Comunità di Vallata tra Chiesa Madre, Cappellanie e Regia Dogana - Sergio Pelosi — Don Vincenzo Pelosi fu Gaetano.

Capitolo VII
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7.6 Don Vincenzo Pelosi fu Gaetano.

        Fu il piccolo di casa di  Don Gaetano e Donna Erminia Araneo perché nacque a Vallata il 20 Settembre 1868, quando suo fratello Carmine aveva già 11 anni e la sorella Marietta poco più di due essendo nata il 9 Ottobre 1866 . Al pari di suo fratello maggiore Carmine, dopo l’ottava ginnasiale, equiparata all’attuale terza media, fu mandato a studiare al Liceo Collegio “La Salle” di Benevento. Fu, come spesso accadeva in quella casa, un grande appassionato di armi e vero intenditore di cavalli trottatori e di cani da caccia quali segugi e bracchi che gli servivano per scovare la selvaggina ed uno dei siti preferiti per provarli era alla “Difesa dei Cugni” a Melfi, appartenente a suo cognato Enrico Araneo che aveva sposato la sorella Marietta, oppure sulle terre a pascolo lasciategli dal padre a Carbonara, odierna Aquilonia.  Il 10 Settembre 1899  sposò Teodora Maffia nella Chiesa di San Giovanni Battista di Castelluccio Valmaggiore(FG), figlia di un noto proprietario terriero, dottore in Legge e Sindaco di Orsara di Puglia per svariati anni, un vero pezzo di storia della Provincia di Foggia. Così, Don Vincenzo, avendo perduto il padre ben 13 anni prima del suo matrimonio ed avendo avuto come punto di riferimento solo la madre, fu lei che sottoscrisse i suoi capitoli matrimoniali e subito trovò nel suocero, Don Gaetano Maffia, il padre che gli era mancato. Del resto, questi si convinse della bontà del matrimonio della figlia Teodora a cui era molto legato, grazie al giudizio positivo che diede sul suo conto la sua seconda moglie, Donna Eloisa Trombetti di Monteleone di Puglia ed anche perché, come raccontò Palladino33, ricevette una lettera di rassicurazione dal suo amico di studi universitari, l’Avvocato Manetti,  Sindaco di Ariano Irpino.  Ed anche in questo caso la politica a casa Pelosi svolse un ruolo fondamentale anche per le questioni di cuore!!! Donna Teodora  Maffia era nata il 5 Marzo 1873 ed era figlia della nobildonna Marietta Paolella di Castelluccio Valmaggiore(FG), unica tra i tre figli avuti da Don Gaetano Maffia, ad aver avuto una discendenza. La mamma di Teodora era Donna Marietta Paolella, imparentata con la famiglia Orsini, duchi di Gravina ed alle nozze celebrate in pompa magna nella Cappella al lato del Palazzo Paolella, i testimoni furono il Conte Varo ed il Duca di Bovino con le rispettive consorti. In occasione del loro matrimonio, come riferito dall’autore del libro “I Maffia” i festeggiamenti durarono per oltre quindici giorni con serate danzanti presso il Palazzo Orsini anche durante la breve assenza degli sposi che furono ospiti per circa una settimana presso la villa del duca di Bovino a Napoli. Don Vincenzo Pelosi, però, non conobbe mai  sua suocera, Donna Marietta Paolella che scomparve precocemente a 41 anni, per la grave malattia di quel secolo. Dopo due anni e mezzo di vedovanza Don Gaetano Maffia si risposò ed ebbe altri 6 figli dalla moglie di secondo letto, Donna Eloisa Trombetti, che convinse il marito ogni giorno di più che Don Vincenzo Pelosi aveva un’ottima educazione che lo rendeva un uomo assai distinto. Così, i capitoli matrimoniali Don Gaetano Maffia li redasse assieme alla consuocera, Donna Erminia ed il tutto fu mirabilmente descritto dal già citato autore