Emilio Paglia - LAMPAMI E TRE - Monsignori

Monsignori
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        Tutte le volte che visito il nostro "camposanto" sosto anche davanti a due lapidi.
        Monsignor Carlo Petrilli: celebrò il mio battesimo, accompagnandomi poi, all'insegnamento della dottrina cristiana, che per noi ragazzi, avvertiti col campanello in giro per il paese, era l'ora "r' la luttrina" nella cappella col fonte battesimale e tutti in piedi. Intorno al 1929, don Carlo usava una lunga canna per "accarezzare" la testa dei disattenti e turbolenti: era il metodo della "Dottrina con la canna", d'altronde "Cu r' cann' e r' panell' vien'n' figli bell"'.
        Alla celebrazione del mio matrimonio, dopo la benedizione degli anelli, tenne il discorso agli sposi, in cui, sapendo che andavo ad insegnare a Brescia sottolineò delle parole, uniche, che ho tesaurizzate nel tempo: "Cari figlioli, ovunque andiate, non dimenticate mai le vostre radici trevicane!" Queste parole sono state le testate d'angolo della mia vita.
        Per me quel che conta sono tutte le anime e tutto l'incanto del mio paese.
        Monsignor Giuseppe Antonio Rossi, grande predicatore. A Roma, nella basilica di santa Maria Maggiore, l'ho seguito durante le prediche del mese mariano.
        Mio ex professore per l'avviamento allo studio della prima cantica dantesca, mi fece amare l'autore ed i suoi versi immortali tanto che grandissima parte di essi mi sono rimasti a mente. Nel tempo in cui siamo stati in rapporti di fraterna amicizia, ci siamo scambiati quanto scrivevamo: i suoi scritti – fra cui m'è particolarmente caro “Il mese di maggio predicato” – restano a documentare la saggezza della sua cultura umanistica, quale professore di latino e greco al liceo dei Padri Pallottini di Roma.
        In occasione dell'anno santo 1975, fu scelto, come latinista, per scrivere su di una pergamena il messaggio dell'Evento, murato poi in apposito vano della Porta Santa.
        Il mio riconoscente e indelebile ricordo, Monsignor Giuseppe Antonio Rossi, per l'amore suscitatomi allo studio e ciò mi onora.


Trevico: la Cattedrale - Particolare

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