SCRITTI VARI - Tommaso Mario Pavese - Interessi comunali.

Interessi comunali.

        Le vie di questo Comune si trovano in una condizione deplorevole: d' inverno si guazza in uno strato quasi continuo di dieci centimetri di fango, d' estate in altrettanto di polvere. Da varai anni si è agitata l' idea che il Municipio avrebbe fatto un mutuo per far lastricare le strade; ma queste, intanto, per l’inettitudine di gran parte degli amministratori, continuano a star sempre nello stato di prima. Essendo la popolazione quasi del tutto priva di cessi, con enorme danno della salute pubblica, ogni tratto di via diventa una latrina. L'acqua, naturalmente buona, ha il suolo circostante perennemente infiltrato di escrementi umani e di animali. Se qui non regna endemico il colera, è perchè non vi è stato importato, mancando il commercio, e perchè vi domina Eolo, re dei venti e purificatore dell'aria. Riepilogando, benchè progettato da vari anni , il lastricato ancora non esiste, il cimitero ha bisogno di riparazioni urgenti, e l'acqua ci giunge per una conduttura aperta, facile agli inquinamenti. Intanto l'amministrazione comunale pensa a... tutt'altro.

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Da Il Giorno, Napoli, I. Novembre 1910 e da Il Giornale d'Italia, Roma, 4 Novembre 1910.

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        Natura ed uomini. — Sul culmine di una ridente collina, recinta all'intorno dai monti d' Appennino, digradanti in cerchio, s' erge Vallata. La natura vi lussureggia pei verdi prati silenziosi, pei folti boschi ondeggianti al vento, per le estese campagne mediocremente fertili, che il più splendido sole inonda di luce, e la luna serena di languori. E piuttosto fredda d' inverno : ma rivaleggia coi più ridenti paesi della Svizzera per la freschezza dell'estate e per la bellezza pittoresca del paesaggio, dotato di un ampio orizzonte , che lascia scorgere lontani villaggi, il golfo e le campagne di Puglia ed il bollente Vesuvio.
        Creata bella da natura, Vallata è resa quasi lurida dagli uomini. L' acqua, che sgorga limpida e fresca, ha il suolo circostante ricoperto d' immondizie ; le strade d' inverno sono impraticabili per troppo fango, d'estate per troppa polvere; i vicoli sono sporchi e ripidi; il cimitero è in frantumi; la illuminazione quasi non esiste. A che ha pensato da tanti anni, a che pensa ora l'Amministrazione? Certo, oltre che a... le cose proprie, essa dovrebbe, almeno di tanto in tanto , pensare all' utilità pubblica. E se è così , perchè tutto vien lasciato nel più deplorevole abbandono? Necessari provvedimenti di ordine e vantaggio pubblico s'impongono: fin quando dovremo attendere ancora ! ?

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Da Il Giorno, Napoli, 16 Dicembre 1910.

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        Asilo infantile. — Si è qui fondato un asilo infantile, diretto da cinque monache, con lo stipendio complessivo di lire centocinquanta mensili , somministrate dalla locale Congrega di Carità. L' istituzione di tale asilo è stata utile per il paese, perchè ivi si raccolgono opportunamente molte giovinette, che vengono addestrate nei lavori donneschi, e moltissimi ragazzi di ogni ceto sociale, che fortunatamente sono stati in parte sottratti al vagabondaggio ed alle monellerie che erano soliti commettere sulle pubbliche strade , contro ogni buona, pur elementare educazione. Ancorchè siano diminuiti perciò i soccorsi ai poveri, è tuttavia lodevole tale fondazione, anche perchè non è poi del tutto erronea l'opinione di quel gran filosofo moderno, il quale scrisse che la povertà—anzichè proteggerla, favorirla, incoraggiarla quasi, con la pubblica beneficenza—deve essere nei congrui casi combattuta, per educare così gli uomini alla previdenza. Del resto, anzichè stipendiare una povertà che nulla compie per il bene sociale , ci par più giusto ricompensare coloro che, pur essendo povere, prestano la loro opera a vantaggio dell'educazione infantile per un modesto compenso; coloro che, se conservano l'animo quale la dignità dell'abito impone, meritano di trovare nella protezione de' buoni quel conforto che invano esse cercarono, quando fuggirono, con desolante amarezza, la vita mondana, sperando di trovare un sollievo pietoso in seno a Dio.

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Da Il Giorno, Napoli, 2 Luglio 1911.

