Emilio Paglia - Trevico Cristiana - CLERO TREVICANO

CLERO TREVICANO.
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        Ricordo sempre, con affettuosa emozione, i sacerdoti della mia infanzia e della mia giovinezza.
        Ancora ho in mente la figura d'una maestosità sacerdotale, unica anche per statura fisica, dell'Arciprete Mons. Vito Petrilli.
        Nella sua tarda età, egli era abituato, anche se a passo lento, a fare la passeggiata pomeridiana con l'ausilio del suo bastone e, dopo la salitina dei "Fossi", finalmente compariva allo spiazzo del grande garage Montieri, posto particolare dei nostri incontri infantili.
        Scorgendolo, interrompevamo i nostri giochi e correvamo verso il ponte e appesi al muretto, a penzoloni, sicché dalla strada erano visibili solo le mani, attendevamo il passaggio del sacerdote.
        Allora don Vito, che sapeva già di queste nostre bravate, affrettava il passo per farci rinsavire, ed aveva ragione perché c'erano oltre due metri dal terreno sottostante, ma il nostro divertimento, questo don Vito non lo sapeva, era proprio nel vedere la sua reazione spaventata e nel sentirlo ogni volta ripetere: "No figli miei! È pericoloso! Vi fate male!
        All'arciprete don Vito seguì, come parroco, il nipote Mons. Don Carlo Petrilli, laureato in filosofia, prelato domestico di Sua Santità dal 1930.
        M'è grato il ricordo del caro arciprete Don Carlo, perché, ripeto, il suo testo, confrontato con le mie esperienze, mi è stato guida in queste memorie.
        Come dimenticare il maestro della dottrina cattolica con la lunga canna in mano per la testa dei distratti?
        L'arciprete ron Carlucc' celebrò la Santa Messa per noi sposi (Emilio Paglia e Antonia La Salvia), con affettuoso sentimento in un discorso di cui mi sono rimaste impresse particolari espressioni.
        Egli, sapendo che saremmo andati a Brescia per miei motivi professionali, pronunciò, fra l'altro, una frase che ha accompagnato la nostra vita: "Cari figlioli, ovunque andiate, non dimenticate le vostre radici trevicane!"
        Per me queste parole sono state statuarie: le testate d'angolo della vita della mia famiglia con due figli nati anch'essi a Trevico.
        Fra altri sacerdoti trevicani, menziono il Canonico don Giuseppe Aulisio ed il nipote Don Onorio arciprete della parrocchia di Scampitella.
        Da Trevico, ancora una personalità ecclesiastica di spicco: il rev. Mons. Pietro Vigorita, notaio del Vaticano, sempre presente in paese nella stagione estiva.
        Particolarmente, impresso nella mente, il mio ammirato ricordo va a mons. Don Giuseppe Antonio Rossi, canonico della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, distintosi in modo particolare per le omelie dedicate alla Madonna nel mese mariano.
        Ho avuto la fortuna di averlo come professore di materie letterarie durante le stagioni estive che trascorreva a Trevico, ove continuava l'insegnamento di latino e greco, che esercitava presso il liceo dei Padri Pallottini in Roma.
        In occasione dell'anno santo 1975 fu scelto, qual latinista, per scrivere, su pergamena, il ricordo dell'evento: il tutto depositato nel sito della Porta Santa che si riapre ogni 25 anni.

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