SCRITTI VARI - Tommaso Mario Pavese - Pietro Paolo Parzanese.

Pietro Paolo Parzanese*

        Religione e patria furono i motivi principali che, ispirarono la poesia di Pietro Paolo Parzanese, che, rinnovò, così, l'esempio di due grandi suoi predecessori, Dante Alighieri e Francesco Petrarca, e di due quasi suoi contemporanei, Alessandro Manzoni e Giacomo Zanella. Alla religione lo portavano il suo abito talare, la tendenza del suo spirito, le sue abitudini di vita. All'amor di patria era guidato dalla conoscenza della storia di essa , dal dolore per i mali che la affliggevano, dal desiderio di vederla tornare gloriosa, dal sentire di un'anima eletta. E nell'amore per la grande Italia, egli non dimenticò, ma ne furono quasi punto di origine, le sue montane contrade native.
        Avvinto da questi affetti, canta Dio, la Croce, gli angeli, il dolore umano e la natura; con immagini terse e spontanee, s'ispira alla Bibbia e, quasi che solo il suo sentimento non bastasse, traduce da poeti stranieri animati dal suo stesso palpito: canta il popolo e la virtù, gli affetti familiari e civili, la nitidezza dei colli e dei campi solatii che lo videro nascere , le rondini che li solcano ed anche , con gli abitanti delle sue contrade, il tenero incarnato delle belle arianesi. Ammira la bellezza della natura ovunque si trovi, nelle fisiche apparenze o, specialmente, negli animi e, per ogni manifestazione di bellezza, egli ha, più che un amore, un culto, perchè quasi vi vede il raggio di Dio. È certamente l'astro più fulgido della poesia irpina, perchè nessuno ha abbracciato ciò che vi è di poetico nel mondo in genere, e nella nostra Irpinia in ispecie, com'egli col suo sguardo di insieme. Pur con una conoscenza e con un'ispirazione così vasta e complessa, quasi rifugge da concezioni che si nascondano al popolo nel fitto velo dei densi e concisi pensieri e dello stile peregrino; ma ama al popolo parlare ed il popolo cantare.
        Tale noi conoscevamo il Parzanese e l'amavamo; per la sua arte, non meno che per la sua vita proba: noi specialmente irpini. E quegli che , più di ogni altro, ne serba vivo il culto, il prof. Francesco Lo Parco — benchè lontano, tuttavia rondine appassionato al nido natio —, non pago di questa conoscenza del poeta suo concittadino, già acquisita alla letteratura, fruga, cerca, trova sprazzi inediti -di quella luce intellettuale, e li incide, a riconferma di quanto si sapeva intorno al poeta conterraneo, quasi nuove gemme a corona di fulgente mosaico. Per cura del prof. Francesco Lo Parco, vengono così fuori due volumi di opere inedite e rare: " Pietro Paolo Parzanese, Canti educativi e Prose educative, con prefazioni biografiche e critiche, Napoli, Federico e Ardia editori, 1921 e 1926.

