PRIME LIRICHE 1901-1903 - A 'l sole - Tommaso Mario Pavese.

VIII
A 'l sole.

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Di porpora e di croco il ciel si tinge: appare
        su le cittadi il sole de la novella età:
        tutto fiammante in vista, qual d'oro enorme clipeo,
        su le cittadi l' alito di nuova vita infonde;
        erran ne 'l cupo cielo, grige nuvole fosche,
        accidiose e lente qual buoi erranti a sera.
        Salve, o sole divino, sole de l' età nova,
        diffondi tu la vita, spazza le grevi tenebre:
        sole, lume di gloria, vanto de la natura,
        odi la voce mesta che il mondo invia a te.
        Padre, deh.! tu l' accogli: i mortali novelli
        sperano da te gioia, sorrisi, e tregua a 'l pianto
        che uccide le vite che tu germogli, o sole:
        accogli il canto fioco che a te elevan gli uomini
        taciti procedenti ne la via de 'l dolore;
        desta profumi a' fiori, imagini de le stelle,
        ravvivali di gaudio novello, o padre sole !...
        Su 'l gorgo mormorante giù per la placida china,
        spandi il tuo lume, e rendilo argenteo come la luna;
        ei bagna i verdi prati, sfiora le fresche erbette,
        che da esso carezzate, molli si cullano a 'l vento:
        e tu arridigli, o sole, potenza misteriosa,
        che spandi gioia e vita su 'l mondo che illumini.
        Spandi baci e sorrisi — come giovine sposo
        a la recente sposa — , a la diva natura,
        a la feconda terra, che allegra si ridesta
        ne 'l biondo lume tuo. E tu inondila, o sole,
        giovine, eterno amante, dà a lei carezze e baci:
        vivifica e feconda, padre, l' alma natura,
        immagine de' cieli, raggio di Dio eterno.
        Desta ne' cuori affranti di gioventù la possa,
        i cuor per te risurgano a gaudii e a gioie nuove;
        discenti pio ne '1 seno de le fanciulle caste,
        e destavi un amore, come il tuo, eterno, o nume.
        Per te, errino ne gli occhi lor tenere carezze,
        ignoti amori e baci, sorrisi misteriosi:
        tu inonda lor le chiome, tu inondale di luce,
        esse, da te raggiate, ardente sentan l'amore,
        un amore senza tregua, eterno come la morte,
        che avvinca in forte amplesso le belle ed i poeti.
        O sol di nova età, son chiusi i cuor moderni
        a la divina fiamma: inondali tu d' amore,
        o biondo iddio bellissimo che, su le verdi rive
        da l' onde egee baciate, inseguivi le mortali
        bellissime donzelle: riluttanti dapprima,
        ma, candide a te, in arco, schiudevan poi le braccia;
        tu le abbracciavi, o nume: leni le chiome, effuse
        su la tua bocca molle, aulivan profumi arcani.
        Fervide esse a 'l collo ti s' avvinghiavan ridenti,
        tu le baciavi, o nume, su l' odorosa bocca,
        e, con le braccia forti, strette a '1 cuore tenevile.
        O languide carezze, o baci inenarrabili,
        su la vezzosa bocca, sovra il procace petto:
        o inni d' amor correnti lungo il divino Egeo,
        o amplessi, o imenei arcani effusi ne l' aura tiepida.
        Anche il pensiero mio tra le spire d' amore
        si avvolge e sogna, o nume, librandosi su l' ali,
        sorrisi e baci effusi ne la calma aura tiepida:
        ei, tra' casti profumi d' un imene beato,
        sogna posare in seno ad una vergin candida.

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