Anno II - Vallata Novembre-Dicembre 1930 - XI N.7 e 8 - SANTA MARIA DI VALLATA

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Comitato per l’erigendo Tempio di Santa Maria

(Avellino)                                                                                           VALLATA

 per telegramma: SANTAMARIA — VALLATA
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SOMMARIO

I fatti più notevoli della nostra Santa Maria . . . . . .pag.    1
Grazie ricevute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.  14
Ai Vallatesi residenti nelle Americhe . . . . . . . . . . .pag.  20
Offerte in danaro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.  21
Oggetti votivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.  23
Azione Cattolica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.  26

 

Anno II.                    Vallata Novembre.-Dicembre 1930-IX                 N. 7-8
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S. MARIA

NELLA STORIA E  NEL SENTIMENTO POPOLARE

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I fatti più notevoli della nostra S. Maria

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La Madonna dei sogni
Grazie e pellegrinaggi = Preghiera

             Dopo aver narrato la storia dell’antica Santa Maria, è bene riepilogare i nuovi fatti più importanti che hanno risvegliato l’entusiasmo per far eriger un tempio in suo onore.
             Circa quarant’anni fa, (quand’era ignota la storia da me narrata nel precedente numero di questo «Bollettino», ignora pure, del resto sino a quando io, al principio degli scavi di quest’anno, non cominciai ad accennarla), il ricordo di questa Madonna fu destato nel popolo dal fatto che alcuni, specialmente ragazzi, dicevano di scorgere visioni luminose e la stessa Madonna in una piccola grotta della ormai celebre collina. Quand’ero ragazzo, io stesso cercai più volte di penetrare in quell’angusta grotta.
             Circa ventisei anni or sono, in Elizabeth U.S.A., Domenico Di Netta, Contadino, allora più che trentenne, lavorava in un tunnel, quando sentì, ad un tratto, il suono caratteristico della campana della Madonna della Grazia, interpretandolo come un avviso di pericolo, senza por tempo in mezzo fuggì all’aperto coi suoi compagni. Subito dopo la galleria cadde, quando essi erano appena, così, scampati dalla morte. Con danaro offerto, per ciò, dal Di Netta fu comprata una nuova statua, essendo quella esistente molto deteriorata, perché antichissima, e col Bambino senza le mani. La statua acquistata fu portata processionalmente alla cappella di Santa Maria la Nova, di là rilevata, la statua cinquecentesca fu situata nel terzo arco del soccorpo della Chiesa parrocchiale, dove appunto il Crincoli sognò che si trovava la Madonna. Dopo la distruzione dell’antica chiesa di Santa Maria, fu stabilito di edificare la nuova chiesa di S. Maria di fronte all’antico sito; e perciò era stato portato là l’antico portale di travertino e la menzionata statua cinquecentesca, come afferma la tradizione. Può darsi che questa sia l’antica statua. Nella notte dell’ultimo terremoto, il Crincoli sogno la Madonna, che gli disse: Io col terremoto fui cacciata dalla mia casa, e col terremoto voglio ritornare; altrimenti vi saranno altre disgrazie. Prima del terremoto la Madonna gli aveva detto: Io, con la mia clemenza, mantengo sempre; ma mio Figlio si deve scuotere almeno un’ala, altrimenti fede non ce n’è. Ma non accennava soltanto a Vallata.
             Al tempo della mia prigionia di guerra in Austria (novembre 1917 – novembre 1918), una notte sognai come una moltitudine di nemici mi avesse voluto rotolar giù da una montagna; ma dalla cima del monte la Madonna mi stendeva la mano e mi salvava. Allora non mi feci alcuna rassomiglianza della montagna; ma quando furono iniziati gli scavi, mi ricordai che quella era perfettamente simile alla nostra collina di Santa Maria, era la stessa. La madonna, bella e materna, aveva, se mal non ricordo, un piccolo, un manto celeste su un piccolo pettino bianco, quasi grigio. C’era anche Gesù. A quell’epoca, sognai pure qualche altra volta la Madonna, in forma diversa.
            Maria Libera Colicchio fu Pasquale, di anni cinquanta, circa due anni fa, verso mezzanotte, vide una luce nella stanza dove dormiva, la quale per molto tempo fu tutta illuminata; questa è sul limite dove furono trovate le reliquie e i ruderi della cappella. Era d’inverno: esclude che luce fosse potuta penetrare nella stanza, da qualsiasi parte. Il di lei marito Vito D’antico sentì una notte versare dell’acqua da un barile, guardò e non trovò bagnato. Egli, cinquantacinquenne, la moglie e la figlia Filomena, diciottenne,hanno inteso varie notti camminare sulla stanza, senza essersi potuti spiegare finora il motivo di tali rumori. I vecchi della famiglia D’antico dicevano che vicino alla chiesa c’era il convento dei monaci, che aveva un giardino coi fichi: ciò confermavano pure altri vecchi. Dai sogni avuti, anche il Crincoli si è formato l’idea ed ha il convincimento che il monastero doveva essere proprio su quella collina, dove ha varie volte sognato i monaci, vestiti di bianco, con pellegrina marrone e cordone bianco.
            Ma l’entusiasmo, forse direi meglio l’allarme di quarant’anni or sono, non era durato che pochi giorni e, francamente, sarebbe rimasto sopito chi sa fin quando, o per sempre, se non gli avessero dato un nuovo impulso straordinario, meraviglioso, i recenti sogni di Giovanni Antonio Crincoli, contadino cinquantunenne, di probi costumi, che è stato, forse è ancora, il profeta, il veggente, o almeno il visionario della Madonna, non si sapeva che su quella collina fosse esistita una chiesa : io stesso avevo completamente dimenticato, non pensavo più a quattro righi di vaghe notizie in proposito, che avevo raccolte dieci anni or sono e non le avevo ad altri comunicate. Il Crincoli, invece, col quale mai prima si era di ciò parlato con me precisa il posto, e desta un entusiasmo popolare generale, non solo nel suo paesetto, ma anche in molte altre vicine e lontane regioni.
