Emilio Paglia - LAMPAMI E TRE - Lu rial’

Lu rial’
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        S'erano dati appuntamento di buon mattino, li chiazzaiuoli, i tre ragazzini Ferdinando, Sisiello e Mimì, che abitavano in piazza Nicola Ferrara, per recarsi nel vicino paese di San Sossio Baronia, ove si festeggiava il "Lunedì in Albis", con sagra e fiera.
        Ognuno portava con sé lu panariell’: una ciambella con un uovo sodo come colazione festiva. Altro grosso paniere portò Ferdinando lu sagrestan', consegnatogli dalla madre con tanto di raccomandazione di recapitarlo a lu scarpar' Ciccill' che avrebbe trovato, come nelle festività trevicane, nei pressi della chiesa madre. Era uno scambio di cortesia interessato, al fine di avere buoni sconti sulle calzature del venditore, a sua volta in obbligo per la cortesia del posto che trovava riservato dalla madre con le tavole a terra con grosse pietre sopra, il giorno delle feste trevicane.
        Lungo la strada in buona discesa dai 1.094 metri ai 650, solo Ferdinando lamentava disagi per via del pesante paniere di uova ben confezionate con strati di paglia per evitarne la rottura.
        Finalmente giunti alla meta, il primo pensiero di Ferdinando fu quello di alleggerirsi del pesante fardello che consegnò come regalo a lu scarpar' con le espressioni suggerite dalla madre. Questi a sua volta raccomandò di porgerle i ringraziamenti per il gradito pensiero.
        Affrancati da questo incarico, il gruppetto si mise in giro per le bancarelle in cerca di eventuali acquisti. Improvvisa sosta di Ferdinando al banchetto di Giordano, il giocoliere della tombola. Era forte la sua emozione nel fare qualche buona puntata, infatti il primo tentativo lo entusiasmò per la facile vincita, ma, nel prosieguo, le cose cambiarono e, più perdeva, più si accaniva sulle puntate che alla fine gli prosciugarono il borsellino.
        Era angosciato per la perdita di quanto aveva raggranellato anche con le mance ricevute nelle case, in cui andava con l'arciprete don Carlo Petrilli, per la benedizione pasquale come reggitore del secchiello per l'acqua santa.
        Pensa e ripensa, finalmente gli parve di giungere ad una soluzione del problema.
        Ci pregò di stargli vicino, forse come testimoni del suo piano "machiavellico", mentre si incamminava alla volta della chiesa ove lu scarpar' aveva stabilita la vendita della sua merce.
        Senza esitazione riprese a parlargli cambiando questa volta le carte in tavola nel senso che la madre aveva raccomandato di farsi pagare le uova.
        Visibilmente contrariato, il poveretto vuotò il paniere per contare le uova, contò pure la moneta da dare nelle mani del ragazzo e, restituendogli il paniere vuoto aggiunse:
        "Po' salutam' a mamm'ta" (Poi salutami tua madre)

S. Sossio Baronia: Piazza mercato e Chiesa Madre

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