Emilio Paglia - LAMPAMI E TRE - Arti e mestieri

Arti e mestieri
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        "Impara l'arte e mettila da parte...." venne la prova ad avvalorare il detto, per esperienza personale.
        Avevo bisogno di un nuovo abito per presentarmi all'Istituto E De Santis, in Lacedonia, agli esami di ammissione per la prima media (1932) e mio padre, che gestiva un emporio in cui vendeva anche delle stoffe, tirò fuori uno scampolo, lo corredò di finimenti e, arrotolando il tutto mi disse di recarmi, per la manifattura, dal sarto Angiulin' micasacc' che aveva aperto bottega dopo un periodo di apprendistato in una sartoria di Avellino.
        In paese però, dato che il mestiere di sarto non gli garantiva un guadagno sufficiente, si inventò quello di barbiere.
        Egli condivideva una delle due stanze, col balcone che dava su via Roma, col fratello Pasquale, anch'egli scapolo col mestiere di muratore; nell'altra, cui si accedeva dal vicolo attiguo con tre scalini di pietra, Angiulin' aveva posizionato un bancone da lavoro con su il ferro da stiro a carbone, una macchina da cucire, un lungo attaccapanni ad una parete e a quella di fronte un grande specchio con plancia e una sedia da barbiere.
        Qui giunsi e trasmisi la commissione paterna. Il sarto srotolò, la stoffa sul bancone, mettendo a parte i finimenti, mi prese le misure riportandole sulla stessa, poi, con ironica risatina, arrotolò il tutto, me lo rimise sotto il braccio, aggiungendo di riferire che la stoffa non era sufficiente per confezionare il vestito.
        Dispiaciuto perché lo scampolo, per disegno e qualità, era di mio gradimento, riferii il messaggio.
        Mio padre, visibilmente contrariato, mi invitò a riportare il tutto al sarto perché, secondo lui, la stoffa sarebbe stata sufficiente mettendo opportuna attenzione ai ritagli.
        Ritornai sui miei passi per riferire l'altro messaggio. Il sarto, con pazienza, rifece tutte le misure, arrotolò la stoffa ripetendomi lo stesso messaggio da trasmettere.
        A questo punto mio padre, con subitanea mossa, mi sfilò il rotolo da sotto il braccio aggiungendo di dire al sarto di recarsi subito in negozio. Questi, a malincuore, mi fece compagnia.
        In negozio si ebbe un acceso scontro di opinioni, infine mio padre, grazie al suo passato apprendistato in una delle migliori sartorie di Napoli ed alla lunga pratica di lavoro negli USA, passò alla dimostrazione con forbici e gessetto, spiegando, principalmente, l'assemblaggio dei ritagli da cucire.
        Ciò fatto, passò il rotolo sotto il braccio del sarto che, esterrefatto, rientrò in sartoria senza neanche una parola di commiato.

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