            I sogni di Giovannantonio Crincoli sono importanti perché, come assicurano varie persone cui li ha rivelati subito dopo averli avuti, presagirono avvenimenti poi in realtà verificatisi. Oltre all’aver precisato il posto dove si sarebbero trovati i ruderi della Chiesa e vari oggetti sacri (reliquario contenente cinque ossi di Santi, orecchini di oro zecchino, monete antichissime, medaglie commemorative, frammenti di stucchi di chiesa, lucerne, anfore, il piccolo quadro seicentesco della Madonna ed un pregevole Cristo, lavorato del secolo XV), anorchè non li avesse indicati tutti, egli – analfabeto – accennò, per averlo saputo in sogno da un Angelo, all’epoca della distruzione della chiesa («sono tre secoli »), e alle statue di due monaci, che erano ai lati della statua della Madonna: il che è un altro indizio per avvalorare la tesi che proprio lì doveva essere pure il monastero Verginiano anch’esso distrutto. Predisse che si sarebbero trovati archi in fabbrica del convento, un altare e un crocifisso, per venti giorni prima che si fosse trovato effettivamente il Crocifisso.
            Previde pure la posizione della porta dell’antica chiesa, il posto dell’ossario, i pellegrinaggi, la distruzione di case e campagne, le tre bellissime farfalle che avrebbero volato intorno al Crocifisso, il luogo ed il modo della giacitura di alcuni scheletri sotterrati da più secoli: e tutto è stato poi trovato. Alcune delle predizioni a me non costano direttamente, come dichiarate prima dei rinvenimenti, ma si assicura altresì che il Crincoli abbia sognato il 22 aprile, il posto e l’ora del ritrovamento del Cristo, che si effettuò il 23 detto mese del corrente anno.
Il 24 marzo ultimo scorso, il calzolaio Vito Di Fonzo fu Giuseppe, saputo che dei ragazzi avevano visto segni luminosi nella grotta, vi entrò carponi, e fu investito da un raggio di luce.
            Verso le tre antimeridiane del 23 aprile, l’arciprete locale Vittorio Novia sognò una grande processione con banda musicale ed il popolo in festa, ed attribuì il sogno a qualche grande avvenimento negli scavi di Santa Maria, che si sarebbe dovuto effettuare, e ne riferì a varie persone. Infatti, quel giorno stesso fu trovato il prezioso Crocifisso, e quindi si realizzò la sognata processione.
            Giuseppe Nigro fu Alfonso, con un suo compagno, distribuiva vino regalato a coloro che lavoravano per gli scavi, e notò che, con una damigiana di circa dieci litri, riempì recipienti per una quantità più che doppia, cosicché il vino sembrava aumentare a vista.
            Arcangela Di Carlo fu Rosaria, di anni 31, ai principii di maggio, sognò la Madonna, che le disse: il mio altare maggiore era proprio dirimpetto alla porta superiore di Bartolomeo DE Stefano fu Giuseppe. L’architrave attualmente esistente in casa di De Stefano segnò il limite tra la mia chiesa e la casa di lui. Per entrare bisogna pigliare la legge alla mano (qui per legge  il popolo intende le autorità). Quando scovrite la casa do De Stefano, piano gli embrici, piano le tavole, piano i travi, e piano le pietre (pure per osservare che c’è). Voglio la processione di Monteleone, con musica. Io sono la Madonna degli Angeli. Dopo tolte alcune pietre, deve uscire una cosa pregiata. Aveva in braccia il Bambino, anch’esso vivente.
            Qualche notte dopo, sogno di nuovo solo la Madonna, che disse : Di mezzo a quattro tavole (cassa?) mi hanno levata, e fra quattro tavole mi hanno posta (volendo significare che la sua statua era stata nascosta in altro posto, da qualcuno che l’aveva trafugata: mentre prima mi aveva indicato essa medesima il luogo preciso dove si trovava, fra tre angoli di muro). Il De Stefano disse che un suo ragazzo aveva trovato in un fondo di Rosario Furia fu Francesco, suo limitrofo, una catena di metallo, che aveva messa al suo mulo, ma il Furia dice di non aver mai visto quella catena. Qualcuno ha supposto che la catena, forse, apparteneva alla chiesa. De Stefano dice che l’architrave fu fatto costruire da lui. Tra De Stefano e Furia, suocero della Di Carlo, non corrono buoni rapporti. Il Crincoli sognò la Madonna anche sotto l’arco di casa De Stefano.
            Atonia Travisano di Francesco, di anni 35, contadina, il 25 aprile, sognò San Giuseppe, che voleva condurla a Santa Maria. Quando fu là, comparve la Madonna, che la portò girando per la grotta, la condusse dinanzi al muro della casa di De Stefano Bartolomeo, e le disse: Qui è la mia Cappella. L’altare era pieno di luminarie. Da un lato un monaco santo, con le mani in croce al petto, ed in mezzo si trovava la Madonna. San Giuseppe disse alla contadina: Se non bestemmi più, mi prenderò la tua anima. San Giuseppe e la Madonna mi presero per mano, e mi condussero a casa mia. La Vergine aggiunse: Io ho una pettina ed uno schienale d’oro, la corona mia, la corona del bambino e monete d’oro in una pignatta. Altri quattro o cinque anni, dopo aver passati tanti guai, verrai vicino a me. L’11 maggio, la notte prima di andare a San Michele, sognò di nuovo la Madonna, vestita color celeste, che le disse : SE non mi scavano, guai a loro, perché piange notte e giorno il Figlio mio.
            La notte del 22 aprile anche la contadina trentatreenne Brigida Cautillo di Angelo sognò il ritrovamento di un Crocifisso e, contale idea, andò il 23 aprile a scavare ed  a far scavare altri, compreso suo fratello Vito Santo di anni 40, proprio sul posto dove il Cristo fu rinvenuto.
            In soli due giorni, il 16 e 17 maggio, fu costruito un sacello nel luogo dove fu trovato il Cristo.
            Nel tempo di maggior fervore e di maggiore entusiasmo per l’invenzione degli oggetti sulla collina, il nostro popolo vide, per due giorni consecutivi, oscillare ad intervalli la corona saldamente infissa sul capo della statua dell’Immacolata esistente nella Chiesa Madre; corona che oscillò già un’altra volta in occasione del terremoto del 1910; quasi miracolosamente o, almeno, per causa finora inspiegata, forse inspiegabile.