Dr. Pantaleo Palladino. Così, questi descrisse il giorno del matrimonio in cui Don Gaetano Maffia fece offrire a tutti i dipendenti una giornata di paga per festeggiare la figlia ed il banchetto che seguì in casa non aveva avuto precedenti in Orsara e : “a sera inoltrata, quando ancora c’era il lume delle fiaccole e delle candele accese, il portone di casa ancora gremito d'ospiti pronti a salutare gli sposi, questi si preparavano a lasciare il Palazzo Maffia per raggiungere Vallata, dove Teodora avrebbe vissuto per 12 anni nel Palazzo Pelosi a Piazza Garibaldi ”.
        Don Vincenzo ebbe sempre ottimi rapporti con il fratello Carmine che, in molte occasioni gli fece da guida ed a quell’epoca del suo matrimonio, già stava pensando di trasferirsi con la famiglia a Flumeri; aveva da poco finito il suo quasi decennale impegno politico come Sindaco di Vallata e presidente della Congrega di Carità, ma desiderava tanto che tutti i suoi figli nascessero a Vallata. Quando prese quella decisione era già il 1908 e, da allora i rapporti tra i due fratelli furono sempre più curati dal figlio primogenito di Don Carmine, Andrea, mio nonno, che fu sempre il  nipote a cui don Vincenzo tenne tanto. Infatti, a lui raccontava molti dei suoi problemi personali che andavano da quelli economici a quelli di natura medica, essendo seriamente preoccupato per la salute della moglie Teodora ed il nipote Andrea gli consigliò di recarsi con la zia a Napoli dove, in quei giorni si mise a sua disposizione per le visite specialistiche, prendendosi cura lui del piccolo “Tanino” che, all’epoca, aveva 4 anni e viaggiava con loro. Questo fu quanto raccolto  dell’autore, che possiede anche gli orari di arrivo dei treni da Ariano a Napoli e la prenotazione dal medico specialista in pneumologia. A giudicare dal tenore di alcune lettere, Don Vincenzo dovette essere anche un uomo divertente, un amante della vita e pieno di sano umorismo. A Vallata, Donna Teodora, nel corso dei dodici anni di matrimonio e nonostante i suoi problemi di salute, partorì 5 volte:  il primogenito nacque il 20 Ottobre del 1900, e non potette avere altro nome che Gaetano, poi fu il turno di una femmina di nome Erminia nata il 10 Aprile 1902, poi nacque Rosario, Carmine il 22 Febbraio 1904, poi nacque il 27 Agosto 1905 Mario Giovanni che morì a 5 anni e per finire nacque Vincenza il 18 Aprile 1908, morta di pochi giorni.  Il padre di Teodora, Don Gaetano Maffia, di tanto in tanto si recava a Vallata dalla figlia che lo ospitava con immenso piacere e per ricevere l’abbraccio dei tre affezionatissimi nipoti Gaetano, Erminia e Rosario che furono coloro che diedero origine alle generazioni successive. Ma, il male del secolo che contrasse anche Donna Teodora, probabilmente stando accanto a sua madre, non la risparmiò e non colpiva solo le classi  più povere, come si credeva all’epoca, ed il 26 Gennaio 1911, spirò all’età di 38 anni. Gli eredi di Teodora, con il passare degli anni, si resero conto di non aver mai usufruito di quelle proprietà del nonno che nel frattempo ebbe una nuova famiglia ed altri figli ed iniziarono un lunga azione legale.
        La causa contro gli eredi Maffia di 2° letto fu portata avanti per tanti anni dal marito di Donna Erminia, secondogenita di Donna Teodora che aveva sposato il cugino  Enrico Pelosi, figlio minore di Don Carmine e fratello di mio nonno Andrea(Foto51).
