PRIME LIRICHE 1901-1903 - Da Orazio - NOTE ALLE TRADUZIONI DA ORAZIO - Tommaso Mario Pavese.

NOTE ALLE TRADUZIONI DA ORAZIO.
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NOTE ALLE TRADUZIONI DA ORAZIO.

La dea che ín Cipro domina: è Venere che, a Cipro specialmente, era molto in onore come deità marina.
I fratelli d'Elena: Castore e Polluce, formanti la costellazione dei Gemelli o Dioscuri. Erano, come Elena, figli di Leda.
Iàpige: vento che soffiando dalla Iapigia - oggi Terra d' Otranto -, era favorevole a chi navigava verso la Grecia, dalla Puglia o dalla Calabria.
Africo: vento che spira con furia da sud-ovest, detto pure Garbino, apportatore di temporali e di procelle.
Iadi: (dal verbo greco ùein - piovere), erano sette figlie di Atlante, sorelle delle Pleiadi, che formavano la testa della costellazione del toro, ed erano apportatrici di pioggia. Addolorate (tristi) per la morte del fratello Ianto, divorato da un leone, si struggevano in pianto: Giove le, trasformò in stelle.
Nolo: vento di sud, - austro.
I natanti mostri: i mostri marini.
Le infami scogliere acroceraunie: Gli Acrocerauni erano monti dell' Epiro che finivano dov'è oggi il capo Linguetta. Come monti, erano spesso colpiti dal fulmine; perciò gli antichi li credevano in ira a Giove.
Pronteteo: è il leggendario gigante antropofilo, che, coll' aiuto di Minerva, rapi il fuoco a Giove, per portarlo agli uomini. È il simbolo dell'umano progresso.
Dedalo: ingegnoso artefice: per fuggire dal Laberinto, ove Minosse, re di Creta, lo aveva rinchiuso, per complicità ne' falli di Pasifae, fabbricò delle ali per sè e per il figliuolo Icaro. Questi s' innalzò tanto, che il sole liquefece la cera con cui erano attaccate le sue ali, ed egli cadde in quella parte di mare che fu poi detta mare Icario. Dedalo, ricoveratosi in Sicilia, fu soffocato in una stufa.
Infranse l' Acheronte, ecc: Ercole discese nell' inferno, e ne liberò l' amico Teseo. L'Acheronte è un fiume infernale.

II.

Citera:  isola dell'arcipelago, oggi Cerigo. Afrodite(Venere) usci dalla spuma del mare che cinge quest' isola.
Le Ninfe:  erano divinità inferiori che popolavano il mare, i fiumi, i laghi, 1e fonti, i boschi, ecc., assumendo diversi nomi, secondo le diverse sedi.
Le Grazie : figlie di Giove e di Eurinone. Eran le sorelle Eufrosine Aglaia e Talia; simboleggiavano la bellezza e la leggiadria delle forme, e solevano quasi sempre accompanar Venere.
Con piè alterno, ecc:    or con un piede, or con un altro, battono la terra, cioè, danzano.
Vulcano: dio del fuoco; insieme coi Ciclopi, apprestava i fulmini a Giove.
Le sciolte terre:  le terre disgelate.
Fauno:  divinità boschereccia dei Greci, identificata col dio Pane; progenitore delle altre divinità campestri.
Sesto: ricco patrizio, nominato da Augusto suo collega nel consolato.
La notte:  la notte eterna, le tenebre d' inferno.
I Mani:  l' ombre de' morti, onorate come divinità dagli antichi.
De 'l vino il regno:   nei banchetti, i Romani solevano eleggere coi dadi il rex o magister convivii o taliarca (da talis — coi dadi, e dal greco arkos, arko — condottiero, comandare), che ordinava quale e quanto vino si dovesse bere.

III.

Perchè l' olivo, ecc:   i giovani che si. esercitavano nella lotta si ungevano di olio (metonimia).
Figlio di Teli:  Achille, cui la nascose nella reggia di Licomede, re di Sciro, per sottrarlo alla guerra di Troia, ove un oracolo le aveva predetto che doveva morire. Ulisse, però, colla sua scaltrezza riusci a scoprirlo e, condottolo a Troia, quivi Achille, peri ferito da una freccia scoccatagli da Paride nel tallone, P unica parte del corpo in cui egli era vulnerabile.

IV.

Mercurio:  dio dell' eloquenza. perciò facondo. Formata una lira col guscio di una testuggine, la donò al fratello Apollo, cui rapi i bovi, quando questi era pastore di Admeto, re di Tessaglia. Avendo Apollo saettato i Ciclopi. Giove lo cacciò dal cielo; egli allora si recò a custodire le greggi di Admeto. Mercurio venne a rapirgliele, e mentre Apollo cercava le sue frecce per saettarlo, s' avvide che il dio dei ladri gli aveva involato anche quelle.
Tessale:  — greche. I Tessali erano comandati da Achille.
Atridi:   Agamennone e Menelao, figliuoli di Atreo.
Il campo che Troia, ecc:   l' accampamento dei soldati greci.
A lor beate sedi, ecc:  Mercurio guidava le anime nell' Averno, portando in mano una verga (caduceo) a cui erano attorti due serpi.
Lieve turba:  lieve, perchè composta di sole anime, di ombre.

