PRIME LIRICHE 1901-1903 - Notte di primavera - Tommaso Mario Pavese.

X
Notte di primavera.

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È placida la notte: freschi ne l' aria i zeffiri
        auliscono, rapendo grati profumi a' fiori:
        tutto, a l' intorno, tace; quoti riposan gli uomini
        in preda a' vani sogni: spariscono i dolori.

Mite e chiara è la notte: ne 'l ciel sereno, argentea
        splende la bella luna che, tutta molle, posa,
        con languido splendore, sovra le spighe tenere:
        e le recenti viole bacia voluttuosa.

La donna mia, intanto, tra' freschi gigli, a 'l tacito
        balcon seduta, mira lieta la luna errare:
        la fissa sorridendo, con le pupille cerule,
        e in quel niveo splendor vorria naufragare.

Anch' io, mia dolce donna, ne 'l dolce tuo son candido,
        naufragar vorrei: vorrei baci e carezze
        spander su la tua bocca: in un amplesso fervido,
        stretto a 'l tuo fresco petto, goder soavi ebbrezze.

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