GERARDO DE PAOLA - ZINO E... MISTERO - a) L'avvenimento storico del secolo: il Concilio Ecumenico Vaticano II

a) L'avvenimento storico del secolo: il Concilio Ecumenico Vaticano II
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        In questo quadro universale di spazio e di tempo si inserisce l'azione dell'uomo in ogni periodo storico ed in ogni angolo del pianeta terra. Volendo far riferimento al periodo a noi più vicino, possiamo affermare che l'avvenimento che ha caratterizzato profondamente, anche se non ancora incisivamente nella vita, la comunità cristiana in questo ultimo mezzo secolo, è stato certamente il Concilio Ecumenico Vaticano II.
        Esso, di riflesso, almeno orientativamente, deve essere un punto di riferimento per tutti i popoli della terra che, oggi più che mai, sentono l'urgenza di formare un'unica grande famiglia, a dimensione planetaria, in cui i problemi e i bisogni di ciascuno siano problemi e bisogni di tutti.
        E' l'utopia di una Chiesa riscopertasi ecumenica, per quanto sempre bisognosa di convertirsi alla radicalità evangelica, nel suo peregrinare verso la Gerusalemme Celeste.
        Per cercare di capire meglio la portata rivoluzionaria dell'evento, alle porte del Duemila, non possiamo trascurare di inserirlo nel contesto socio-culturale e religioso degli avvenimenti che lo hanno preceduto, nell'immediato dopo guerra.
        Preferisco lasciare la penna all'acume critico di Zizola che, nel suo libro, sintetizza così tutta l'opera di P. Lombardi in tale periodo:
        "... occorre risituare questo... nel filone dell'entusiasmo religioso, o se si vuole nella storia dello intransigentismo cattolico, in cui un'epoca -la stagione pacelliana - che precede le acquisizioni del Vaticano II, circa il superamento del regime di cristianità, le distinzioni tra fede e politica, l'abbandono di una concezione privilegiata e costantiniana del posto della Chiesa nella società moderna, il riconoscimento infine della legittimità del pluralismo politico dei cattolici... la Chiesa, spogliata spontaneamente o violentemente da funzioni sociali equivoche e superflue rispetto alla purezza della sua missione, sarà ridotta all'essenza del suo compito, cioé alla profezia del Regno di Dio, essendo questa riconosciuta come l'unica possibilità efficace ed evangelicamente plausibile in mano ai cristiani, per essere sale e lievito nella società, fermento di valori e motivo di opposizione ai poteri totalizzanti del mondo...
        Fra le principali acquisizioni storiografiche ottenute vorrei indicare, anzitutto, la verifica della disponibilità di Pio XII ad aprire una fase di cambiamenti nella Chiesa... nei confronti di una Curia, nella quale albergavano nuclei ierocratici e prassi politiche spesso resistenti non solo alle esigenze del Vangelo, ma anche alle intenzioni programmate del supremo pastore"1
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        Il rapporto di P. Lombardi con Pio XII era improntato alla comune esigenza di riforma della Chiesa, ma conobbe anche momenti drammatici, fino ad una brusca frattura nell'agosto 1952, forse a causa dell'intransigentismo carismatico del Microfono di Dio, che non seppe confrontarsi col realismo innovatore di Pio XII.
        Questi, pur in situazioni drammatiche, riuscì a superare spinte disgregatrici fra istanze di cambiamento e immobilismo burocratico di una struttura basata su privilegi. La sua fu "opera di palificazione" di un terreno franoso, su cui mettere le fondamenta di quella riforma che il Concilio si sarebbe incaricato di avviare, per la realizzazione nel tempo.
        Subito dopo la guerra "tramontate le varie ipotesi - riprende Zizola - di successione cattolica e autoriraria al fascismo, la gerarchia va orientandosi gradualmente verso un deciso sostegno alla Democrazia cristiana. Nei primi mesi del 1945 - La Civiltà Cattolica - si fa paladina dell'unità politica dei cattolici, come - unico mezzo in questo momento per opporre una diga potente al male che tende di straripare...
        Il 2 gennaio 1945 l'Osservatore romano pubblica la condanna della Sinistra cristiana. Gli interventi anticomunisti della gerarchia salgono di asprezza e di intensità dopo la Liberazione... esce sulla Civiltà Cattolica il primo articolo politico di Lombardi. E' una risposta a Togliatti per la sua politica di dialogo fra comunisti e cattolici, si intitola appunto "Una mano tesa minacciosa"...
        Quanto ai semplici iscritti al Partito comunista, che non intendono rinunciare al loro spiritualismo e teismo, Lombardi dice di temere che siano usati come cavalli di Troia: però si guarda bene dal respingerli, come vorrebbero gli intransigenti che, di li a pochi anni, avrebbero ottenuto di condannarli: mentre Togliatti ha denunciato che certi preti rifiutano l'assoluzione ai militanti comunisti, - esercitando un terrore con mezzi spirituali -, Lombardi dice che - il comportamento che i sacerdoti dovranno avere con tali anime illuse nell'amministrazione dei sacramenti dipende da un complesso di circostanze. E' cosa che solo l'autorità ecclesiastica può valutare in linea di massima, ed è cosa che richiederà sempre una grande prudenza nel giudicare le singole coscienze... "2
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        P. Lombardi ha modo di conoscere il Card. Elia Dalla Costa, Arcivescovo di Firenze, in questo periodo, tracciandone un breve profilo nel suo diario (Ricordi, R. XXVIII, 3):
        "E' un santo. E' un uomo tutto d'un pezzo. Povero. Austero. Un lottatore. Ha osato, tra i pochi, opporsi al fascismo".