        Don Enrico, così divenne non solo il procuratore degli interessi di Erminia, ma anche degli eredi di Gaetano e Rosario Pelosi, i quali vendettero tutto ciò che poterono in quel di Orsara di Puglia. Tutta la storia mi fu raccontata ancor prima della presentazione del libro “I Maffia” dallo stesso autore che ha cercato di rintracciare, ma inutilmente, qualcuno dei discendenti di quella storia ma, a Vallata, non trovò nessuno perché gli eredi di Teodora erano, a sua insaputa, a Flumeri, in Toscana e  nel Lazio. Poi, un giorno d’estate, l’autore del libro si recò a Monteleone di Puglia ed incontrò Michele e Luciano Trombetti, parenti della moglie e gli riferirono che loro conoscevano un Pelosi che d’estate stava lì e, guarda caso, abitava nel Palazzo che fu di Don Fedele Trombetti, loro parente ma, non sapevano se io fossi un discendente dei Pelosi di Vallata. Così, ci conoscemmo e, pur non essendo un discendente diretto di Don Vincenzo e Donna Teodora, ma di Don Carmine, suo fratello maggiore, fui subito coinvolto emotivamente in quella storia.  Fu così che ebbi modo di presentargli due dei veri discendenti di quella storia, Erminia ed Enrico Pelosi che vivono a Flumeri e che portano gli stessi nomi  degli ascendenti. Poi, diedi al Dottor Palladino l’indirizzo di Paolo, figlio di Rosario che vive a Pisa perché non conoscevo ancora i miei parenti di Roma, cioè Vincenzo, Francesco ed Alberto, figli dell’Ingre Gaetano (Foto 52), primogenito di Donna Teodora Maffia e Don Vincenzo Pelosi. Arrivò poi, il giorno della presentazione del suo libro e fummo, invitati ad Orsara di Puglia, nella Sala Consiliare stracolma di gente, il 1° Giugno 2006 io, mia sorella Enrichetta, Erminia ed il fratello Enrico con la moglie Teresa, assieme a Michele ed al quondam Luciano Trombetti, accompagnati dalle relative consorti, la Signora Montieri e la Signora Ferrara in rappresentanza della famiglia d’origine del 2° matrimonio di don Gaetano Maffia contratto con Donna Maria Eloisa Trombetti.
        Pubblicamente e simbolicamente, fu fatta pace, dopo più di un secolo, tra gli eredi Pelosi – Maffia di 1°letto e quelli Trombetti - Maffia di 2°letto. Per me, quella storia fu sorprendente, perché sapevo che il mio bisnonno Don Carmine non solo fu presente al matrimonio del fratello Vincenzo a Castelluccio Valmaggiore ma, rappresentò ad Orsara la famiglia Pelosi, assieme al figlio Andrea, cioè mio nonno che quell’anno si era appena diplomato al  Liceo Classico di Badia di Cava ed infine, per uno strano disegno del destino, io stesso, da parte di mia nonna materna ero un discendente Trombetti, trascorrendo ogni anno il mese di Agosto un piacevole soggiorno nell’antica casa che fu del Capitano di Cavalleria napoleonico nonché Guardia d’onore a Palazzo Reale, Foto 53,  Don Fedele Trombetti (Fondo dell’Intendenza di Capitanata-Guardia d’onore 1809-1810, b. 7 f.95), ed ora dopo 5 generazioni, quella è in possesso dell’autore.  Mi è subito venuto in mente che: ”forse, qualcuno da lassù voleva che si chiudesse una brutta storia ed il sottoscritto è stato solo un mezzo nelle loro mani!!!.” Per questa vicenda per la quale non ho avuto modo di comunicare con gli altri eredi di Don Vincenzo Pelosi e Donna Teodora Maffia, perché non li conoscevo e non potevo quindi invitarli, posso soltanto dire che ho sentito ugualmente di aver avuto tutto il loro plauso per quell’episodio, se è vero come è vero che il DNA vorrà pur significare qualcosa e che dovremmo, ancor oggi, avere più di qualcosa in comune.
Don Vincenzo Pelosi fu Gaetano      +      Teodora Maffia fu Gaetano

