Il Fiero Popolo di Vallata - Le serenate alla sposa

Le serenate alla Sposa

"Affacc'te a la finestra, bella mia
t'vogli' di'che tengh' int'a stu cor'!... . 

Sono questi i versi iniziali di un'antica canzone, che introducevano le "note gentili", cantate sotto le finestre dell'innamorata. La consuetudine di portare, anche un'improvvisata orchestrina di "chitarra e mandolino", di fisarmonica, di organetto, alla donna dei propri sogni, faceva parte di una cultura di relazione, intessuta di desiderio, di simpatia, di passione, di confessione pubblica. La serenata aveva inizio verso la mezzanotte di un sabato, o di una vigilia di giorno festivo. Suoni melodiosi di strumenti concertati si diffondevano nella solenne quiete della notte, e una voce intonava stornelli e canti di "una dolce e spensierata gioventù". La debole luce di una finestra si accendeva e, poco dopo, la porta si apriva, per accogliere, all'interno della casa, la piccola comitiva di orchestrali. Il padre della fanciulla offriva da bere a tutti, quindi, ognuno tornava al proprio letto, per un sereno riposo.

Carmen Cicchetti e Francesca Vella

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