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11.- Saluto italico.

        E saluto qui oggi, con piacere, l'adunata di questa balda gioventù irpina, saluto gli ufficiali, compagni di studio, di lotte, di ideali e d'armi: saluto il popolo ed i cittadini tutti, cooperatori della vittoria: saluto le ardite camicie nere, votate, come pur noi, fanti d'Italia, ne' memorandi e gloriosi anni, alla morte; figlie e sorelle, nel tempo e per l'eternità, di quelle rosse camicie garibaldine, che furono e saranno mai sempre la gloria sempre viva d'Italia. Saluto giovani ed adulti, soldati e cittadini, perchè tutti qui convenuti, affratellati in un solo partito, mossi da una gloria e da un vanto solo, quello di Italiani: partito questo cui sono iscritti non solo i qui presenti, mai figli, i fratelli, le spose, i genitori nostri: partito che non segna una iscrizione recente, ma che ha formato e formerà mai sempre la nostra vita, nel tempo e nello spazio.
        E ben orgogliosi e fieri siamo noi di appartenere alla grande e gloriosa famiglia degli Italiani; noi tutti, qui oggi, in special modo, convenuti, per commemorare, per celebrare il quarto anniversario della grande nostra vittoria, ottenuta con l'armistizio del 4 novembre 1918, che fece risalire al già prepotente esercito austro - teutonico, sconfitto e disfatto, i propri monti brulli, che fu suggello a ben quattro anni di lotte, di sacrifizii, di martirio, di eroismo, di glorificazione, sostenuti dai discendenti de' forti Romani.
        Salve, Italia, splendida da' monti, da' fiumi, dalle marine, dalle cento due città, fulgide di sole, di luce, di storia; salve, trionfo e gloria, che su essa t'assidi, auspice di anni migliori in cui, con la pace e con l'umana rigenerazione, sarà ottenuta la vittoria completa. -- Salvete, Italiani tutti, qui convenuti nel nome, nel ricordo e nel monito della gran Madre Roma, sempre per noi impulso, segnacolo, meta di forza, di vittoria e di progresso.

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