Gaetano + Marianna Laurelli Erminia+ EnricoPelosi Rosario + Michela Galfrè
       
Vincenzo -  Francesco - Alberto Carmine   –    Vincenzina  Mario      –       Paolo
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Anna Franc.scaRomana Erminia -Enrico (A.E.I.O.U.) Elena  - Barbara Francesco

        Così, osservando quanto avvenuto in seguito al matrimonio di donna Teodora Maffia e don Vincenzo Pelosi, si apprese che Gaetano, loro primogenito, nato a  Vallata nel 1900, morì nel 1956, con il grado di colonnello della Marina militare italiana (Foto 54) , la sorella Erminia nata il 10 Aprile 1902, sposò il cugino Enrico Pelosi, figlio di Carmine, ed il terzo fu Rosario Carmine, nato il 22 Febbraio 1904 e diventò ingegnere del Genio Civile di Caserta prima e Pescara dopo (Foto 55).  E, com’era usanza a casa Pelosi, Gaetano fu mandato al Collegio, “La Salle” di Benevento, e lì frequentò, tutto il corso di studi, allo stesso modo di come aveva fatto suo padre e non fallì le sue aspettative, pur avendo dentro di se tutto il vuoto che solo una mamma, quella vera, poteva avergli procurato quando ad 11 anni passando a miglior vita, lo lasciò solo assieme alla sorella Erminia di nove 9 ed al fratellino Rosario di 7. Iscrittosi alla Regia Scuola d’Ingegneria di Napoli, nel 1925 conseguì la laurea in Ingegneria Industriale e, superando il concorso indetto dalla Marina Militare Italiana, ottenne il grado di sottotenente. Dopo un periodo di imbarco, nel 1932, sposò Donna Marianna Laurelli nata il 3 Luglio 1905 (Foto 56), di cinque anni più piccola di lui e di quel matrimonio il vecchio Don Vincenzo andò sempre particolarmente orgoglioso. Infatti, quando il 21 Gennaio 1935 si spense a Vallata, già sapeva che la nuora  Donna Marianna, oltre a  Vincenzo, aveva avuto anche Francesco e, a quell’epoca mancava all’appello soltanto Alberto che nacque nel 1942. Donna Marianna Laurelli fu madre esemplare ed indimenticabile per i tre figli conosciuti come i Pelosi di Roma, città nella quale hanno sempre vissuto e, quando passò a miglior vita nel 1999, lasciò nei loro cuori un vuoto incolmabile, conosciuta a Vallata come la figlia del Cav. Gino Laurelli, cadetto di una nobile famiglia di Isernia che sposò Donna Michelina Cataldo. Il Cav. Gino Laurelli fu prima Commissario Prefettizio di Vallata per circa un anno dal 1934 al 1935 ed in seguito dal 1935 al 1939  fu Podestà. Il padre di Donna Michelina Cataldo fu Don Giacinto a Vallata fece il Sindaco dal 1896 al 1918, per ben 22 anni, cioè fino al giorno della sua morte improvvisa avvenuta il 4 Novembre 1918. La moglie di Don Giacinto fu Donna Filippina Travisano e, quando i due coniugi ebbero una figlia la chiamarono Michelina, come la nonna paterna, cioè, Donna Michelina Pelosi figlia di Don Bartolomeo.
        Tornando quindi al matrimonio più recente tra Donna Marianna Laurelli e l’Ing.re Don Gaetano Pelosi, da quel matrimonio nacquero 3 maschi, Vincenzo nel 1933, Francesco nel 1934 ed Alberto nel 1942.  Solo gli ultimi due hanno avuto discendenti, Anna Pelosi del 1971 e Francesca Romana del 1979.
        L’Ing. re Gaetano Pelosi fino al 1939 prestò servizio a Buffoluto(TA) come capo reparto Munizionamento, dal 1939 al 1944 prestò servizio al Ministero della Marina Militare- Direzione Armi Navali e, durante la II guerra mondiale (1942-1944) venne trasferito nuovamente a Buffoluto per motivi strategici, per poi ritornare di nuovo in sede a Roma al Ministero dove conseguì il grado di colonnello e dal 1952 al 1954 fu mandato di nuovo a Buffoluto come direttore della polveriera. Tornato a Roma, ricoprì l’incarico di membro dell’Istituto Superiore di Sanità. Morì prematuramente il 20 Novembre 1956 a soli 56 anni ed alla vigilia della promozione a Generale delle AA.NN. La seconda figlia di Don Vincenzo Pelosi fu Erminia nata il 10 Aprile 1902 che, dopo la morte della mamma Teodora avvenuta nel 1911, fu mandata a studiare, presso il Regio Collegio della Visitazione a San Giorgio (Benevento) da cui uscì all’età di 19 anni, pronta per sposare suo cugino Enrico (1897-1970), di cinque anni più grande di lei, e la portò a Flumeri, a casa di suo padre Don Carmine Antonio che da tempo risiedeva a Flumeri, dove aveva costruito il suo Palazzo su quelle che erano le vecchie case di Don Andrea Melchionna, passate a lui con i capitoli matrimoniali. Il matrimonio tra Enrico ed Erminia avvenne l’11 Settembre 1922 e, subito dopo, i due giovani sposi si recarono in viaggio di nozze a Venezia . Quando nacque la loro prima figlia, le fu dato il nome di Vincenzina, al secondo ed ultimo quello di Carmine Antonio (1925-1969) .  