Vallata - brevi cenni storici -
Relazione 1669.

      Questa cattedrale di Bisaccia ha per sua diocesi due cittadine, quella di V., che si trova sotto l'utile dominio del Sig. Duca di Gravina. La chiesa madre in questa cittadina è intotolata a S. Bartolomeo, chiesa che è ricettizia, ed in essa c'è la cura delle anime, che è esercitata per mezzo del Rev. Arciprete di detta chiesa; vi sono poi quattordici altri preti, che giorno per giorno durante l'anno si radunano nella detta chiesa per assolvere le ore canoniche; la cittadina predetta consta di centosessanta fuochi, che fanno ottocentoottantatre anime, di cui cinquecentociquanta si nutrono della sacrosanta Eucaristia, e parimenti la cittadina di Morra...
      ... Il capitolo, cioè i sacerdoti di V., in questi ultimi dieci anni, hanno comprato mille e cento pecore al prezzo di novecento ducati; ma per il solito morbo sono morte più di cinquecento pecore, per cui sono state ridotte a sole seicento, e certamente al predetto capitolo arreca più danno che utilità, per cui penso che sia meglio venderle e utilizzare il ricavato per un acquisto più sicuro.
      La relazione, oltre alle notizie anagrafiche, richiama l'attenzione sulla recita quotidiana delle ore canoniche da parte del clero, come in ogni capitolo. E' interessante poi il richiamo all'investimento, da parte del clero, delle proprie disponibilità economiche per l'acquisto di 1.100 pecore: certamente il clero si proponeva di trarne un vantaggio, dando pure ad alcuni la possibilità di lavorare per un onesto guadagno. Si trattava quindi di una forma di investimento a carattere sociale, non certo immune da rischio, come si verificò, ma che poteva avere la sua funzione di stimolo anche per altri, che avevano le stesse disponibilità.


      Niente di particolare si desume dalla relazione del 1672 (che omettiamo), se non un lieve calo della popolazione ad 860 anime, e l'indicazione esplicita di D. Giovanna della Tolfa, Duchessa di Gravina, cui V. era soggetta negli affari civili; vi è pure precisato che i sacerdoti assolvevano "a turno" al dovere della recita delle ore canoniche.
      Per la visita "ad limina" del 1717, il Vescovo Mastellone, impedito, delega a rappresentarlo a Roma D. Giovan Battista Capuano di V., come vedremo.

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