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        A Vallata manca la farmacia! — Questo Comune, che è stato sempre provvisto di due o più farmacie, ne è ora totalmente privo, giacchè, circa quattro mesi fa, morì un farmacista e, nel corrente mese, è morto l'altro. Si è parecchie volte telegrafato al Prefetto, affinchè avesse provveduto, bandendo il concorso per la prima farmacia, ed ordinando la riapertura della seconda; ma egli, benchè vivamente sollecitato, ha creduto suo dovere di temporeggiare, tenendo in poco conto gl' interessi di una popolazione così numerosa. Intanto, un'agitazione grave regna nel paese: v' è stata una piccola sommossa; la quale tende ad aumentare, principalmente perchè vi è ora, per morbillo e per malattie gastriche e polmonari, una mortalità, specie infantile, della quale non ricordo mai la simile.
        Il Prefetto, quando entrò in carica nella Provincia, promise di tutelare le libertà e di promuovere il bene popolare. Adempie così egli le sue promesse ! ?
        Non pare. Pertanto, se indugerà ancora la Prefettura (non sappiamo per quali alte e benefiche ragioni) a provvedere alla riapertura delle due farmacie, sarà bene rivolgersi direttamente al Ministero.
        " Salus populi suprema lex est ,, affermavano le leggi romane, quando l’igiene e la medicina non erano ancora una scienza. Oggi, in tanto progresso di tempi , della salute del popolo può farsi anche a meno. Anche questa è un' opinione, accettata, a quanto sembra, dal Prefetto di Avellino e dall' ex Presidente del Consiglio de' Ministri Giolitti, il quale, per costituire un monopolio ed un'ingente fonte di lucro pei farmacisti, volle reprimere il libero esercizio delle farmacie.

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Da Il Mattino, Napoli, 1. agosto 1914.

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        Nuovo consiglio comunale. — Si è insediato il nuovo consiglio comunale, che è stato emanazione di una volontà popolare non bene disciplinata. Col pretesto che si formassero delle società di mutuo soccorso, qui sono pullulate tre vere e proprie associazioni politiche; le quali, ubbriacate dal vino della vigilia di San Vito, si sono fissate nel non retto criterio di nominare consiglieri tutti nuovi, eccetto il sindaco.
        E così è succeduto. Pertanto, mentre alla vecchia amministrazione appartenevano alcune intelligenze del paese, questo che, tolte quelle, quasi nessun'altra aveva da sostituirvi , si è visto nella dolorosa necessità di nominare consiglieri nel cui ingegno il pubblico non aveva fiducia. Si diceva però, in compenso, costoro sono individui che non hanno cattivi precedenti col bilancio e col patrimonio comunale; e si sperava che (appartenendo essi quasi tutti a classi popolari) si sarebbe sostenuto un programma di pubblica utilità.
        C' ingannammo , sperando di trovare in costoro de' cittadini liberi, se non del tutto coscienti? Veramente non è ancora tempo di emettere un verdetto.
        Ma il dubbio c'è. Ad ogni modo, quando si tratterà di giudicare i deliberati del Consiglio, le colpe (se ve ne saranno) dovranno scindersi, dovranno individualizzarsi, perchè non si è responsabili degli atti altrui. Che se poi la mente gretta di qualcuno volesse adottare in proposito un'opinione contraria, noi di simili opinioni ci infischiamo.
        Si è nominato il sindaco che, solo questa volta, pur essendo senza competitore, è stato rieletto con scarsa maggioranza. La giunta poi è stata nominata profittando del sonno altrui , con sotterfugi, con conventicole notturne e mattutine , che sarebbero state nebbia al sole , se si fossero scoperte almeno un' ora prima della nomina; ed anch' essa non ha avuto competitori.
        Intanto, prima che la nuova amministrazione fosse entrata in merito di una qualsiasi quistione , già certa stampa l'accusa in massa di servilismo, di asinità, di umiltà pecoresca. Qui, chi si annida nel comodo nascondiglio del serpe, manca evidentemente di buona fede. L' accusa in massa non è giusta, quando è notorio che ci sono stati de' consiglieri che al servilismo e al pecorume si sono risolutamente, apertamente ribellati sin dalla prima seduta. Questa accusa è degna della logica, della malafede, della mentalità pusillanime di chi ha per costume di condannare tutto e tutti, a partito preso, prima che i fatti si svolgano ; anzi condanna anche quando, i fatti sono (almeno in rapporto ad alcune persone) diametralmente opposti alla tesi che si vuol sostenere non obbiettivamente , ma sol perchè non si vedono soddisfatte le proprie mire sfruttatrici ed ambiziose.
        Certo non è nel]' animo nostro di difendere la nuova amministrazione , senza che essa lo meriti : la condanneremo più degli altri, però solo quando non manterrà la promessa di fare il pubblico bene, e non svolgerà il programma propalato, speriamo, non per carpir voti alla vigilia delle elezioni. A proposito, quando s'intende di cominciare ?