***

            Ma, per quanto riguarda nenie e versi, ormai troppi, che forse potrebbero pur menomamente contribuir a diminuire la seria dignità ed il rispetto dovuto alla Madonna, è tempo di finirla; di non annoiare più il prossimo e Maria Santissima con canzoni e storielle; ormai basta! Bisogna pensare, invece, a costruire il tempio e alla devozione vera.
            Santa Maria nostra, invocata con fervore, dispensa grazie, quasi miracoli a chi a Lei si rivolge. Ciò confermano i certificati medici e le cinque vetrine piene di molti e diversi preziosi oggetti votivi, offerti per grazie ricevute dal maggio corrente anno finora.
            Le grazie speciali fatte da Santa Maria ad ammalati diversi sono state confermate da quattro dottori in medicina e chirurgia: il comm. Francesco Tullio, Vincenzo Rosa, Costantino Fucci, Eugenio Menzione; gli ultimi due almeno­- come gli altri, del resto-certo non sospetti di campanilismo, perché forestieri, l’uno di San Martino Valle Caudina, l’altro di Napoli.
            Raccomandandosi a Santa Maria, o con la di Lei particolare protezione, si sono avute varie guarigioni quasi miracolose, tra cui compendiamo quelle che ci sembrano più attendibili e più importanti: Filomena Gallo, già immobilizzata a letto per diversi mesi da sciatica doppia con radicolite; la bambina ottenne Jolanda Ciccone guarisce prodigiosamente da grave flemmone; il bambino di due anni Antonio Michele Magaletta di Pasquale, precipita da un’altezza di oltre quattro metri, e si trova in piedi incolume e sorridente, come nulla fosse avvenuto; il ragazzo di quattro anni Giovanni Monaco di Antonio viene travolto da un carretto contenente oltre un metro cubo di terreno, che gli passa sul corpo e lo lascia illeso; varie persone rimaste salve dall’ ultimo forte terremoto attribuiscono la loro incolumità a speciale protezione di Santa Maria, chiamata anche in aiuto; il ragazzo di sette anni Vito Cautillo di Gaetano,sbalzato da cavallo e rimasto col piede destro impigliato in una fune del basto, viene così trascinato, per oltre quattrocento metri su terreno accidentato ed aspro, da un mulo impennatosi, e si salva per intercessione  della Vergine di Santa Maria; il bambino di due anni Generoso Fischietti di Rocco, ridotto in fin di vita per bronchite e polmonite doppia con complicanze viscerali, è da Lei prodigiosamente guarito; persino a Buenos Aires, Donato Gallo, che doveva essere ricoverato d’urgenza in un ospedale per subire una grave operazione chirurgica, rivoltosi alla nostra Madonna, il mattino seguente si trova perfettamente guarito; il settenne fanciullo Gerardo Raimondi di Crescenzo era in condizioni allarmanti e, in pochi giorni, fu guarito da plaudire secca del lato sinistro; Antonio Guarini da Grottaminarda rapidamente guariva da forte infezione intestinale, per intercessione della Vergine; Michele Calandra e famiglia di Bisaccia, sollecitati dalla visione di Santa Maria, la notte del 23 luglio escono sulla strada appena in tempo per vedere ruinare la loro casa; Filomena Secchiano di Rocca San Felice, colpita da vari mesi da convulsioni con perdita di coscienza, ritorna allo stato normale nel sacello di S. Maria, appena baciata l’immagine del Cristo; l’operaio specializzato Carlo Ziviello di Gennaro, da circa due mesi affetto da profonda ulcerazione al piede sinistro a quattro fori e ribelle a tutti i rimedi, dalla sera al mattino, dopo aver sognato la nostra Madonna, trova le sue ferite cicatrizzate; in Aquilonia, l’operaio Lo Buono Giuseppe da Bisaccia, travolto da un autocarro di circa quaranta quintali, invocando S. Maria, viene estratto di sotto ad esso, con solo poche contusioni; l’ernia intasata del contadino Domenicantonio Tota fu Francesco, che doveva partire l’indomani per Napoli per un intervento chirurgico, resistente per più tempo ad ogni manovra medica curativa, in due ore spontaneamente si riduce; a Battipaglia, Angelo Morello ottiene una straordinaria miglioria agli occhi, invocando la nostra prodigiosa Santa Maria.
            Come ho accennato in principio, anche me la Madonna salvò dalla guerra e dai letali malanni della prigionia, destinandomi, forse, a cantare un giorno, debolmente come posso, le sue lodi.
            Pellegrinaggi talvolta persino di circa mille persone, ed altri pellegrini in gruppi o isolati, sono accorsi anche da Avellino, Bari, Campobasso, Genova, Milano, Trieste, Roma, Napoli, Montaguto, Panni, Greci, Monteleone, Guardia de’ Lombardi, Morra Irpinia, Bisaccia, Trevico, Carife. I pellegrinaggi numerosi dei  paesi vicini erano composti per la maggior parte da fanciulle dalle lunghe chiome fluenti, da adulti dal passo incerto, da ragazzi, da vecchiette appoggiatisi sul bastone, che vennero e vengono a piangere, a ringraziare, a supplicare l’immagine taumaturgica. Folle scalze, piene di ardente fede, innalzano preci e canti al cielo, offrendo doni e ceri in abbondanza, in segno di riconoscenza verso la gran Madre di Dio, anche per averle salvate dal recente flagello che ha funestato le nostre contrade. Fra gli altri, meritano maggiore lode i pellegrinaggi di Bisaccia e Carife, per Numero, per ordine, per compostezza negli atti e nei canti veramente dignitosi e solenni.

