Studi Sociali e Giuridici - Tommaso Mario Pavese

6. — Conclusione

         Riassumo e concludo: per regola generale, il matrimonio si deve ritenere indissolubile; però, quando gravi e seri motivi — prudentemente e tassativamente stabiliti per legge — sopraggiungono, esso deve dichiararsi dissolubile.
         Dice, quindi, bene il prof. Arcoleo, che la quistione del divorzio è risoluta da ogni punto di vista: storico, giuridico, religioso, politico, morale; ed è risoluta appunto nel senso che il divorzio può, anzi deve essere ammesso, come unico, probabile rimedio di mali maggiori. La quistione è risoluta nel campo storico, giuridico e politico, perchè — come ho già detto — popoli, giuristi e legislatori di ogni tempo e di ogni paese hanno ammesso il divorzio; è risoluta nel senso religioso, perché i hanno ammesso i Padri della Chiesa, Cristo e qualche Evangelista; è risoluta nel senso morale, perchè i filosofi sono quasi tutti d’accordo nell’ammetterlo, ed anche perchè i pretesi moralisti dovrebbero pensare che non è immorale il divorzio, bensì il delitto e le altre miserie e dolori umani che solo il divorzio può evitare.
         Sia dunque il benvenuto il divorzio anche nelle pochissime altre legislazioni ancora restie ad ammetterlo, specie in Italia, che se è stata quasi sempre sola precursore di civiltà e di progresso agli altri Stati, non deve, in questo, essere retrograda, per mantenersi schiava di un vile e malinteso clericalismo.

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