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Dal quotidiano il Giorno, Napoli, 17 Agosto 1914.

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        Giunta municipale. —Il presidente della Società operaia brama servirsi di questa per suoi scopi personali, i quali più spesso ancora vengono combattuti e frustrati. Egli ha avuto non piccola parte nel farsi manovrare (com' è suo solito) da alcuni che gli hanno suggerito quei criteri che egli è incapace di concepire di sua iniziativa, formando un consiglio comunale e specialmente una giunta che fanno degna corona al nostro " qui comando io ,. Così chi ha avuto dalla Società operaia il mandato di non far lega coi consiglieri dell' " Unione ,, è venuto meno (nè ce ne fa meraviglia) agli impegni assunti coni suoi socii e con altri moltissimi cittadini e, sempre lusingandosi di ottener chimerici favori , ha contribuito nel formare una giunta di colorito sindacale.
        Per tanto (senza accennar di nuovo al Consiglio), abbiamo avuto una giunta la quale, essendo composta quasi tutta di sfaccendati e di illetterati, può, perciò appunto, ben compiere le sue mansioni, addestrandosi a mettere la firma in certificati di nascita e di morte, vigilando la pubblica oscurità, le strade indecenti, i generi di annona (nè vi è paura che si facciano corrompere), recandosi ad annasare baccalà guasto , frutta fradice , olio puzzolente, ed a sorvegliare, con l'assiduità de' cani, i macelli; nè vi sono altre persone che in tal disimpegno delle proprie attribuzioni possano emularli.
        Il consiglio comunale e la giunta in particolare lasciano molto a desiderare per spirito d' indipendenza e per intelletto, e non corrispondono al sentimento vero della popolazione e degli elettori, i quali si sono lasciati mettere da sè stessi la catena al collo , iscrivendosi nelle singole società locali, facendosi poi manovrare da trafficanti e presidenti, i quali li han condotti a votare come mandre al covile. La grande maggioranza de' consiglieri comunali votò per la giunta , facendosi consegnare in pubblica seduta la scheda coi nomi scritti da un estraneo. A parte la illegalità dell' atto , perchè i consiglieri vollero così dimostrare da sè stessi la propria inettitudine anche a scrivere quattro nomi!? Ne sanno nulla il Sottoprefetto di Ariano di Puglia ed il Prefetto di Avellino ?
        Ed il più bello ancora starà nello svolgere e nel mantenere il programma promesso.

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Da Il Giorno, Napoli, 23 Agosto 1914.

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        Il governo degli allocchi. — Sembra, ma non è questa una favola allegorica derivata da Gorki, nè dal lungo Trilussa. Narrano le cronache locali come, in epoca che non saprei precisare, pervennero per caso, per un assurdo, al governo degli uccellati vallatesi due allocchi , uno spaventapasseri da burla ed altri tre uccelletti in sottordine, di famiglia e di natura equivoca ed incerta. Il " capo in testa era uno degli allocchi, sottocapo l'altro allocco il quale , sia perchè più stupido e più trasognato del primo , sia perchè viveva lautamente alle spalle di monna allocchina sua moglie, era di questo più pretenzioso , più burbero e più arrogante, non ostante che il suo becco fosse spuntato e senza presa, onde lo portava sempre aperto per acchiappar mosche. -- Lo spaventapasseri da burla intanto, terzo fra cotanto senno, voleva essere esso il sottocapo e, siccome non riusciva a ottenere il suo intento ed anche per altri più reconditi motivi, covava rancori contro il capo , e minacciava , da ridicolo rodomonte, di fare chi sa che cosa, ma viceversa faceva sempre nulla: di regola non si spaventava neppure un passerino, e tanto meno poi spaventavano gli allocchi , al primo de' quali anzi addirittura si sottometteva. Gli altri tre uccellotti di cui innanzi, dicevano di tanto In tanto di voler spiccare qualche timido , libero volo, ma non osavano , perchè allocchi e spaventapasseri (e chi presiedeva il concerto informe della minor turba canora, pensando solo a procurar qualche granellino e d’ rimasugli al suo becco) tenevanli a bada.
        Così era composto allora il governo della nostra Vallata. Non so se a quel tempo un aristarco o frustatore qualsiasi esistesse; ma , se vi era, o le sue punzecchiate o frustate erano così dolci e leggiere , che quel " ministero„ non se ne risentiva; oppure quei..... tali avevano il ceffo o grifo così duro che, sebbene terribili fossero, essi non se ne davano per intesi.
        Sia comunque, certo è che quel governo aveva saputo così insinuarsi nei, cuoricini della pleiade de' minori uccelletti, da essere nominato, perchè aveva pure promesso di far godere a loro il paradiso in terra , senza alcuno sforzo. Gli uccellini ed i merlotti, sciocchini, vi avevano creduto : benchè qualche aquilotto garrisse che il bene non si ha , se non si scelgono e non si seguono prima i mezzi atti a conseguirlo ; e falchi e nibbii, schiamazzando e starnazzando di continuo, ammonissero, di non aver fede nella confessione del lupo.
        Quando però i poveri uccellini videro che del bene promesso nulla si otteneva , si accorsero e conclamarono, ahi ! tardi, che è inutile sperare di cavar sangue dalle rape.