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            Santa Maria! Non appena, al mattino, l’aurora tinge il cielo di rosa, e poi, quando il sole tutto l’inonda di splendore; quando, tra la nebbia, scroscia la pioggia o la tempesta; quando i crepuscoli della sera rilevano, tra l’ombria, le campagne silenti, e le cime dei monti che intorno svettano, a te osannando; quando la luna, nel suo pallore d’argento, si effonde languida e candida, tra l’ammiccare delle stelle, e bacia il tuo sacello, che la nostra fede ed il nostro fervore eressero, come per incanto: Santa Maria, all’alba, col sole, con la pioggia e con la tempesta; al mattino, al giorno, alla sera – con preghiere tacite e con melodici inni – sempre invochiamo il tuo nome.
            Santa Maria! Ormai non sappiamo più stare senza di te. Ad ogni tratto, di te si parla, tra le occupazioni, tra gli studi, nel lavoro. Tu dolcemente invadi la nostra vita. Ed a noi cara, da noi è ambita la compagnia tua, del nome tuo.
            Anche perché tu nn sei sola, Maria! È teco sempre quel puttino, che ti scherza sulle ginocchia; e non si stanca mai di carezzarti (né tu di carezzarlo), di sorriderti: di sorriderci.
            Com’è caro Gesù! Com’è bene assortita la compagnia che ti sei scelta, o Maria! E noi vogliamo bene a Gesù, che ci ritorni Bambino ogni anno, col Natale, o Maria. Come! Non cresce mai!? No, non è Egli che  non cresce. Siamo noi che preferiamo immaginarcelo sempre in quell’età in cui Gli vogliamo bene, perché pegno prezioso di tanti tesori, di tante promesse! E noi godiamo a vederlo sempre così piccino; come se volessimo, ancora e sempre, un po’ allevarlo e carezzarlo anche noi, col nostro amore, il bel pargoletto. E forse l’amiamo più quand’è piccino, che quand’ascende risorto, tra lo sventolio della Sua bandiera al Cielo. Bambino l’amiamo; Maestro l’ammiriamo; Redentore risorto l’adoriamo.
            Come siete belli, Cristo e tu, o Maria! Tu, con Gesù, per Gesù, sei il ponte d’oro tra l’umanità nostra e la divinità: Gesù uomo – perchè Uomo – ci collega a Gesù Dio; e tu, o Maria, che generasti Gesù Uomo, sei l’anello d’oro tra l’umanità e Dio: tra le creature misere ed il Creatore onnipotente: tra il finito e l’infinito e l’Infinito.
            E noi sempre ti vogliamo, o Maria; e vogliamo insieme il tuo Gesù. Voi consigliateci, assisteteci, difendeteci. Con i nostri amici, con i nostri parenti prossimi; con i nostri amici ed i nostri parenti lontani. Proteggetici nella pace e nella guerra. Nella gioia che inebria, nel dolore che risana. Fateci sentire tutta la nausea pel peccato che ci attanaglia e da cui non sappiamo separarci; e tutta la bellezza della virtù che redime, della Fede che eleva. Proteggete i nostri interessi materiali; ma ancor più sollevate, santificandole, le degne nostre ambizioni morali. Spandete sui campi la fecondità ed il sorriso; nelle famiglie la probità e il bene; sul mondo la giustizia.
            E sia la tua Vallata, o Santa Maria, piccolo ma pur preziosa gemma nel serto regale che perennemente incoroni l’Italia.

TOMMASO MARIO PAVESE

 

LE GRAZIE
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Napoli – Miracolosa guarigione ottenuta da Ziviello Carmine

             La prodigiosa Madonna di S. Maria di Vallata ha voluto far sperimentare anche a me la sua infinita bontà e misericordia ed io, profondamente grato La ringrazio e desidero che si pubblichi nel periodico «S. Maria di Vallata » la grazia ricevuta, affinchè nell’ora del dolore nessuno disperi e con fiducia rivolga la sua preghiera a codesta miracolosa Immagine che spande le sue grazie a chi a Lei ricorre con fede.
             Per una morsicatura di scarpa, alcuni mesi or sono, si produsse al dorso del mio piede sinistro un’ulcerazione abbastanza grave, che le energiche e amorevoli cure, praticatemi per circa due mesi dal mio medico curante dott. Cav. Eugenio Menzione, non valsero a debellare. L’ulcerazione, anzi, era progredita in estenzione e profondità ed abbondante pus fuorusciva da quattro fori prodotti al dorso del piede.
             Per ragioni di lavoro e perché vivamente pregato dall’Impresario cav. Vosa, al quale necessita un operaio specializzato per i lavori di costruzione delle case sismiche in Vallata, mi recai in codesto paese nonostante il dolore, a volte insopportabile, che l’ulcerazione producevami al piede.
             Per due giorni, dolorante, riuscii a lavorare; al terzo, ero completamente sfinito. Lo strapazzo avevami prodotto una recrudescenza del male con gonfiore enorme del piede. Ritenni necessario ed impellente la partenza per Napoli.
             La sera precedente il mio ritorno in sede, trovandomi nella casa del sig. Novia Pietro, ebbi agio di apprendere tutti gli avvenimenti straordinari verificatesi in codesto paese e le miracolose rinvenzioni effettuatesi del Cristo e della Madonna, nonché le molte grazie di cui la miracolosa Immagine è stata dispensiera.
             Impressionato e fiducioso mi recai al sacello, che la fede di codesto popolo ha costruito a custodia del Cristo e del quadro della Madonna, ed una profonda invocazione elevai all’immagine miracolosa a che mi liberasse dal male al piede.
             In sogno, la notte, mi sembro vedere la Madonna a me sorridente.
             Al mattino, alzatomi, guardo il piede e, con somma meraviglia, osservo che col gonfiore era completamente scomparsa l’ulcerazione mentre i fori di fuoruscita del pus erano cicatrizzati.
             Piangente, caddi ginocchioni ed elevai un inno di ringrazziamento alla Madonna di S. Maria.
             Lo stesso giorno ripresi il lavoro.
             Era mio desiderio offrire, quale voto alla Madonna, un piede in argento, considerato peò, che per la costruzione del Tempio occorre molto denaro, riconoscente, invio L. 50.

             Napoli, 28 Ottobre 1930 – via Materdei N.8.