        Nello stesso documento è riportata pure una valutazione sui comunisti, colta sulle labbra del sindaco il Prof. Giorgio La Pira: "... sono la nuova, grande forza che, nelle mani di Dio, contribuirà fortemente alla creazione della Nuova Età dello Spirito"
        All'inizio del Cap. IV, l'autore descrive il "sistema vaticano" come il compressore di un buldozer: "va piano, pianissimo, ma alla fine schiaccia qualsiasi sasso", riconoscendo però a Pio XII una dirittura morale adamantina: "Il trono di Pio XII si innalza in uno splendore morale riconosciuto nel mondo intero, ma anche in un isolamento che va aggravandosi ogni giorno di più: il papa ha accentrato il processo decisionale nelle sue mani, ha alquanto ridotto i contatti diretti con i vescovi, i cardinali e i dirigenti della Curia romana. Forse è il suo sistema, per non diventare prigioniero del sistema romano, che tende da secoli ad assorbire la figura del papa, all'interno delle proprie vedute, talora anche dei propri interessi, al coperto della collaborazione che gli deve prestare istituzionalmente.
        Pio XII sa che deve riformare la Curia, ha già iniziato a internazionalizzare il Sacro Collegio dei cardinali: una Chiesa ormai estesa a tutti i continenti non potrebbe continuare a far leva su una Curia troppo italiana. Il papa sembra voler riformarla per inerzia, lasciandola deperire poco a poco, togliendole ogni giorno un pezzo di potere: lascia dei vuoti nella Curia, affida ad un medesimo cardinale più di una congregazione, ne controlla e segue tutto il lavoro amministrativo, fin nei particolari, sospende le udienze di tabella, non nomina nemmeno il nuovo segretario di Stato.
        Tuttavia nell'apparato rimangono e si sviluppano le correnti e i loro conflitti. Il Vaticano di Pio XII è solo all'apparenza un mondo statico e come irrigidito in una sola dimensione. Al contrario lo scontro fra diverse tendenze è molto vivo e quelli che stanno tentando di farsi valere presso Pio XII manifestano agli inizi del 1947 una crescente ostilità verso Montini, a motivo delle sue scelte filo-degasperiane in politica italiana e di ciò che gli rimproverano come debolezza nei confronti delle sinistre. Il gruppo che conta costituisce il cosiddetto Partito romano, favorevole ad un rapporto intenso fra le destre e la Democra-zia Cristiana, in chiave anticomunista... " (Pagg. 86 ss)
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        Siamo ormai al travagliato periodo della invasione "pacifica" dei trecentomila giovani cattolici "baschi verdi" che invadono Roma da tutte le Parrocchie italiane, al canto di "Bianco Padre che da Roma ci sei meta, luce e guida ...... quasi ad esibire all'esterno il dispiegarsi delle forze cattoliche. Agli inizi del 1948 Togliatti, al Congresso di Milano, tuona contro il Vaticano che, radicalizzando il discorso politico del "pro o contro Cristo", spingerebbe a rotture antidemocratiche. Pietro Secchia, nella stessa circostanza, lancia l'o slogan: "Una sezione per ogni campanile".
        P. Lombardi su Civiltà Cattolica risponde con un articolo intitolato: "Dalla mano tesa al pugno chiuso", cui controrisponde un articolo del settimanale comunista "Vie Nuove", accusando i gesuiti di "medioevale terrore spirituale".
        Mentre il fronte politico si infiamma, P. Lombardi fa un estremo tentativo di unificare gli sforzi delle varie strutture ecclesiali sul Fronte della Carità, denominandolo "Crociata della Bontà", esprimendo già nel nome le contraddizioni che caratterizzano la vita degli uomini e dei popoli: "crociata" che sa di militarismo, di guerre, anche di religione... e "bontà" che sa di sorgente di bene, di profumo dell'amore, di vincolo di comunione.
        In questo clima di tensione si arriva alla scomunica del 30 giugno 1949 del Sant'Offizio (firmato da un sacerdote nostro conterraneo, impiegato in quella congregazione: Mons. P. Vigorita), col rifiuto dei sacramenti a quanti diano il voto al partito comunista e ai cristiani professanti la dottrina materialistica e anticristiana del comunismo.
        La struttura ecclesiale, ancora arroccata sulla difensiva, pur con tutti i sussulti di rinnovamento, evidenzia: "... il carico drammatico, persino il tormento d'una Chiesa ancora troppo lontana dall'essere il volto vivente del Cristo in un'umanità fuggitiva, per l'ateismo di Stato ad Oriente e per l'ateismo di mercato ad Occidente" (Pag. 131).