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Da Il Giorno, Napoli, 8 Ottobre 1914.

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        Congrega di Carità. — La nostra Congrega di Carità, se non in isfacelo, é in disordine: per varie ragioni una buona parte della cittadinanza è contro il suo funzionamento. Le rendite dì essa, infatti , secondo la destinazione che ne diedero i nostri avi , dovevano servire per soccorrere i poveri, ed invece sono state assorbite dall'istituzione di un asilo infantile , i cui locali furono fittati a prezzo esagerato per compiacere il sindaco.
        Pertanto , i nostri poveri vanno famelici per le strade , cercando chi dia loro un tozzo di pane, e siccome le dette rendite non bastano per l'asilo, si sono andati scavando crediti assai litigiosi della congrega, la quale spesso va per esigere i canoni, ed all'opposto ci rifonde le spese. In occasione del terremoto, si sono condonati i censi arretrati a favore di chi non li aveva ancora pagati. E siccome i potenti e gli affaristi sono quelli che meno temono ingiunzioni da parte della Congrega, ne venne di conseguenza che costoro , più che i poveri, godettero de' benefizi derivanti dal detto condono.
        Ma, invece de' censi arretrati, che non si erano pagati per colpa o per abusi , si sarebbero dovuti condonare i canoni in corso e successivi, e così si sarebbero giovati tutti indistintamente, e non si sarebbero favoriti a preferenza i ricchi. Sembra intanto opportuno che la Congrega prudentemente riconosca, quando ne è il caso, i propri torti, senza accettare consigli testardi o tendenziosi , evitando così le spese giudiziarie, e facendo diminuire la pubblica irritazione.

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        Consiglio comunale. — Si sperava che i nuovi consiglieri comunali si fossero mantenuti indipendenti ed onesti nell' esercizio della loro carica. La nomea e la qualità d' indipendenti, che essi affermavano di avere , l' hanno moltissimi fra loro in gran parte perduta, dopo che si fecero rimorchiare dal sindaco, da qualche signorotto locale e da alcuni presidenti di società , nella formazione della Giunta. I consiglieri pertanto , e specialmente la giunta ed il sindaco, non trovano più fiducia presso la cittadinanza.

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Dal giornale il Giorno, Napoli, 19 Ottobre 1914.

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        Luce elettrica nella Baronia. — Un raggio animatore di civiltà sembra sfasi diffuso negli scorsi giorni per le nostre contrade, ad iniziativa di chi ha avuto la lodevole idea di impiantare la luce elettrica in queste regioni, da un cieco destino condannate a seguire, a passi pur troppo lenti, il cammino del progresso. Sono stati già esposti il progetto tecnico ed il bilancio.
        Ma non tutti i nostri paesi hanno voluto rinnegare il loro tardigrado passato e presente; perciò, mentre la maggior parte dei Comuni ha risposto con entusiasmo all' appello , altri pochissimi hanno boicottato, per diffidenze innate e per dubbi aviti, la sottoscrizione degli scarsi capitali indispensabilmente richiesti. L'attuazione dell'idea è stata, quindi , rimandata al prossimo anno , quando, con un po' di propaganda anche tra le classi meno colte e meno abbienti , si spera potrà essere dimostrato generalmente utile l'uso della luce elettrica. L' ultima riunione fu tenuta in S. Sossio Baronia , assai gentilmente ospitale verso gl'intervenuti de' varii Comuni vicini. Per ora, l'impianto della luce elettrica è stabilito solo per Villanova del Battista. Gli altri Comuni potranno contentarsi , pensando che almeno, vibratamente, " alea iacta est „ !...