ZIVIELLO CARLO di Gennaro

ATTESTATO MEDICO

            Ho curato per circa due mesi il sig. Ziviello Carlo per un’ulcerazione al dorso del piede sinistro ribelle a tutti i rimedi.
            Da un giorno all’altro tale ulcerazione, dipendente da morsicatura di scarpa, si è trovata perfettamente guarita.

Dott. EUGENIO MENZIONE          
Vico Storto S. Agostino degli Scalzi 12 – Napoli

 

Aquilonia – Salvo dalla furia di un autocarro invocando la Madonna di S. Maria

            Nelle contrade dell’Irpinia devastate dal terremoto, l’aumentato traffico dei motori a scoppio ha portato all’ordine del giorno quelle disgrazie della strada che, per lo innanzi, erano prerogative delle grandi città e delle vie di grande commercio.
            In vista di ciò, tra le tante raccomandazioni alla nostra S. Maria, non sarebbe fuori di proposito anche quella per la nostra incolumità nell’attraversare le vie.
            Questo pensiero ci viene suggerito da una bella grazia descritta dal giovane Lubuono Giuseppe, da Bisaccia, devotissimo della Madonna di S. Maria al cui sacello più volte si è recato in pellegrinaggio.
            Mentre costui, trasferitosi dalla natia Bisaccia in quel di Aquilonia oer ragioni di lavoro, era intento a trasportare materiale da costruzione. Fu investito e travolto da un autocarro del peso di circa quintali 40, giunto a tutta velocità per la forte pendenza del tratto di strada che percorreva. Fu un momento solo! Ma esso pel giovane devoto di S. Maria, fu bastevole ad invocare il nome della sua Protettrice, che operò il prodigio. Con poche contusioni soltanto il giovanotto viene estratto da sotto il pesante autocarro bruscamente frenato.
            Profondamente commosso, con negli occhi ancora lo sbandamento pel pericolo evitato, in compagnia dei genitori, viene a rendere grazie alla Madonna di S. Maria, offrendo lire 10.

 

Vallata – La benevole protezione di S. Maria non abbandona i suoi devoti.

            Il contadino Domenicantonio Tota fu Francesco, da Vallata, devoto fervente di S. Maria, al cui ritrovamento indefessamente erasi prodigato, è costretto a letto dolorante per un’ernia intasata: Le energiche manovre, adoperate per parecchio tempo dal medico curante dott. Vincenzo Rosa, per la riduzione, riescono infruttuose, per cui al paziente vien consigliato un intervento chirurgico.
            Ed i famigliari, piegando il capo alla dura necessità, affrettano i preparativi per la partenza da effettuarsi all’indomani, alla volta di Napoli.
            Ma il devoto di S. Maria sente di non dover disperare. Una fervente preghiera egli eleva alla sua adorata Protettrice, che ancora una volta dimostra non essere cosa vana il ricorrere a Lei. L’ernia spontaneamente si riduce a tutt’i timori e le preoccupazioni dei familiari e del miracolato sono dissipati.
            Il medico curante, richiamato, non fa altro che constatare il prodigioso avvenimento.

ATTESTATO MEDICO

            Certifico io qui sottoscritto Dottore in medicina e chirurgia, che il contadino Tota Domenicantonio fu Francesco di questo Comune era affetto di ernia intasata e che le manovre adoperate per parecchio tempo, per la riduzione, riuscirono infruttuose, tanto che venne consigliato un intervento chirurgico.
            Tornato presso l’infermo dopo circa due ore dalla prima visita rilevai che l’ernia si era spontaneamente ridotta.
            In fede del vero rilascio il presente certificato.

            Vallata, 22 ottobre 1930.

F.to: Dott. VINCENZO ROSA

 

Battipaglia (Salerno) – Istantanea miglioria di malattia agli occhi.

            Un atroce dolore agli occhi non mitigato da alcun medicamento, rendevami insorpottabile l’esistenza. La invocazione della prodigiosa S. Maria di Vallata, alla cui immagine devotamente mi prosto, ha arrecato ai miei poveri occhi un lenimento straordinario con rilevante miglioria. Riconoscente invio lire 50.           

            Novembre 5 1930

MORIELLO ANGELO

 

Protesta

            Conformandoci ai decreti di Urbano VIII e della Sacra Congregazione dei Riti, dichiariamo solennemente che, salvo i dommi e tutti ciò che la S. Sede ha definito, a tutto quello che vien pubblicato nel presente bollettino, non va data altra fede che l’umana.

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Ai Vallatesi residenti nelle Americhe

            Il Santo Natale! Lo auguriamo felicissimo a voi tutti, che dure necessità economiche han costretto ad abbandonare il focolare domestico.
            Il cantico delle campane di Natale si diffonda e penetri sino alle anime vostre : che suonino gloria, pace, conforto, monito e consolazione.
            La portentosa S. Maria, che tanta mistica luce diffonde sul vostro e nostro paesello natio, interceda a che il bambino di Betlemme protegga voi specialmente nelle circostanze critiche che attraversate e conservi nel vostro cuore l’incomparabile dono della fede.
            E, con l’augurio, a voi giunga fervido il voto di noi tutti a che non manchi alle nostre fatiche il vostro generoso contributo per l’attuazione dell’opera altamente cristiana a cui ci siamo accinti.

