- Profili architettonici nella storia dei manufatti edilizi a Vallata. - Tesi di laurea di Moriello Antonella

Il borgo medievale.

    Negli ultimi due decenni il territorio irpino ha subito trasformazioni senza precedenti. La ricostruzione post sismica ha cancellato memorie storiche e luoghi naturali: il territorio è stato aggredito nella sua morfologia e nella sua estetica. Anche il borgo medievale ha subito la stessa sorte. Le molte demolizioni hanno in parte fatto perdere gli elementi tipici all’area, anche se in alcuni vicoli, sono leggibili nella disposizione delle abitazioni. Delle mura perimetrali si conservano poche tracce, così come ciò che resta di una torre del castello la si può scorgere nel cortile del palazzo Tullio-Laurelli. Appare in buono stato la porta Rivellino, la quale, poiché è costruita su un altura, domina la piazza centrale.
    Ciò che le frequenti demolizioni hanno portato alla luce è un sistema di cavità ipogee articolate su più livelli. Con molta probabilità esse costituivano le prime abitazioni della gente insediatasi sulla cima della collina. Le prime cavità naturali sono state ampliate grazie alla facile lavorabilità della roccia, una roccia sedimentaria clastica cementata (puddinga)1, divenendo in alcuni casi dei veri e propri percorsi. Non si conosce il motivo per il quale vi sono cavità che attraversano l’intera altura. Notevole è la cavità che dalle cantine di palazzo Batta (via XX Settembre) si estende fino a via Ponente. Nascosto tra l’erba, le nuove abitazioni ed i rifiuti, si scorge un frantoio oleario in pietra, unica e straordinaria testimonianza di un passato ormai dimenticato. La struttura portante è incassata nella roccia, mentre al centro della grotta si trova la macina.2
    Molte di queste cavità, però, avevano una funzione sacra: esse erano adibite a chiese e dedicate a vari Santi. E’ il caso della cripta della chiesa dedicata a San Bartolomeo Apostolo, patrono di Vallata, scavata in parte nella puddinga ed inglobata nell’attuale chiesa, oppure della chiesa dedicata alla Madonna dell’Incoronata. Anche nelle campagne di Vallata vi è la presenza di cappelle ricavate nella roccia: la cappella dedicata alla Pietà, quella dedicata a Sant’Alvino, a testimonianza di una pratica ricorrente nel paese. Attualmente molte di queste cavità sono inglobate nelle nuove abitazioni e adibite a depositi o cantine.
    Dalle prime abitazioni ricavate nella roccia si passa alla casa a blocco unifamiliare. La forma più elementare di questo tipo edilizio è data dalla casa monocellulare ad un solo piano, diviso in due vani3. Una prima evoluzione prevede la sopraelevazione di un piano, con la separazione in verticale delle funzioni, e quindi la creazione di un vano “sottano” per deposito, stalla o bottega. In questo caso, la scala è generalmente esterna, scoperta e con pianerottolo, mentre nelle versioni successive abbiamo la scala coperta con loggetta su piccolo colonnato. Una ulteriore evoluzione riguarda ancora la scala, che diventa interna e non più parallela alla facciata ma trasversale ad essa, consentendo la creazione di aperture per l’illuminazione e l’aerazione del piano terra, destinato spesso alla cucina. Sul prospetto si aprono quindi due ingressi: uno, più stretto, di accesso alla scala, e l’altro, più largo, che immette ai locali del piano terra. Anche in questo caso, quindi, l’accesso al sistema distributivo verticale avviene direttamente dallo spazio pubblico.
    Queste abitazioni si aggregavano “a schiera”, in aderenza alla strada, stabilendo quindi un rapporto diretto tra spazio privato della residenza e spazio pubblico. Nei più rari casi di casa a corte il rapporto tra spazi liberi e spazi edificati è risolto tutto all’interno dell’abitazione stessa, e la corte funge da filtro tra l’alloggio e la strada. L’aggregazione a schiera dà origine ad una serie di cortine che seguono l’andamento plano-volumetrico del sito creando un tessuto edilizio compatto ed irregolare, tipico degli insediamenti medievali. Nel tipo di abitazione “povera” descritta, il nucleo centrale, l’ambiente più importante è la cucina, uno spazio polifunzionale in cui si sovrappongono tutte le attività familiari. L’ambiente cucina possiede a sua volta un centro funzionale e simbolico che è il camino.
    Un’altra tipologia edilizia presente, anche se in maniera esigua, è il palazzo gentilizio. Esso molto spesso nasce dall’acquisizione di più casupole da parte dei signori, le quali sono messe in comunicazione da ampi cortili o da scale ricavate nella puddinga. Nel caso di palazzi di nuova costruzione, il primo ambiente che si trova vicino all’ingresso è la corte interna, che poteva essere aperta o chiusa. Un elemento caratterizzante del palazzo gentilizio è la loggia, dietro la quale si nasconde il corpo scala, la quale ha due possibili distribuzioni, una posta immediatamente dopo l’ingresso, l’altra posta dopo la corte interna.

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1 Dalla relazione geologica si evince che trattasi di litotipi aventi un alto grado di permeabilità per porosità oltre ad una poco diffusa permeabilità per fessurazione.
2 Sono venuta a conoscenza dell’esistenza di questo frantoio grazie al racconto delle persone anziane
3 Cfr.Verderosa A.(a cura di), Il recupero dell’architettura e del paesaggio in Irpinia, Avellino 2005

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