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Dal giornale l'Azione, Roma, 2 Novembre 1922.

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        La fontana pubblica. – Vari mesi or sono , un ingegnere, del quale ammirammo l' abilità tecnica, gli ampi gambali e l'energia podistica ancorchè di età non giovine, compilò, per riallacciare le acque della pubblica fonte un po' disperse , un sontuoso progetto, che importava per il Comune la non lieve spesa di circa duecentomila lire. Ma, più che fare progetti un po' utopistici, perchè superiori alle risorse della finanza locale, e tanto meno encomiabili, quanto più sono eccessivi, è preferibile che si pensi a queste spese utili , ma non indispensabili, solo ne' limiti della stretta necessità, in modo da rendere i lavori sollecitamente attuabili.

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Da Il Giorno, Napoli, 13 Maggio 1923.

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        L'Amministrazione Comunale nostra non ha ancora discusso il bilancio che , quest'anno, sembrerà più florido per la soppressione del pagamento del caroviveri agl'impiegati. Essa sorse con un programma Il stampato „ di radicali riforme , specialmente di natura finanziaria. Il Consiglio comunale ha, di tanto in tanto , mostrato delle lodevoli disposizioni e degli atteggiamenti decisi; ma, per l'esecuzione delle modifiche più importanti che il cennato programma si proponeva— alcune delle quali da leggi o da regolamenti non consentite—sarebbe stata necessaria una direttiva più energica.

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Dal Giorno, Napoli, 25 maggio 1923.

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        Faccende amministrative. — Quando furono indette le elezioni, l' attuale amministrazione si prefisse compiti, alcuni de' quali — pur se vi fossero stati a capo uomini più volenterosi e più energici—sarebbero sempre riusciti ben difficili ad eseguirsi. Ma, oltre a quelle promesse un po' utopistiche, prospettate forse per sedurre la massa, altre ve ne erano, che fermezza ed energia di volere ben avrebbero potuto attuare.
        Il ricondurre la pubblica fonte al posto primitivo ha reso migliori le acque, cosicchè, negli ultimi tempi , si sono avuti minori casi di malattie intestinali; ma mal si fece a compilare per la fontana sontuosi progetti non messi in esecuzione, spendendo somme notevoli, data la scarsezza della nostra finanza, per farci ammirare i sovrabbondanti gambali di un ingegnere e la formulazione di un progetto bello, ma superiore alle forze economiche del nostro Comune. Anche la revindica de' beni patrimoniali e demaniali non ha dato ancora risultamento pratico. L'illuminazione pubblica è pure un nostro pio desiderio. Si deplora generalmente la scarsezza di carne nei pubblici macelli. Il campanile della Chiesa Madre, la cui parziale demolizione fu appaltata per una somma superiore al necessario, attende ancora chi trovi i mezzi per farlo ricostruire. Fu cominciato il Viale della Rimembranza, ma, pur troppo, non è ancora completo. Sono stati migliorati diversi vicoli, ma le strade principali non smettono il fango ormai secolare, e sono, in alcuni punti, ostruite da enormi cumuli di sabbia e di pietre. Bene sarebbe condurre a termine almeno qualcuna delle opere iniziate e promesse da tempo.

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Da Il Giorno, Napoli, 16 Dicembre 1923.

