Emilio Paglia - LAMPAMI E TRE - Li m’lunar’(i melonari)

Li m’lunar’
(i melonari).
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        Ciccupaolo r'Pumpeo, occasionale venditore ambulante nelle festività trevicane, poneva la sua buffetta (banchetto) per la vendita di cocomeri, interi o affettati, sotto il tiglio secolare nei pressi della chiesa madre.
        Per lo stesso motivo di più agevole commercio, data l'esiguità dello spazio, si trovò di fronte a lui, come concorrente, l'altro m'lunar', più organizzato, di San Nicola Baronia.
        Ciccupaolo poteva comperare all'ingrosso solo partite limitate di cocomeri coi risparmi d'altro lavoro stagionale, come mietitore nelle confinanti terre pugliesi.
        Così organizzati, ognuno promuoveva la vendita con grida allettanti all'indirizzo di possibili compratori di passaggio fra le loro buffette.
        Ad un certo punto Ciccupaolo, imitando il gergo napoletano dei venditori di cocomeri che erano "Chin'e fuoch' " (pieni di fuoco), provò a spaccarne uno che, malauguratamente, uscì rosa pallido.
        Al che il concorrente, con scherno e risatina ironica gli gridò:
        "Che figura!"
        E per dare risalto alla bontà della sua merce, prese da sotto la buffetta il più grosso cocomero che aveva. Nel maneggiarlo a mo' di pallone però, gli sfuggi di mano e rovinò a terra maciullandosi.
        A sua volta Ciccupaolo, con divertita serietà:
        "È megl' la figura c'ài fati' tu!"
        (È meglio la figura che hai fatto tu!)


Trevico: scorcio di Via Roma con visione invernale del tiglio secolare e della Cattedrale

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