CENNI STORICI - Conoscere l'Irpinia

SAN FRANCESCO A FOLLONI

I

L'Irpinia: un territorio tutto da esplorare, un paesaggio naturale tutto da ammirare e un'arte tutta da scoprire.
E chi l'avrebbe mai detto che la provincia di Avellino conserva dei così grandi tesori!
Diciamo la verità, quando abbiamo un interesse e una voglia di ammirare paesaggi naturali, ma anche opere d'arte e monumenti, il nostro pensiero cade sulle più svariate zone dell'Italia ma mai sull'Irpinia!
Eppure commettiamo un grande errore perché in pochi minuti si possono raggiungere territori irpini che custodiscono gelosamente chiese, musei e paesaggi che non hanno nulla da invidiare alle altre regioni e città italiane! Non mi credete? Beh, forse perché non avete ancora avuto l'occasione di vedere con i vostri occhi l'Irpinia, occasione che noi alunni delle classi I e II C e I e Il D non abbiamo perso grazie al consiglio e alla guida dei nostri professori. Avreste mai pensato che paesi come Prata o Atripalda possedessero dei veri tesori (oltre alla cornetteria "Baci Caldi")?
Ma non solo! E Rocca S. Felice? Montella? Montemarano? Ariano? Oppure, avete mai sentito parlare dell'esistenza a Montella di un certo convento di S. Francesco a Folloni? lo no, ma devo dire che è stata davvero una visita interessante, ed è stata una di quelle che mi è rimasta più impressa!
Il convento di S. Francesco, sulla riva del fiume, nella valle verde del Calore, disteso tranquillamente nella pianura tra le colline dove invece i paesi sono arroccati timorosi a difesa, è da settecento anni al centro degli avvenimenti storici e delle vicende quotidiane di queste contrade.
In precedenza questo convento era chiamato "il convento dell'Annunziata" prendendo il suo nome dall'affresco della Vergine e dell'Angelo Annunziante.
La leggenda narra che questo convento sia stato fondato da S. Francesco d'Assisi nel 1222.
A dire il vero di leggende che accompagnano la storia di questo convento ce ne sono un bel po' e tutte dotate di un fascino incredibile! Ad esempio si racconta che neI 1224 i frati del convento erano rimasti isolati a causa della neve che, cadendo per vari giorni, aveva impedito ogni tipo dì comunicazione tra il monastero e gli abitanti dei paesi vicini. I frati, ai quali era venuta a mancare la quotidiana elemosina, si erano già rassegnati a morire di fame. Aspettavano perciò la morte pregando innanzi al crocifisso quando un rintocco della campanella del portone li fece trasalire. Credendo che si trattasse di qualche miserello sperduto nel bosco e nella neve, mandarono il fratello laico ad aprire. Questi non trovò nessuno e neppure vide orma di piede umano impressa sulla neve. Scorse solo un sacco deposto accanto alla porta. L'aprì: il sacco era pieno di pane ancora caldo! I gigli di Francia, ricamati ai quattro lati del sacco, diedero poi la spiegazione dell'evento straordinario. S. Francesco era alla corte di Luigi VIII re di Francia, quando, rapito da una visione, si era reso conto delle angustie dei suoi frati e, mosso a pietà, aveva chiesto in dono al re quel sacco di pane, che, portato da mani invisibili, era giunto al convento.
I frati conservarono con cura il sacco e lo trasformarono in tovaglia per l'altare. Ancora oggi si può ammirare un pezzo di stoffa del sacco custodito gelosamente dai frati.
Per non parlare, poi, di una fantastica storia d'amore che è alla base della storia del convento stesso!
Direte voi: "Embè, il convento, di così interessante, conserva solo leggende e storie?"
E invece no! Grazie anche alla guida di un simpatico frate del convento stesso, che, fra una battuta e una risata ci ha illustrato il museo e la chiesa, abbiamo potuto ammirare affreschi di notevole bellezza (rappresentanti, naturalmente, tutte immagini religiose) tra cui uno che mi è rimasto particolarmente impresso per la presenza di un personaggio che nell'aspetto era molto, molto simile al nostro professore di inglese!
Ma anche sculture, statue e le tombe dei protagonisti di una grande storia dove la parola "amore" merita di essere scritta con la "A" maiuscola.
Non saprei descrivervi le sensazioni che si provano nell'osservare opere di questo genere; forse, potrebbe sembrare anche un po' noioso girare per vedere solo musei, chiese, conventi e castelli, ma vi posso assicurare che nonostante lo sguardo vigile dei professori, lo stare insieme agli amici rende tutto più bello, rilassante e piacevole. Perché, in fondo, girare per l'Irpinia con la scuola è stato fonte non solo di istruzione e scoperta ma anche un momento per socializzare e stare in compagnia.

Daniela Tedeschi

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