EROI GLORIA D'ITALI - Tommaso Mario Pavese - In attesa dell'epopea.

2.- In attesa dell'epopea.

        Intanto, mai come oggi, ho dovuto però lamentare la pochezza del mio ingegno, tanto maggiormente sentita, quanto più luminoso e degno di gloria è !'argomento del quale debbo occuparmi.
        Se il merito dei combattenti e degli eroi deve valutarsi dal numero e dalla gravità de' pericoli che essi sostennero, nessun combattente e nessun eroe di guerre precedenti può paragonarsi a quelli dell'ultima guerra. Ma, mentre i precedenti guerrieri hanno già avuto l'onore dì essere celebrati per le loro gesta in storie ed in poemi eccellenti; ed anche la guerra troiana, in cui non troppo gravi, nè diversi furono i pericoli, fu perpetuata, col nome de' suoi eroi, dal canto del più grande poeta; i morti e gli eroi della recente guerra, di qualunque nazione essi siano, non hanno trovato, e forse aspetteranno ancora molto per trovare chi degnamente li lodi e li commemori.
        I critici d'arte spiegano un fatto simile, scrivendo che, in tempi prossimi a grandi avvenimenti, quando l'animo è ancora tutto commosso e vibrante per l'eccellenza delle gesta compiute, non può nascere l'epica e l'epopea, che richiedono quasi il lavorio lento, fervido ed eloquente della fantasia del popolo attraverso i secoli passati. Per tanto l'illade vien fuori quasi due secoli dopo la guerra di Troia; e l'Eneide, che a questa si riconnette, è composta oltre dieci secoli dopo gli avvenimenti che celebra.
        In questo il Carducci trovava anche la ragione del perchè la gesta garibaldina, che ebbe in lui un così sincero, ardente e geniale ammiratore, non potrà avere, se non ad alcuni secoli di distanza, il cantore ed il poeta degno.
        Eppure, fino a quando egli parlò e scrisse, l'arte in genere, e la poesia in special modo, non eran divenute, come oggi, turpe mercato di mestieranti della penna: i dittatori della prosa e del verso non cercavano d'imporre la stima e d'acquistarsi la gloria a suono di grancassa, e con mezzi anche illeciti: l'eroismo era stato fino allora più nobile, più vero, più disinteressato e più puro: ed il culto dell'arte aveva avuto sempre più degni e meno vanagloriosi sacerdoti. Se continuerà la tendenza dei tempi attuali, in cui tutto è mercato, e l'arte stessa si vende a prezzo, credo che la guerra europea non troverà mai un degno narratore. Ma auguriamoci che debellato il vile ed opprimente commercialismo, per una conquista della nuova civiltà elle s'avanza nel santo nome dell'ideale e della giustizia - il sentimento umano vibri intenso, non pel denaro soltanto, l'arte ritorni alle sue pure fonti, i cuori e gli animi sentano sincera, e non fittizia, l'ammirazione profonda, ardente per coloro che nobili imprese operarono.
        Così solo l'epopea della grande ultima gesta, facciamo voti, nascerà.

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home