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        Municipalia. — Tutti riconoscono che le aumentate passività del bilancio hanno ineluttabilmente imposto ai nostri amministratori di applicare una tassa. Nondimeno l' atto della vigente amministrazione che ha più ottenuto il disfavore del pubblico è stato, senza dubbio, l'applicazione della tassa di famiglia : specialmente perchè questa è una nuova tassa, che mai per lo innanzi aveva gravato la popolazione, perchè fu imposta in misura superiore a quella necessaria, e perchè non sempre ai singoli cittadini se ne fece una giusta applicazione individuale. Il malumore è cresciuto quando si è visto che le nuove entrate, quasi tutte assorbite dagli impiegati e salariati, non hanno dato un proporzionato corrispettivo di miglioramento generale ne' pubblici servizi. Eccetto l' accomodo di pochi vicoli, riattati con danaro preso a prestito dallo Stato, il paese è in condizioni uguali a quelle di prima. li provvedimento, invece, che più incontrò il favore del pubblico fu l'abolizione del dazio consumo : è stata, perciò, ben strana idea il riproporre il ripristino della tassa abolita che , fortunatamente , non venne approvato.
        Vallata è paese calmo, che, se non è entusiasta de' doveri finanziari verso gli enti pubblici, tuttavia pazientemente li tollera; però critica, talvolta a ragione ed aspramente, perchè amerebbe veder nascere dai propri sacrifizii qualche cosa di generalmente utile. Ormai, crediamo che questo sappiano anche i capi dell'attuale amministrazione; abbiamo per essi amichevoli disposizioni : perciò li invitiamo, anche per il loro meglio e nell' interesse di tutti, a fare, fare, fare, senza più vanamente promettere. Almeno, se è giusto che non si recidano le erbe in camposanto, per non turbare il meritato riposo dei morti, si facciano pulire una volta al mese le strade, specialmente d'inverno. Prima della guerra, esisteva una certa illuminazione pubblica che, molto deteriorata durante la guerra, fu poi del tutto abolita. L'anno scorso si agitò l'idea d'impiantare anche nella Baronia un'illuminazione elettrica; ma il progetto fallì sul nascere, forse perchè non si ebbe fiducia nel promotore.
        Non deve , sotto certi aspetti, trovarsi in condizioni peggiori di altri Comuni , Vallata , che della Baronia e, con ogni probabilità , il miglior paese, per attività e fecondità di industrie agricole e commerciali, per numero di abitanti, per estensione di territorio, per salubrità d'acqua e d'aria. Ma nulla, da molti lustri, si è fatto per migliorarla, come è pure un nostro dovere civico. Il " Municipio „ non deve, infatti, servire solo al disbrigo, più o meno solerte ed equanime, di pratiche collettive o personali, ma deve mirare anche , se non specialmente, al miglioramento generale del paese.

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Da Il Giorno, Napoli, 21 Dicembre 1923.

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        Affari nostri. — La complessità de' fatti condensati nelle ultime mie corrispondenze, riguardanti lo stato del nostro Comune, mi ha impedito di precisarne meglio alcuni, che formano perciò obietto di quanto oggi scrivo. Ripeto che maggiore energia e buona volontà avrebbe potuto far eseguire varie parti del programma dell'attuale Amministrazione—che speriamo ancora siano presto svolti — e che questa ben fece a far ritornare la pubblica fonte nel punto dove sgorga, d'onde la penultima amministrazione la deviò , con menomazione della naturale bontà dell'acqua, a causa di inquinamenti e di influenze atmosferiche. Però, le varie centinaia di migliaia di lire necessarie ad eseguire il progetto tecnicamente lodevole per l'acqua, di cui non sentiamo per ora bisogno, nè scarsezza, meglio sarebbero destinate all'accomodo delle vie principali. La scarsa illuminazione a petrolio e ad acetilene che qui esisteva, fu abolita del tutto verso il 1919 ; in modo che, quando s'insediò l'attuale Consiglio Comunale,, anche i fanali, ormai inservibili, erano stati rimossi dal loro posto. Si sarebbero però dovuti ricollocarne almeno pochissimi, in posti dove, quando la luna non rischiara, è possibile cadere, da vari metri di altezza, ne' burroni e nelle viuzze sottostanti. Una parvenza d'illuminazione esiste persino ne' più piccoli paesi vicini.
        Intanto, dopo alcuni mesi, si è lodevolmente ripresa la costruzione del Viale della Rimembranza. Giustizia ci impone di notare anche che la nuova Amministrazione ha saldato alcuni debiti, per molte migliaia di lire, contratti dall'amministrazione precedente; ha fatto istituire una scuola rurale mista; e la maggior parte de' suoi componenti, per onestà, nulla ha lasciato a desiderare. Tanto per la verità, sempre magis amica.

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Da Il Giorno, Napoli, 25 gennaio 1924.

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        Faccende comunali. — Certi messeri non fingano di ignorare che ho sempre deplorato, tra le altre colpe dell'Amministrazione, la continua usurpazione di terreni comunali e l'abusiva occupazione di suoli pubblici battezzati per privati, talvolta camuffata con pretesi abbellimenti ed allivellamenti, il pubblico orologio dai pendoli abbattuti, il campanile ridotto a forma indecente, il rilassamento nella disciplina di alcuni impiegati e salariati, il cimitero dalle cadenti mura, i conti da molti anni non resi, il sabotaggio della revindica dei vasti beni demaniali. Ma questo stato di cose non va tutto imputato all' inerzia de' dirigenti, bensì è dipeso pure da circostanze diverse, quali, ad esempio, regolamenti ed autorità tutorie che — con l' imporre la concessione di continui aumenti di stipendi e di prerogative ai pubblici impiegati —, mentre hanno favorito gl' interessi de' pochissimi beneficati, spillando danato alla massa non sempre facoltosa de' contribuenti, hanno impedito che buona parte del danaro all'uopo occorrente fosse usato per opere di utilità generale.