Il Comitato                            
PER L’ERIGENDO TEMPIO DI S. MARIA

 

 

Offerte in denaro
per grazie ricevute e da ricevere

Ziviello Carlo, Napoli L.  50,00
La Villa Maria Domenica, Vallata  »  55,00
Travisano Filomena, Vallata  »    5,00
D’Alessandro Rosina, Vallata  »    8,00
Tanga Costanza, Vallata  »  16,00
Pichiarallo Maria, Vallata  »  25,00
Rosati Alfonso, Vallata  »  10,00
N.N. Oscata  »  25,00
D’Antico Rocco, Newark  »  92,50
Teresa Netta, Newark  »  18,50
Cantillo Alfonso, Elizabeth  »  18,50
Garruto Francesco, Vallata  »  25,00
Lubuono Giuseppe, Bisaccia  »  10,00
Rizzi Paolo, Ascoli Satriano  »  20,00
Netta Amalia, Newark  » 100,00
Morello Angelo, Battipaglia

 »   50,00

Raccolte da Maria Francesca Gallo, Ashley:
Maria Francesca Gallo dollari 2, Antonio Cefaly 2, Vittoria Altavilla 0,50, Giovannian Pisani 0,25, Giovanni di Polto 0,50, Lucia Gigliotti 0,25, Grano Anfiero 0,10, Carmela De Falco 0,25, Carmela Zambetti 0,30, Elvira Yovanni 0,25, Giuseppe Musto 0,35, Giuseppe Barbara 0,25, Maria Egidio 0,45, 0,45, Maria Zambetti 0,25, Luigi Cornelia 0,25, Michelina DE Falco 0,50, James Dominich 0,40, Maria Del Giudice 0,50, Anthony Cryde 0,25, Incoronata Grande 0,50, Antonietta Sciarra 1,00, Antonio Tamarazzo 0,50, Vincenzo Bover 0,50, Raffaele Bover 0,50, Maria Pisani 0,50, Giovannina Lotto 0,50, Filippo Delia 0,50, Francesco Delia 1,00, Antonio Tedesco 0,50, Carolina Castrignano 0,25, Giuseppina Giuda 0,50, Grazia Sirena 0,25, Raffaele DE Falco, Pietro Devis 0,50, Antonio Cefali 0,50, Rosina Bellomo 0,50, Lorenzo Mirra 0,25, Costantina Cerminara 0,30
Totale in dollari 19,40 pari a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

 

 

 

 

 

 

 

 

 L. 350,

Guerrizio Annunziata, Aquilonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  L.  50,00
Adelina Netta, Newark . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  L.  20,00
Silla Generosa, Newark . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  . .  L.200,00
Atlante Assunta, Vallata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  L.  20,00
Architetto Eugenio Paroletti, S. Sede, Ariano. . . . . . . . . . . . . .

 L.  10,00

Bove Pietro, Vallata . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  L.  20,00
Vito Fischietti, Vallata. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

 L.  25,00

Carito Giuseppe, Buenos Aires . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  L.  25,00
Cap. Alessandro Cataldo, Vallata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  L.  50,00

 

OGGETTI VOTIVI
(Quinto elenco)

            Ignoto, orecchini d’oro – Cataldo Eugenia, serracollo con ciondolo d’oro – Del Sordi Maria, porta capelli in miniatura – Ignoto, laccio con ciondolo d’oro – Ignoto, anello di oro – Ignoto, anello d’oro – Gallicchio Maria Grazia, anello di oro – Maiorana Maria, breloque d’oro – Gallo Leopoldo, anello d’argento – Ignoto tre anelli d’oro – Forte Anna, orecchini corallo – De Stefano Maria Atonia, anello e breloque di oro – Ignoto, anello di oro – Ignoto, orecchini d’oro a palle – Sauro Lauretta, spilla d’oro – Gallo Maria, barilotti d’oro  numero due – Cornacchia Maria Carmela, anello d’oro – Leone Vito, spilla e breloque d’oro – Ignoto, anello d’oro – Ignoto, cinque pezzi di argento – Gradone Carmine, orecchini di oro – Colicchio Rosaria, breloque di oro – Gallicchio Nicolino, breloque e anello d’oro – Novia Aurora, orecchini con ametiste e diamantini – Ignoto quattro pezzi di argento – Ignot, collanetta con breloque di oro – Paternostro Donatella, orecchini di corallo – Strazzela Bucci Genoveffa, spilla di oro – La Quaglia Michele, laccio di oro – Nufrio Consiglia, orecchini di oro – La Vecchia Maria Francesca, breloque di oro – Patetta Antonio, spilla di oro – Stanco Silvia, orecchini di corallo e tre anelli di oro – Ignoto anello di oro – Nigro Grazia, orecchini di oro – Ignoto, braccialetto a maglie di oro – Bove Carmela, collanina con ciondolo di oro – Ignoto, testina di corallo – Ignoto, bottone di oro e anello di argento – Berardi Rebecca, susta d’oro e campanello di argento – Del Gaudio Pasqualina, spilla d’oro – Colicchio Mari, anello di oro – Di Maggio Maria Francesca, breloque di oro – Santa Grazia, stella oro – Malgieri Maddalena, orecchini di oro – Pennella Teresa, fermaglio di oro – Archidiacono  Rosaria, breloque di oro – Ignoto, orecchini di oro – Strazzella Maria Grazia, orecchini di corallo – Ignoto, anello di oro – Ignoto, ancora di argento – Giordano Grazia, spilla di oro – Gallicchio Nicoletta, laccio d’oro con ciondolo – Crincoli Rosario Emilio, anello di oro con rubino – Melillo Francesco, anello di oro – Pavese Carmela, bottoni di oro – Ignoto, catena con ciondolo ed anello di oro – Ignoto, breloque di oro – Di Carlo Carmela, orecchini di oro – Crincoli Michelina, spilla di oro e cuore di argento – Quaglia Caterina, orecchini di oro – Nigro Gennaro, orecchini di oro – Moscaritolo Carmine, anello di oro – Nicolais Grazia, spilla di oro – Serra Atonia, anello di oro – Cataldo Vicenza, spilla di oro – Malgieri Caterina, anello di oro – Mocciola Concetta, spilla di oro – Ragazzo Vito, spilla ed anello di oro – Chirichiello Gaetano, breloque ed orecchini di oro – Cicchetti Luigi, orologio di argento – Bella Crescienza, corniola – Fischietti Carmela, catenina di oro – Tanga Lucia, orecchini corallo – Furcolo Michelina, anello di oro – Fischietti Rocco, due anelli d’oro – Cantillo Marino, breloque di oro – Colicchio Alfonsina, orecchini di oro – Rendina Alfonso, orologio placcato oro --  Gradone Rachele, ciondolo di oro – Salvatore Filomena, catenina di oro con ciondolo – Crincoli Angela Maria, anello di oro – Garruto Divina, anello di oro – Strazzella Giovannina, orecchini di oro – Chirichiello Felicina, anello d’oro – Pali Rocco, laccio d’oro con ciondolo: tre pezzi d’argento e due di corallo – Damiano Concetta, corno d’oro – Russo Giuseppina, orecchino di oro – Gallicchio Maria, laccio d’oro – Ignoto, Laccio oro con croce – Ignoto, cindolo smaltato – Ignoto, fede d’oro – Strazzella Esterina, collanetta d’oro – Ignoto, anello d’oro – Strazzetta Crescenzo, anello di oro – Rinaldi Vincenza, anello d’oro – Ignoto, anello d’oro – Ignoto, anello d’oro – Cela Angela e consorte, tre anelli d’oro – Branca Carmela, laccio d’oro ed orologio d’argento – Carmelo Gaetano, laccio d’oro con ciondolo – Giannetta Mariannina, bottoni d’oro – Rosati Filomena, laccettino d’oro con condolo – Mazza Rocco, catena d’argento con ciondolo corallo – Cicchetti Vito, collanetta d’oro con ciondolo – Crincoli Carmna, anello e breloque d’oro – Mazza Rocco, orecchini d’oro – Ignoto, laccio con ciondolo – Forgiane Carmine, bottoni d’oro e ciondolo d’argento – De Matteis Angela Rosa, laccio d’oro con ciondolo – Del Campo Concetta, orecchini e breloque – Ignoto, anello d’oro.