L’anno successivo alla nascita di Carmine Antonio, suo padre Don Enrico fu nominato Podestà di Flumeri dove fu sempre conosciuto come un ricco proprietario terriero che durante la 1.a guerra mondiale fu presente sul fronte Greco-Albanese, mentre la sua prima sorella Donna Vincenzina sposò Don Renato Piccolo di Atripalda (AV)  e, da quel felice matrimonio nacquero 5 figli da sempre conosciuti da noi cugini come persone molto aperte e gioviali, riconoscibili per le iniziali dei loro nomi che erano le 5 vocali dell’alfabeto. Ma, Don Enrico Pelosi ben presto rimase vedovo e dopo un po’ si risposò con Donna Maria Giulia Petrilli, classe 1892 di Venticano, senza avere altri figli ma, nel 1953, anche la sua seconda moglie passò a miglior vita, rimanendo vedevo per altri diciassette anni.  Così, per tutti gli anni che gli rimasero da vivere, il suo affetto fu incentrato prima sui due figli e poi sui 7 nipoti.  A Flumeri, nel palazzo Pelosi, rimase solo il figlio di Enrico e Teodora, Don Carmine Antonio o, in modo più familiare, conosciuto in famiglia con il diminutivo di “Carminuccio”che portò avanti l’attività paterna, ma sempre sotto la sua costante supervisione; tra queste attività, si ricordano le coltivazioni di tabacco, la viticoltura ed il frantoio olivicolo che ancor oggi esiste a Flumeri, portato avanti da suo figlio Enrico Pelosi. Don Carmine Antonio, o “Carminuccio” aveva un  carattere gioviale e scanzonato; sposò Lidia Losco (1940-1997), donna assai bella e ricca di grande umanità e, da quel felice matrimonio, nacquero Erminia ed Enrico. Quest’ultimi, dopo aver avuto ben presto, prima la perdita del padre nel 1969 e del nonno l’anno successivo nel 1970, videro anche una prematura morte della madre che nel 1997 passò a miglior vita, lasciandoli soli con un notevole patrimonio da gestire e portare avanti nel migliore dei modi. Questi miei cugini vivono ancor’oggi nel Palazzo Pelosi a Flumeri che già fu del padre, del nonno e del bisnonno, a ridosso dell’abitazione della famiglia Brescia. Quest’ultima era anch’essa originaria di Vallata e la parentela con la famiglia Pelosi risale prima al matrimonio di Donna Teresita Pelosi (Foto 57)con Don Gennaro Brescia, padre dei fratelli Riego ed Oreste, nella cui foto sta tra il padre ed il fratello ma, in seguito vi fu anche il secondo matrimonio tra le due famiglie, cioè, Don Carmine, dopo la morte della moglie Donna Vincenza Melchionna, sposò Donna Marietta Brescia. Nell’attuale palazzo Brescia a Flumeri, ricostruito dopo il terremoto del 1980, di rara bellezza, era la prima casa di Don Carmine Antonio quando prese casa a Flumeri e lì nel 1878, si recò suo padre Don Gaetano Pelosi di Vallata per le sue nozze con Vincenza Melchionna, figlia di Don Andrea Melchionna e Maria Luisa Boscero, quella casa, infatti, fu data in conto di successione a Teresita(Foto58) .
        Il terzo ed ultimo figlio di Don Vincenzo Pelosi e Donna Teodora Maffia fu Rosario, nato a Vallata il 22 Febbraio1904 che fece l’ingegnere al Genio Civile di Caserta prima e dal 1957 a quello di Pescara.  I due figli dell’Ing.re Rosario sono Mario che ha fatto carriera in Polizia, congedandosi con il grado di questore a Lucca e Paolo ingegnere come il padre che è Prof.re di Chimica agraria a Pisa. Paolo, ha avuto un solo figlio di nome Francesco mentre Mario ha due femmine Elena e Barbara.
        Quando Don Vincenzo Pelosi rimase vedovo ancora giovane e pieno di vita, secondo quello che si potrebbe definire un copione classica della famiglia Pelosi, pensò di convolare a nuove nozze e, guardandosi intorno e non desiderando allontanarsi dagli ambienti a lui familiari, posò gli occhi su Immacolata Di Pasquale ma, colei che in seguito gli diede altri 5 figli, era già sposata ed aveva già tre figli, Vincenzina, Luigi ed Ester, che avevano un altro cognome, Nava ed all’inizio non fu un rapporto tanto  semplice, poiché, per questioni d’onore, Don Vincenzo passò per un accoltellamento da parte del marito di Immacolata. Scampato alla morte e da vero galantuomo quale era, Don Vincenzo convolò a nuove nozze e da lei ebbe altri 5 figli, tutti nati a Vallata (Foto59): la maggiore fu Maria nata il 12 Febbraio 1914, la seconda fu Teodora nata il 27 Dicembre 1915, la terza fu Elena nata l’8 Febbraio 1918, il quarto fu Riccardo nato il 9 Marzo 1920 e l’ultimo fu Vincenzo nato il 14 Novembre 1923.