        Illuminazione, orologio e strade. — Si è promesso di far funzionare, ne' principii di quest'anno, l' illuminazione pubblica. Speriamo che le promesse siano presto attuate, giacché le promesse non mantenute diventano " ipso facto „ spregevoli bugie. E di promesse elettorali non mantenute il popolo delle nostre contrade ha ormai pieni, da tempo, i cog ... itabondi suoi desiderii. Si è progettato pure d' impiantare un nuovo orologio pubblico, per sostituire quello vecchio e guasto ; ma vogliamo sperare che i preparativi per farlo venire non siano eterni. Col buio delle notti illuni, quando non si è forniti del preistorico tizzo acceso, della vecchia lanterna o di lampadine elettriche tascabili, c'è qui pericolo di precipitare, in taluni punti, nel vuoto, con grandissimo danno di quell' incolumità pubblica, che i rappresentanti del Comune certo dovrebbero ben tutelare. Forse potrà giovare alla consistenza delle strade, ma certo se ne aumenta, specialmente d' inverno, la poltiglia, col dispensarvi sopra brecciame e sabbia, che presto, con la pioggia, diventano fango.

        Interruzione postale. — Abbiamo avuto la seconda abbondante nevicata di quest' inverno : il servizio postale è stato perciò, per cinque giorni, interrotto. In alcuni punti , i cumuli di neve ammassati dal turbine raggiungono due metri. Soffiano venti impetuosissimi, in diverse e contrastanti direzioni. La temperatura interna è ad un grado sotto zero.

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Da Il Giorno, Napoli, 7 Febbraio 1924.

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        Polizia mortuaria. — Vi è qui I' uso secolare di portare scoperti i morti al cimitero, lungo tutto il percorso delle vie del paese ; e i deceduti si mettono nella bara solo al momento di interrarli. Forse sarebbe opportuna l'abolizione di tale macabro uso, che soffre eccezioni solo quando sì tratta di malattie infettive.

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Da Il Giorno, Napoli, 19 Marzo 1924.

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        Seduta consiliare. — Il nostro Consiglio Comunale, nella sua ultima seduta, ha discusso il bilancio 1924, proposto dalla Giunta, apportandovi una sola rettifica e parecchi rilievi. Infatti, un consigliere che raramente, interviene , ha richiesto che fosse portato da L. 200 ad almeno lire 500 il concorso del Comune alla spesa per il Viale della Rimembranza ; che sia provveduto con urgenza ad opere di pubblica utilità , facendo accomodare il cimitero, il campanile della Chiesa Madre—ridotto. a non estetica forma — ed alcune strade ; che sia impiantato almeno un simulacro di pubblica illuminazione nelle notti illuni , e che , da quest' anno-in poi, alla revindica de' beni comunali sia provveduto solo con i fondi utili che la revindica stessa effettivamente darà. Il Consiglio, all'unanimità, approvò, plaudendo, le belle proposte, che è dovere del sindaco e della giunta municipale mettere presta in esecuzione.

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Da Il Giorno del 27 Aprile 1924.

