere un religioso in famiglia era considerato un privilegio.
— Studi superiori — Una minoranza, figli di professionisti o facoltosi.

 

  Le arti e i mestieri più noti e redditizi, non erano sufficienti agli artigiani a sbarcare il lunario. Pertanto si era costretti ad abbinarli ad altre attività come ad es.: sarto-barbiere o ai lavori della propria terra.
        Si riporta nella tabella n. 7 l’elenco delle attività più in voga con la loro evoluzione o involuzione ad oggi ed il motivo di tale trasformazione.

 

 

Tab.7

ARTI E MESTIERI

MOTIVO

IERI

OGGI

Lavannar' (1) 2

Avvento della lavatrice

Scardalan' (3) --- Lavoro assorbito dai lanifici
F'lannar' (4)
Ualan' (5) Trattorista Motorizzazione
Zappator'
Pastor' Quasi scomparso Emigrazione
Scarpar' (6) ---

Lavorazione di serie nei calzaturifici. Nome rimasto solo per i venditori di scarpe o per il risuolatore.

Sarto/a ---

Arte abbandonata o assorbita dalla sartoria dove non è richiesta una professione finita

Ferracavallo (7) --- Sparizione di zoccoli da calzare
Ferrar' (8) Fabbro

Trasformazione di artista del ferro con l'aiuto della fucina, incudine e martello in artista della saldatura nella lavorazione in ferro o dell'alluminio. 

Taglialegn' ---

 

Motorizzazione e avvento del petrolio
Car'vunar' (9)
Falignam' (10) Idem

Trasformazione di artista tutto fare: mobili, infissi, secchi, botti, ecc., in artista per soli infissi. I mobili vengono acquistati nei negozi provenienti dai vari mobilifici.

Barbier' Parrucchiere

L'unico forse che non ha subito trasformazioni di rilievo. Oggi si limita di più al solo taglio dei capelli.

Frav'cator' (11) Murat./Costr.

Attività molto sviluppata a causa sei terremoti del 1962 e del 1980.

Trainier'(12) Camionista Motorizzazione
Spaccapret (13)
V'nn'tor' (14) Fruttivendolo

Ridotto quasi a zero per effetto dell'immigrazione

Pannacciar' (15) Idem

Dalla vendita di stoffe si è passato quasi esclusivamente alla vendita di vestiari confezionati.

Ammola-fuorb'c' (16) ---

Il consumismo dettato dal progresso economico ne ha reso inconveniente le riparazioni

Mbr'llar' (17)
Stagnar' (18)
Ruagnar (19) ---

Notevole riduzione dell'attività per la evoluzione della plastica

Vardar' (20) --- Sparizione degli asini
Mpagliasegg (21) --- Avvento della plastica
Cuscinar' (22)
Scupar' (23)
P'tt'nar (24)
Fasc'llar' (25)
Ricamatrici ---

Oggi le lenzuole sono confezionate. Persiste il lavoro all'uncinetto. Le coperte fatte a mano sono molto richieste ma a lavorare sono solo le donne di una certa età e le nonne

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1) Lavandaia, 2) Scomparso, 3) Cardalana, 4) Filandaia, 5) Bovaro, 6) Calzolaio, 7) Maniscalco, 8) Fabbro, 9) Carbonaio, 10) Falegname,  11) Muratore, 12) Trasportatore con traino, 13) Spaccapietre, 14) Venditore ambulante, 15) Venditore di stoffe, 16) Affilatore di coltelli, 17) Riparatore di ombrelli, 18) Riparatore di pentole, 19) Venditore di pignatte, 20) Produttore di basti, 21) Impagliatore di sedie, 22) Cestaio, 23) Produttore di scope, 24) Pettinaio, 25) Chi produce o tratta fascelle.

         Come si può notare i fattori principali che hanno contribuito a spazzar via o a limitare le attività nella nostra zona sono stati:
— l’emigrazione,
— l’evoluzione tecnologica,

— la mancanza di risorse economiche che hanno impedito la trasformazione da sistema artigianale a sistema industriale di alcune di esse.
        I mestieri che avevano, più di altri, un certo carattere industriale per la produzione di serie erano ad es.: i pignatari (Carife), i /ascellari (S. Nicola), i pettinari o spicciatari (Castello).
        Quest’ultima attività completamente scomparsa dal dopoguerra merita menzione e sintesi descrittiva per aver dato a Castello, assieme alla tintoria (1), alla gualchiera e alla lavorazione del cuoio, una popolarità che è andata oltre i confini nazionali. I pettini avevano origine dalle corna di bovini; di qui il soprannome: “Secacorn’ r’ Castiell’ “.
        Troncata la punta veniva segato il corno lungo l’apotema. Posto sulla fiamma di una fucina, alimentata con trucioli di legno (farfuglie) al posto del carbone, veniva girato fino a che non cominciava ad aprirsi per effetto del rammollimento. Aperto e sistemato in una pressetta (mono o biposto), rimaneva compresso per 24 ore.
        La piastra così ottenuta subiva la sgrossatura ad opera del “barone”, un attrezzo munito di doppia lama ricurva e due manici alle estremità.
        Le raspe e le lime ne rifinivano la superficie.
        Si passava alla squadratura e si ricavavano, a seconda delle superfici a disposizione, pettine(ssej, spicciaturi (2), pettini per ragazzi e pettini per
barbieri.

        Si procedeva alla segatura dei denti incastrando il pettine nel “bainettone” munito di scanalature distanziate che facevano da guida al taglio dei denti, dandone forma e larghezza, mentre lo spessore del seghetto ne stabiliva lo spazio tra un dente e l’altro.
        La smussatura e la sbavatura terminavano l’operazione.
        Con le pressette a disposizione si riusciva a produrre mediamente 2 pett/h.
Delle corna non si perdeva nulla. Si ricavavano:
— pettini di vari tipi,
— manici di coltelli (dalla punta delle corna),
concime (segatura di osso),
— solette per scarpe.


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1) Si racconta che fosse rinomata e che le ricette, in fase di smantellamento, furono vendute ad una grossa azienda, probabilmente la Marzotto).
2) Gli spicciaturi erano pettini con spazi molto stretti tra un dente e l’altro. Servivano a staccare le uova dei pidocchi dai capelli.

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