- Profili architettonici nella storia dei manufatti edilizi a Vallata. - Tesi di laurea di Moriello Antonella

Muratura.2

    Sono diverse le murature presenti nel territorio, ma se tralasciamo alcune eccezioni, la loro realizzazione era caratterizzata da pietre appena squadrate, senza una dimensione tipo ma variabile dai 30-40 cm fino ai piccoli pezzi.
    Gli elementi di pietra impiegati per la costruzione della muratura si classificavano in funzione delle loro dimensioni: la zavorra, tonda e di 10 cm circa e la chiattarola di grandi dimensioni e di forma piatta. La muratura aveva quasi sempre uno spessore costante di 70 cm circa; essa si realizzava procedendo per altezze di 50-60 cm, lungo l’intero perimetro. Questo strato veniva, ogni volta, compianato superiormente; ciò per facilitare il transito del muratore, ma soprattutto per realizzare delle murature più resistenti. Infatti, in tal modo le pietre ogni volta venivano poste con le giunture orizzontali che meglio resistono alla trasmissione dello sforzo di compressione. Gli angoli venivano realizzati con una maggiore cura, in particolare quando c’era una maggiore disponibilità economica si chiamava lo scalpellino3 e si ordinava un certo quantitativo in metri di cantonale, oppure era il muratore stesso a realizzare il cantonale con conci più grossolani. Questo mostra l’importanza della resistenza alle azioni orizzontali della costruzione, realizzata con buoni incatenamenti e con pannelli murari ad interassi di massimo 6 m. Procedendo verso l’alto si presentava il problema del trasporto verticale dei conci (i quali diminuivano di dimensione) che veniva risolto con l’esecuzione di un ponteggio, realizzato eseguendo dei fori pontali nella muratura e inserendo delle assi di legno per lo sviluppo dell’impalcatura. I fori pontali, esternamente, venivano lasciati aperti per facilitare l’indurimento della malta di calce, essendo questo processo possibile solo alla presenza di aria. L’intonaco non veniva realizzato in tutti gli edifici ed era a base di calce e sabbia di cava. Spesso con l’intonaco, ai piani bassi, si disegnavano delle trame per simulare una muratura in blocchi di pietra regolari.

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2 VERDEROSA A., op.cit., p. 46
3 Gli anziani ricordano che il mestiere di scalpellino era molto diffuso ed era un’arte che si tramandava di padre in figlio. Oggi, a dispetto di una tendenza a dimenticare le arti del passato, a Vallata c’è uno scalpellino, le cui opere possono essere ammirate, oltre che nelle varie mostre artigianali della zona, anche sul sito web del paese.

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