V.

Getulo:  — africano. La Getulia era una regione dell'Africa, che si estendeva dalla Mauritania, fino alle Sirti.

VI.

Pafo:  città dell' isola di Cipro, celebre perchè in essa trovavasi il più antico e più famoso tempio di Venere.
Cnido:  città della Caria, dove trovavasi un simulacro in marmo della dea Venere, capolavoro di Prassitele.
Ebe:  la dea della giovinezza.

VII.

Aonio:  — delle Muse.
Estuoso calabro:  La Calabria è detta estuosa, perchè molto calda.
Indico:  de l'India.
Liri:  o Garigliano, fiume del Lazio, sul confine della Campania.
Sirie:  della Siria. La Siria è una regione dell'Asia, posta sul Mediterraneo.

VIII.

O dea:   la Fortuna.
Anzio:  antica città del Lazio.
Dacio:  i Daci abitavano le regioni del Danubio.
Profughi Sciti:  gli Sciti erano popoli nomadi che abitavano a nord del mar Nero e del Caspio, e si estendevano sin nell'interno dell'Asia centrale.
L' erta colonna:  è l' impero romano paragonato ad una colonna dalle basi solide.

IX.

Persici apparati:  gli addobbi persiani erano pomposissimi.

X.

Beato più, ecc:  — beatissimo, felicissimo.
Ilia:  — Rea Silvia. madre di Romolo e Remo.
Tracia:  regione della parte sud est di Europa.
Turin:  cioè, di Turio, città della Lucania, nel golfo di Taranto.

XI.

Gufo:  il gufo, la cagna, il serpe, il picchio, la cornacchia, erano tutti segni di cattivo augurio, presso gli antichi.
Lanurio:  era una città del Lazio.
Orion:  costellazione il cui tramonto nell'autunno reca tempesta e pioggia.
Così:  come Galatea.
Europa:  figlia di Agenore, re de' Fenici. Era bellissima: Giove, invaghitosene, trasformatosi in toro, la rapi; e recolla a Creta, ove essa divenne madre di Minosse e di Sarpedonte.

XII.

Manumento:  accenna alle sue opere poetiche.
Le piramidi:  erano le tombe de' Faraoni di Egitto. Le tre più celebri sono attribuite ai re Cheope, Chefrem e Micerino. La prima è alta 142, la seconda 133 e la terza 54 metri.
La vergin tacita:  la Vestale.
Dauno:  re mitico dell'Apulia.
Melpomene:  era la musa della tragedia; invocata qui da Orazío, forse, perché egli tratta spesso di argomenti tristi.

XIII.

Priapo:  dio degli orti.
Silvano:  dio boschereccio e campestre latino, venerato come protettore delle selve.
Lago Lucrino:  era situato sulle coste della Campania.
Rombo o scaro:  due specie di pesci marini di squisito sapore.
African gallina:  è la gallina di Faraone.

XIV.

Ma, non perché, ecc:  dice Orazio: Ma, i Romani ora prendono le armi, non per debellare i nemici: 'beasi per uccidersi tra loro e distruggersi, come non fanno nemmeno le belve, le quali non uccidono mai i propri simili.
O aspro poter:  la forza del destino, cui non sì può resistere.
Fratricidio:  Romolo che uccise Remo.
Sacrato ai posteri:  cioè, causa di sciagure a nepoti, ai discendenti di Romolo.

XV.

Portan giù Giove:  le nubi, limitando la vista del cielo, pare che accostino il trono di Giove alla terra e che, quindi, facciano quasi discendere Giove a toccarla.
Torquato:  Lucio Manlio Torquato fu console nel 65 av. C., anno che segna pure la nascita di Orazio, il quale perció dice: Torquato mio: Torquato meo.
Centauro:  Chirone, che fu maestro al grande alunno, cioè ad AchiIIe.
D'Assaraco il suol:  — Troia. Assaraco fu figlio di Troe.
Ftia:  patria di Achille.

XVI.

Un'altra età:  un altro periodo di tempo, oltre quello comprendente le lotte tra Mario e Silla, ch' era stato il primo periodo di lotte civili.
L' Allobrogo:  gli Allobrogi — popolo della Gallia Narbonense, la cui sede era nell' odierno Delfinato e Savoia — avevano partecipato alla congiura di Catilina.
La Germania:  i Cimbri ed i Teutoni, vinti da Mario.
Il suolo occuperan, ecc:  il territorio romano fu la prima volta occupato dai barbari quando Romolo non aveva ancora fondato Roma.
Quirino:  — Romolo che, assunto in cielo (secondo narra la leggenda) durante il temporale sorto mentre passava in rivista l'esercito, ebbe il nome di dio Quirino. Orazio, però, segue l'opinione di Varrone, il quale dice che il sepolcro di Romolo si trovava in Roma, presso il Foro.

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