Emilio Paglia - LAMPAMI E TRE - La tiella (la padella)

La tiella
(la padella).

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        Fare il messo comunale negli anni quaranta, era un titolo ambito che, fra l'altro, permetteva di portare un berretto con fregi dorati e, nel rosone frontale, spiccavano le lettere ricamate in giallo-oro M. C.
        Celestino lo portava con dignità, a testa alta, ma lo stipendio lasciava molto a desiderare anche con l'aggravante che veniva erogato dal cassiere comunale che, a sua giustificazione, era sempre a secco di finanza quindi le date dei pagamenti slittavano di settimane o mesi.
        Fu dopo la riscossione di alcuni arretrati che il messo comunale contò abbastanza moneta da permettersi di comperare in macelleria una sostanziosa fetta di carne.
        Col cartoccio in evidenza tra le mani, si diresse a casa e, scorgendo la moglie sulla soglia della casa, intenta a spazzar via lo sporco, con orgoglio attirò la sua attenzione srotolando il cartoccio con la carne, aggiungendo:
        "Luci! Cuoc'la grella grella se no se la fott' la tiella!"
        (Lucia! Cuocila appena appena, se no se la mangia tutta la padella!)

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