ALTA IRPINIA. A QUARANT’ANNI DAL TERREMOTO: ULTIMA CHIAMATA. Di Michele Panno. A cura di Donato Salzarulo.

ALTA IRPINIA.
A QUARANT’ANNI DAL TERREMOTO:
ULTIMA CHIAMATA.
Di Michele Panno.
A cura di Donato Salzarulo.

      A 40 anni da quel tragico 23 novembre 1980, dal terremoto che e colpì l'Irpinia, la situazione sociale dei cosiddetti "paesi dell'osso" è allarmante: si assiste ad un loro progressivo spopolamento e invecchiamento.
      Il post-terremoto rappresentò la più alta spesa pubblica nel Sud: in Irpinia furono investiti 6500 miliardi col risultato di vedersi i centri storici distrutti.
      Oggi l'Irpinia è un mare di pale eoliche che non portano alcun beneficio agli abitanti e ogni anno 300 giovani fanno la valigia per emigrare.
      Michele Panno, che ora ha 81 anni, allora ne aveva 40 di meno ed era impegnato insieme ad altri a dare alla ricostruzione un'altra prospettiva.
      Lo documentano i suoi articoli scritti per la "Gazzetta dell'Irpinia" dal 1985 al 1987.
      Da anni aveva manifestato l'intenzione di raccogliere in un libro quelli più vivi e interessanti.
      Un notevole aiuto l'ha dato Paolo Saggese, ed ora il libro è pronto.
      Si intitola: «Alta Irpinia. A quarant'anni dal terremoto: ultima chiamata» (La Farfalla Salata, 2020).
      Ciò che sta succedendo in questi giorni di pandemia dimostra a Volontà quanto questi problemi siano ancora importanti e non risolti.

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