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        Melensaggini. -- Per la seconda volta, il corrispondente locale di un quotidiano di Napoli rinnova accuse a questa Amministrazione, tacciandola che non passa giorno, senza che ogni suo atto “non sappia di scempiaggine, di irregolarità e partigianerie,, . La scempiaggine e l'affarismo losco ed intrigante non vanno giustamente attribuiti all'attuale Amministrazione, la quale, invece, ha in sé più dì uno che, per senno e per onestà, è senza paragone superiore al detto corrispondente, il cui spirito partigiano è dimostrato dal fatto che egli si occupa sempre dell' ingombro di un piccolo locale pubblico che è presso casa sua, col medesimo zelo con cui, quando fu assessore, si occupò dell'acqua scorrente presso un suo fondo. Ma, col suo zelo fondato di norma sul privato interesse, il sullodato corrispondente fa rischiare intanto all'Amministrazione di perdere anche quel congruo compenso che essa avrebbe ottenuto per l'occupazione del suolo, riferendocisi ora invece che l'occupante vuole addurre, anche giudiziariamente, di esserne proprietario.
        Come ha fatto poi a dimenticare che l' illuminazione pubblica cessò proprio quando egli era "magna pars, della passata Amministrazione ; che i fanali furono da allora infranti, e che, per opera dell'attuale Amministrazione, ora sono già rifatti ed impiantati di nuovo ?!
        Siamo poi desiderosi di conoscere da lui come ridurrebbe il bilancio e come fronteggerebbe ai nuovi oneri imposti dalle Autorità tutorie, senza ricorrere a tasse.
        Ad ogni modo, se colpa hanno le autorità locali, non è certo quella di commettere " soprusi ,, perchè hanno precisamente il difetto opposto di 'essere fin troppo benevole, anche verso gli avversari esagitati dal supplizio di Tantalo, i quali proprio di ciò abusano.
        Le autorità tutorie farebbero meglio ad occuparsi di interessi di ordine generale, non di pettegolezzi mossi sempre da privato interesse. Secondo il pre-fato corrispondente, le autorità tutorie meritano però " lode ,, per essersi interessate di un pettegolezzo personale ; ma egli non si accorge che proprio le lodate Autorità hanno sempre approvato quasi tutti gli atti del Consiglio, da lui tacciati tutti di scempiaggine. Donde si vede che, mentre l' adulazione più gretta e più strisciante, a scopo di acquistarsi la simpatia ed il favore necessario per l'occasione, arricchisce la mente e l'animo di certuni, salvo a pagar poi tutti, dopo ottenuto I' intento, con la più negra ingratitudine, neppure il più elementare senso comune è il forte di essi.
        Infine, l'attuale Amministrazione, della quale egli stesso non riuscì a far parte, non fu eletta " per intrighi partigiani,, ma per libera volontà di popolo.

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Dal quotidiano Roma, Napoli, 22 Ottobre 1924 e da Il Mezzogiorno, Napoli, 23 Ottobre 1924.

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        Faccende amministrative. — Non vai la pena di mettere in rilievo le futili beghe egoistiche di alcune persone, che procurano compiacimento ad inimici soffiettatori, invidiosi e vituperabili. Nè è il caso di difendere l'operato o, per meglio dire, il non operato dell'Amministrazione, per quella parte che merita giusta condanna, ed in questo gli esasperati dal supplizio di Tantalo possono trovare maggior conforto, che nell' ingiusta pretesa di voler ristretti gli interessi cittadini al proprio tornaconto. Incluso, contro la mia volontà insistentemente espressa, nella lista di maggioranza comunale, trovai perciò una ragione di più per rassegnare presto le mie dimissioni, quando — per l'opposizione di leggi e di autorità tutorie, sanzionatiti continui aumenti di stipendi e di prerogative agl' impiegati e per la inerzia de' dirigenti — , il programma non da me-stabilito e pubblicato, non potette eseguirsi.
        Respinte unanimemente le dimissioni, non recedetti, se non quando, per propugnarlo almeno in parte, il sentimento religioso e la minacciata incolumità dei cittadini residenti presso la Chiesa Madre, mi spinse ad intervenire, principalmente per la ricostruzione del campanile. Ma chi non ha che farsene, sappia che porta vasi a Samo e nottole ad Atene, quando biasima alcune mancanze dell'attuale, Amministrazione , perchè già, come risulta dalla stampa e da verbali consiliari, deplorai e deploro vivamente la sporcizia stradale, i continui deturpamenti dell'edilizia, specie quello di via S. Rocco, la non attivata illuminazione, il rilasciamento nella disciplina di alcuni impiegati, l' erba rigogliante nel cimitero, il sontuoso progetto. per la fontana altero saeculo attuabile, i conti da molti anni non resi, la revindica sabotata. Non assumo la responsabilità degli atti positivi o negativi altrui, nè interverrò alle sedute, prima che almeno qualcuno di questi capi del programma sia eseguito.
        Ma non è logico , nè giusto , nè in buona fede pretendere che la nuova Amministrazione, in pochi anni, provveda a riparare i mali prodotti da fanti anni di perniciosa disamministrazione, ai tempi in cui parentele, clientele ed affarismi trescavano a danno del pubblico. Ad ogni modo, poi, non si accettano consigli da chi non è in grado di darne, e tanto meno da chi, per chiedere arrogantemente, è solito ottenere l'effetto opposto. Dopo ciò, qualcuno può.... accomodarsi.

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Dal Corriere dell' Irpinia, Avellino, 13 novembre 1924 e da Il Giorno, Napoli, 18 novembre 1924.

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