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        Tra le varie edizioni delle poesie del Parzanese pubblicate sino a questi ultimi tempi, meritano speciale menzione una raccolta quasi completa delle opere di lui, stampata in otto volumi, dal 1889 al 1898, dallo Stabilimento Tipografico Appulo - Irpino di Ariano di Puglia, luogo di nascita del poeta, ed una scelta di poesie e prose curata dal professor Catello De Vivo, edita dal Perrella di Napoli , nel 1914. Un accurato " Studio sulla vita e sulle opere di P. P. Parzanese „ pubblicò il professor Nicola Flammia. Alle poesie del Parzanese abbiamo già, in parte, accennato.
        Le sue prose poi — presa a sfondo sereno e luminoso la religione cristiana — hanno un contenuto morale, sociale, oppure artistico, che si esplica in bozzetti, novelle, relazioni di viaggi, in articoli critici riguardanti la letteratura od altra delle arti belle. Il Parzanese è, pure come prosatore, uno de' più valenti della prima meta del secolo scorso, se non per le prediche, talvolta un po' trascurate nella lingua e nello stile, per varie altre prose, specialmente artistiche, che toccano quasi la perfezione, avendo splendide descrizioni, scene commoventissime, vive, pitture di usi popolari e di tipi umani , analisi finissime di opere artistiche e letterarie. Una gran parte ancora poco conosciuta delle prose e dei canti educativi del Parzanese, che proclama le più alte verità sociali, etiche e religiose, con le irresistibili seduzioni del bello, viene così in luce, con questi, due nuovi volumi : " Canti educativi” , e " Prose educative „ —, ora per la prima volta, o dopo che già era stata dimenticata e dispersa su per giornali e riviste.
        Il professore Lo Parco, già noto per pregevoli, opere su Dante, sul Petrarca e sull'Umanesimo, indagando con severi studi l'abbondante materiale dì cui è fortunato possessore, ha così esumato l'opera, inedita e dispersa, spesso mal giudicata, appunto, perchè non completamente nota, del dolce poeta popolare e cristiano, mostrandocelo più suggestivo e poliedrico specialmente nelle sue ammirate e varie, traduzioni dalle letterature straniere, ed in particolar modo da Hugo , Burger, Byron , Shakespeare, Uhland, Goéthe, Klopstock, per citare i maggiori, facendo balzare viva la figura di questo poeta ed, oratore patriota, che non ebbe finora il posto degnamente spettantegli nella letteratura. Infatti, le sue poesie furono giudicate severamente persino dal suo, grande conterraneo Francesco De Sanctis, che attribuì al Parzanese " piccola coltura definendolo, “il buono e pio poeta del villaggio”. Il Lo Parco, ,conoscitore profondo della produzione del poeta irpino, si è pertanto sobbarcato a molte e minuziose ricerche di libri rari, di riviste e di strenne, e n'è venuta fuori una fiorita di preghiere, di romanze, di canti inediti e dispersi, ricca di varianti e di autografi, in facsimilì. Dai due volumi curati dal dotto professore, balza, così, nitido e simpatico un nuovo Parzanese che, oltre a trasmutare in ritmi armoniosi e melanconici le onde melodiose della spontanea poesia irpina, risonante sui colli e per le valli verdeggianti dell'Olanto, del Sele, del Calore e specialmente della natia sua Ufita, si ispira pure all’anima popolare echeggiante nelle ballate del Burger dell'Uhland e di altri.
        Il Parzanese dipinge, con incomparabile intuizione psichica, specialmente quanto la fanciullezza ha di grazioso, di ingenuo, di amabile, accomunando fanciulli ricchi e poveri nelle ansie ancora imprecise e vaghe per i travagli della vita. La sua poesia, pure come altri hanno già notato, risponde al bisogno ormai sentito dagli spiriti odierni di un contenuto ideale — contrapposto a quello frivolo anche per la forma — che rinnovelli moralmente e politicamente i singoli individui, e la società in genere, secondo i dettami della fede cristiana, smarrita, se non perduta, dopo il Profondo rivolgimento cagionato dalla immane guerra mondiale. Questa, svegliando nell'uomo, oltre ai nobili ed eroici sentimenti patriottici, pure però istinti regressivi e beluini, ha dimostrata la cultura atea e scientifica insufficiente a formar da sola la coscienza morale, a far risorgere i santi ideali ,a far riconquistare i beni morali perduti, a preservare l'umanità da una maggiore decadenza dello spirito, secondo ciò che forma l'incessante ansia tormentosa di ogni anima bennata.
        Lavori d'invenzione o studi di critica letteraria e artistica, le prose del Parzanese, in gran parte inedite o disperse e, come abbiamo detto, curate dal prof. F. Lo Parco ed arricchite di graffiti, di facsimili e di molte incisioni , riguardano dunque la religìone, virtù e affetti cristiani ; racconti morali, schizzi e schemi di ballate e leggende, fantasie popolari; le arti belle, racconti storici e scene artistiche, quadri, dipinti, cimeli ; la patria, ricordi del passato e speranze per l'avvenire, fervidi entusiasmi e amare delusioni. Come nei versi, nelle sue parti più perfette la prosa del Parzanese è spigliata ed elegante, nitida e tersa ; talvolta le immagini vi si sovrappongono con ammirabile freschezza e il dialogo ha una vivacità deliziosa. Non sempre però versi e prosa hanno un lavor di lima e di cesellatura uguale : e sfuggono alle volte alcune imperfezioni di forma che, saggiamente, il dotto annotatore non ha avuto l'ardire di emendare e che, forse deliberatamente, non ha messo in evidenza, tanto più che questo per ì cultori di lettere sarebbe stato superfluo e, negli alt, i, avrebbe generato una pericolosa sfiducia non completamente giustificata verso il Parzanese, che non sempre ebbe agio di rivedere l'opera sua, nè sempre la destinò forse alla pubblicazione.
        Il sentimento è completamente buono , morale , gentile, affettuoso : da ogni brano traspare, oltre allo scrittore, il galantuomo, che spesso profondamente commuove con la soave dolcezza del suo racconto : ed il poeta non di rado emerge evidente pur nel prosatore, per la delicatezza insinuantesi delle immagini, per la fresca vivacità dello stile, per lo scintillio delle idee, che affascinano, prendono cuore e mente, conquidono.
        Fu la semplicità la sua arma, con la quale penetrò negli animi che, fiduciosi, sì aprivano a lui : a lui uomo integro, probo prete e cittadino, a lui sano scrittore. La semplicità fu la sua arma, e la bontà la sua ispiratrice : l'ingegno gli aveva donato Iddio, forse per farlo servire ai suoi disegni. E dalla sua bontà scaturivano rivoli d'incanto, che si profondevano in immagini tenui e gentili, in carezze per gli uccelli, per i fiorì, per i bambini, in soavità di sentimenti, che gli furono forse dettati dal cuore stesso parlante delle madri e dei figli. La sua potenza di scrittore fu nella bontà, ispiratagli dalla sua indole ed anche dal culto per la sublime dottrina del suo grande divino Maestro. Forse proprio per questo, scrittori simili non tramontano in un'epoca, ma hanno un culto che rinverdisce attraverso i secoli, imprimendosi nell'animo dei popoli e delle generazioni : hic est digitus Dei!
        E sulle bocche di tutti corrono i canti più riusciti, più rispondenti alla vita, del poeta armonioso; quei canti formano il patrimonio della cultura non solo comune. Forse nessuno, neppure tra i grandi o tra i mediocri poeti , seppe trovare motivi così multanimi, per destare corrispondenze, echi e con- sensi, vari e profondi, nella coscienza e nel senti mento popolare.
        O buon vicin mio grande, come ai tuoi tempi, anche ora nella nostra patria, son belli gli albori ed i tramonti, e i verdi colli s'incoronano di cedri e i fiori " sboccian per tutto, fin su le tombe,, . Ancora sono maestose e belle, " sparse di polvere, fin le rovine "; vi fremono perenni i vulcani e, scrosciando, cadono le onde dalle rocce alpestri. Come allora, volano anch'oggi colombi e allodole, rondini e altri uccelli per i verdi prati e per i limpidi cieli natii. Ma noi pervade un ancora più diffuso, desiderio di rettitudine, di bontà, di pace. Dal tuo animo grande, e buono e pio, si spanda anche oggi, come allora, un'eco armoniosa di amore sul rinnovellato mondo !

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*Dal Corriere dell'Irpinia, Avellino, 26 dicembre 1925.

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