(Continua)

 

AZIONE CATTOLICA

Azione Cattolica e Cultura Religiosa
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Premessa

            La cultura religiosa, nei rapporti con l’Azione Cattolica, può essere intesa come attività interna, ossia come mezzo di formazione dei soci dell’Azione Cattolica; e come attività esterna, ossia come mezzo di apostolo al di là delle nostre file.
            Nel primo senso la cultura religiosa entra più direttamente nel mansioni dell’Assistente Ecclesiastico, che è particolarmente educatore. Premessi alcuni concetti intorno all’importanza fondamentale della cultura religiosa, in genere, vogliamo esaminare l’estensione, il concetto e i mezzi della cultura religiosa dei soci di A.C., dicendo infine una parola sul modo d’istruire.

1. Fondamento della vita Cristiana

            La cultura religiosa, in genere, deve considerarsi come il primo mezzo, indispensabile, nella formazione delle coscienze. Essa è il fondamento della vita cristiana. Quest’affermazione prova la sua conferma:
            A)     Nella legge psicologica per cui la volontà segue l’intelletto;
            B)     Nell’esempio di Cristo, degli Apostoli, della Chiesa.
            Il docete omnes gentes è il primo precetto di Cristo ai suoi Apostoli; senza magistero non sarebbe ministero salvifico.
            Di qui una conclusione pratica evidentissima. L’A.C. che vuole educare i suoi soci alla pienezza della vita cristiana, deve considerare l’istruzione religiosa come il primo articolo del suo codice educativa. E ciò specialmente nelle associazioni giovanili, che hanno uno scopo prevalente, se non esclusivo, di formazione.
            Gli assistenti Ecclesiastici devono perciò curare con la massima sollecitudine quest’attività interna, e usare criteri di proporzionato rigore e intransigenza per combattere la negligenza e l’inerzia.

2. L’estensione.

            1. I soci dell’Azione Cattolica devono avere, come base, l’istruzione comune, e cioè quella che è doverosa e necessaria a tutti i fedeli: «Prima di tutti le grandi linee del catechismo» ha raccomandato più d’una volta il Santo Padre, parlando ai nostri organizzati. Questa dunque, la prima occupazione dell’ Assistente.
            2. Ma non basta. L’Assistente deve formare i suoi consolo nella vita cristiana ma anche all’apostolato. Quindi sulla base dell’istruzione comune deve poi edificare, innalzare… Il Santo Padre ha detto che ai soci di A.C. bisogna dare una«cognizione adeguata delle cose divine »; adeguata cioè alla loro missione di apostolato.
            I soci di Azione Cattolica devono dunque avere un perfezionamento, un completamento di cultura religiosa. Il grado di questa istruzione complementare sarà poi diversa secondo le condizioni dei soci, l’età, le possibilità, e così via.

3. Il contenuto

            Premesso che i soci dell’A.C. devono conoscere bene tutte le parti del catechismo che l’Autorità Ecclesiastica prescrive a tutti i fedeli, vogliamo vedere il contenuto di quello che abbiamo chiamata istruzione complementare.
            Si suggeriscono le seguenti linee programmatiche:
            1. Approfondimento delle verità comuni del catechismo, almeno delle più importanti, secondo l’età e la condizione dei soci. Il Catechismo – ha detto il Santo Padre – è un libro che deve crescere col crescere dell’età e degli studi… Esso deve crescere particolarmente pei nostri soci.
            2. Studio particolare dei doveri sociali del cristiano (integramento dei doveri religiosi e morali) sulla base della dottrina cristiana e particolarmente dei documenti del magistero della Chiesa, in modo – come vuole Pio XI – da «formare coscienze così squisitamente cristiane, che sappiano in ogni momento, in ogni situazione della vita privata e pubblica, trovare, od almeno bene intendere ed applicare la soluzione cristiana dei molteplici problemi che nell’una e nell’altra condizione si presentano». (Enc. Ubi arcano Dei).
            3. Studio meditativo del Vangelo, fonte prima di ascetismo, sotto la guida dell’Assistente Ecclesiastico. Il Vangelo è un libro ancor troppo chiuso ai cattolici, anche ai soci di A.C.
            4. Studio meditativo della Liturgia, altra fonte fecondissima di vita ascetica. Avvicineremo così le anime all’Altare, da cui attingeranno più copiosamente.
            5. Studio della Storia Sacra ed ecclesiastica, e dalla agiografia con opportuna selezione di fatti. Se tutta la storia è maestra della vita, quanto più la storia della chiesa.
            6. Lezioni apologetiche, adottate ai bisogni dei tempi e al grado di cultura dei soci. Però ogni cosa a suo posto: prima dell’apologetica il catechismo.