Don Vincenzo Pelosi    +       Immacolata Di Pasquale

Maria Teodora Elena Riccardo Vincenzo

 

 

Mirella    -     - Gianluca Gaetano Gianni Aldo

     ↓

  Elisa,Virginia  Mariella,Stefania             Vincenzo,Maria,Margherita

Giovanni Battista - Paola

 
 
Giulia Giorgia  

        La sua prima figlia Maria, conosciuta da tutti in famiglia con il nome di “Marietta”,  sposò Don Umberto Minervini (1906-1953), diplomato in volino/mandolino ed in pianoforte al Conservatorio di Napoli (Foto 60). Don Umberto, fu un direttore d’orchestra e compositore assai noto, dirigendo vari complessi bandistici a Castellana Grotte, a Santeramo in Colle, a Montemiletto ed a Chieti, e compose parecchie opere tra marce e sinfonie, la maggior parte delle quali depositate alla SIAE ed ancor oggi in repertorio in primari complessi bandistici del Sud Italia. Negli anni 30’ alcuni suoi concerti furono trasmessi alla radio nazionale e, dopo la sua morte, gli fu intestata una strada nella sua città natale di Loseto (BA), mentre a Santeramo in Colle il complesso bandistico porta, ancor oggi, il suo nome. Da quel felice matrimonio con Marietta Pelosi, nacque l’unica figlia Mirella che vive con il marito Ingre Giuseppe Olivero a Pavia ma, quando può, non manca di trascorrere lunghi periodi di ferie a Vallata, città che sente da sempre come sua città d‘origine. I suoi due figli sono Giovanni Battista che è un giornalista sportivo e Paola, dottoressa in Chimica, i quali, a loro volta hanno già una discendenza, rispettivamente Giulia e Giorgia. La seconda figlia di Don Vincenzo ed Immacolata fu Teodora che sposò Vittorio Gallicchio, ma i due non diedero origine ad alcuna discendenza, al pari della terza figlia, Elena, conosciuta come una competente e severa docente di lettere antiche al Liceo di Vallata(Foto 61). Poi, il 4° figlio fu Don Riccardo(1920-2002), appassionato e competente di agricoltura e della natura della sua verdeggiante Irpinia, al pari di tutti i suoi avi. A Vallata fu spesso presente in Consiglio Comunale tra le fila del  Movimento Sociale Italiano e, per molti anni lavorò presso il Consorzio di Bonifica di Valle Ufita (Foto 62) Sposò una simpatica e gioviale maestra della Toscana, Anna Maria Pellegrinetti e da lei, il 12/1/1969 ebbe l’unico figlio Gianluca, dottore in informatica che vive a Grosseto assieme a sua moglie Laura Bettaccini. Da questo matrimonio nel 2004 nacquero due gemelline di nome Elisa e Virginia. L’ultimo dei figli di Don Vincenzo ed Immacolata fu Vincenzo che condusse una vita abbastanza travagliata per problemi legati alla sua attività di lavoro che lo portò a gestire una Stazione di Servizio per il rifornimento di combustibili a Castellammare di Stabia(Na), tra alterne vicende. Vincenzo sposò Maria Infante da cui ebbe tre figli maschi, Gaetano, Gianni ed Aldo. Il loro 1° figlio fu Gaetano che vive attualmente a Roma e le sue figlie sono Mariella e Stefania; Il 2° Gianni, morì tragicamente a 44 anni lasciando un gran vuoto in famiglia  (Foto 63), mentre l’ultimo fu Aldo che viveva a Sorrento e morì prematuramente lasciando tre figli Vincenzo, Maria e Margherita.

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