4. I mezzi

            Mezzi orali e scritti:

            Anzitutto partecipazione diligente dei soci di A. C. all’istruzione catechistica che si fa in parrocchia per tutti i fedeli, secondo l’età e condizione. Ciò, oltre che un mezzo d’istruzione comune, è un mezzo di educazione, di apostolato. Col loro esempio i soci di A. C. collaboreranno efficacemente col Parroco a ristorare le sorti del catechismo parrocchiale, se devoluto.
            Uno dei mezzi più utili, e già felicemente in uso, per le organizzazioni giovanili, è quello delle gare di cultura religiosa.
            Per le organizzazioni adulti (uomini e donne) si presentano più pratici i corsi di lezioni.

5. Sul modo di istruire

            Sul modo di impartire l’istruzione religiosa è utile che gli Assistenti Ecclesiastici abbiano conoscenze specifiche. Istruirsi come istruire : imparare ad insegnare : è la necessità di ogni maestro, e specialmente di religione.
            Canone fondamentale di ogni istruzione è questo : istruire educando, educare istruendo. Noi non vogliamo la cultura per la cultura, ma la cultura per la vita. Se questo vale per ogni cultura, che dire della cultura religiosa?

 

CRONACA DIOCESIANA
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Morra Irpino
Circolo S. Gerardo Majella

            Il 25 corrente riuscì solenne la giornata di turno di preghiere pel Papa. Tutti gli Aspiranti e fanciulli cattolici si fecero la comunione. L’Arciprete incoraggiò a tutti di pregare pel nostro Padre Comune, e distribuì delle fotografie del Papa.
            Annunziò che ogni domenica alle ore 9 ci sarà in Parrocchia la Messa per i Fanciulli Cattolici, Beniamine, ed Aspiranti.

Vallata
Adunanza della Giunta Diocesana

            La Giunta Diocesana, ricostruita in Vallata il cinque ottobre scorso, per le ragioni già note; il 27 Novembre si riunì per la seconda volta sotto la presidenza del cav Laurelli, assistito da Mans. Novia. Intervennero tutti i membri locali, e si svolse il seguente ordine del giorno:
            1. finanziamento della Giunta Diocesana; l’Assistente Ecclasiastico fece le seguenti proposte che furono discusse ed approvate:
            a) Tesseramento per l’anno 1931
            b) Giornata di Azione Cattolica che ha tre scopi principali: 1. invocare l’aiuto e la protezione del Cielo sulle nostre opere; 2. far conoscere l’A. C. con conferenze, e distribuzioni di pubblicazioni relative, facendo richiesta all Giunta Centrale dei fogli di propaganda; 3. raccogliere i mezzi finanziari occorrenti alle nostre opere. Perciò la giornata di A. C. è giornata di preghiere, di propaganda e di offerte.
            c) Contributo. Pregare Monsignor Arcivescovo di chiamare le parrocchie stess a contribuire a favore dell’A. C. perché essa è costituita in aiuto dal ministero Parrocchiale.


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Con permesso dell’Autorità Ecclesiastica
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Direttore responsabile: Mons. GENEROSO NOVIA

 

 

3° Elenco di abbonati

            Amorosina Lina (Napoli)—Blasi Emma (Paternopoli) – Biancamano Maria (Vallata) – Branca Porzia vedova Roppo (Benevento) – Crimaldi Luigi (Zanzara) – Crincoli Gaetano (Vallata) – Ciacca Maria (Napoli) – Criscuoli (Avellino) – Contardi Lucia (Avellino) – Carullo Rosa (Candela) – Clemente Giovannina (Vallata) – Di Cosimo Incoronata (Vallata) – D’Ambrosio Vito (Carife) – De Luca Atonia (Bisaccia) – Di Fonzo Maria (Vallata) – Delfina Maria (Avellino) – Di Sabato Maria Apostolico (Zanzara) – De Paola Carmela (Vallata) – Del Campo Maria Michela (Vallata) – Forgiane Francesco (Torella dei Lombardi) – Fischietti Incoronata (Vallata) – Picara Santo (Reggio Calabria) –Gallo Giuseppina (Napoli) – Gentile Maria Francesca (Bisaccia) –  Garruto Vincenzo (Ascoli Satriano) – Maria D’Errico (Foggia) – Gallo Letizia (Vallata) – Leone Angelina (Vallata) – La priore Vito (Ascoli Satriano) – Laviano Angelina (Roma) – Mazza Rocco (Vallata) – Musolino Antonio (Reggio Emilia) – Morello Angelo (Battipaglia) – Mancini Saverio (Benevento) – Netta Amelia (Newark) – Netta Alfonsina (Vallata) – Piccolella Gaetano (Andretta) – Primavera Annunziata (Vallata) – Petrillo Teresa (Scampitella) – Pennella Ida (Fratte di Salerno) – Romano Stefano (Reggio Calabria) – Rizzi Paolo (Ascoli Satriano) – Raffio Maria (Benevento) – Sammartino Luigi (Salerno) – Sabino Stanislao (Paternopoli) – Strincone Lucia (Vallata) – Scarpa Fortuna (Napoli) – Speranza Concetta (Avellino) – Siniscalchi Vincenza (Napoli) – Tanga Maria Pulcheria (Vallata) – Zoccoli Giuseppe (Reggio Calabria)

 

PUBBLICAZIONI

 RILEVAZIONI DI GIOVANNI ANTONIO CRINCOLI – In foglietto a stampa – 2. edizione – L. 1,00 la copia.

A S. MARIA – Poesia – Edizione comune L. 0,30 la copia – Edizione di Lusso L. 0,50 la copia.

INNO A S. MARIA – Poesia – Edizione di lusso L. 0,50 la copia.

FOTOGRAFIE DEL CRISTO E DELLA MADONNA – L. 1,00 la copia.

FOTOGRAFIE DEGLI SCAVI – L. 1,00 la copia.

INNO A Maria, serenata mistica di T. M. Pavese.

                        Si trovano in vendita presso il COMITATO PER L’ERIGENDO TEMPIO DI SANTA MARIA, (Avellino) VALLATA.

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Tipografia Lorenzo Barca – Piazza Tribunali 46 -- Napoli

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