        Di fronte a queste radicalizzazioni di chiusura in Italia e di virulento anticomunismo ispirato da Truman in America, alla vigilia della firma del Patto Atlantico e della guerra di Corea, P. Lombardi, pur nella sua intransigenza, sollecitata anche dal Papa, comincia a mordere il freno e carica il suo messaggio al mondo di una visione prospettica di speranza e di radicale rinnovamento.
        Proprio a New York puntualizza così il suo pensiero: "Qual è l'annuncio che va portato su tutta la terra? Eccolo: il comunismo deve cadere e presto o tardi cadrà. Si è drizzato contro Dio, come pochi avvenimenti nella storia e Dio lo abbatterà. Però la storia non torna indietro.
        Quando questo movimento cadrà, non possiamo credere di ricostruire il dopo come era prima del comunismo...
        Oggi di fronte al comunismo ci sono molti interessi che si difendono. Ma la storia non la fanno coloro che soltanto si difendono... quando il comunismo cadrà, ci vorrà un'altra idea, ci vorrà un'altra sistemazione sociale, che prenda ciò che c'era di legittimo nel comunismo e ne eviti i difetti. Bisogna andare oltre... la grande forza reale del comunismo sono le ingiustizie e la pessima situazione in cui tanti uomini sono stati lasciati nei sistemi precedenti... Il comunismo è certamente cattivo, è ateo, è violento. Ma è la verga di Dio: Dio lo usa per spingerci finalmente a praticare di più il Vangelo... L'idea che può superare veramente il comunismo nel mondo e che sostituirà il comunismo nella storia dell'umanità è il Vangelo.
        Bisogna mettere insieme il rispetto dell'individuo (cioè la libertà) col senso della collettività e della solidarietà...
        Prima del diritto di proprietà la Chiesa riconosce un altro diritto, ancora più fondamentale: ed è il diritto di tutti gli uomini alla vita e a una vita da uomini... E' solo il Vangelo, finalmente applicato nella vita sociale, che può davvero superare il comunismo come dottrina mondiale" (Pagg. 198 ss)
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        Nel 1950 la Chiesa si riscopre peregrinante per l'Anno Santo, presentandosi come faro di luce alla società smarrita e amareggiata, con una proposta di riconciliazione, sollecitando un imponente movimento di masse, per scuotere la cristianità da preoccupante acquiescenza e diffuso torpore: P. Lombardi diventa la longa manus del Papa, per amplificare tutto il movimento.
        Ovunque, ma soprattutto in Italia, si ha tutto un fermento tumultuoso di opinioni che scuotono, si confrontano, suscitando entusiasmi, ma anche delusioni e contrasti, sia nel campo prettamente religioso che in quello socio-politico.
        "Sulla Chiesa premono ondate di pessimismo. La secolarizzazione avanza, trainata dai processi democratici e dal decollo della società industriale anche in Italia e Pio XII lancia l'allarme per «l'onda devastatrice dello spirito del secolo, che si propaga in tutti i campi della vita, in tutte le classi della società». Le sinistre aumentano i loro voti, nella prima tornata di elezioni amministrative, che segnano un forte indebolimento della democrazia cristiana a favore della destra...
        Lombardi assiste come sbigottito all'aggregarsi di un campionario inconsueto di critici, i comunisti naturalmente, ma anche qualche vescovo, i ricchi, qualche politico, preti, la Rai, i giornali indipendenti... La sua posizione si irrigidisce, la sua parola si carica di intransigenza.. Cerignola, terra di lotte storiche del bracciantato meridionale, assume per la Crociata di Lombardi un valore simbolico. E' inevitabile che la gente del posto, non dimentica delle lacrime, del sudore e del sangue versati sulle battaglie dei braccianti contro il latifondo e la polizia, intuisca tutto il valore della provocazione e reagisca come per un'altra battaglia muro contro muro, bandiere rosse al vento nell'oro dei campi di grano, mentre gli ostensori sfavillano in processioni eucarische tra copriletti colorati distesi dai davanzali, tappeti di rose sui selciati e il canto trionfale «Noi vogliam Dio», rintuzzato da quello di «Bandiera rossa».
        «Vigliacchi» grida Lombardi dal palco, «voi comunisti siete vigliacchi. Avete proibito alla gente di venirmi a sentire. Sono forse degli schiavi i contadini di Cerignola»? Ma neppure i latifondisti vengono risparmiati, anch'essi si attirano i fulmini delle minacce del fuoco, se continuano a non pagare la giusta mercede ai braccianti.
        Però Lombardi non è meno impetuoso con i dirigenti ecclesiastici, sembra non aver soggezione nemmeno dei cardinali...» (Pagg. 248 ss)
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        Gli ecclesiastici, tra i quali qualche vescovo, giocano di rimessa accusandolo di «metodi pastorali e missionari considerati troppo massivi, rumorosi, spettacolari, miracolistici e persino violenti».
        Anche la Curia romana non è risparmiata in questa dura lotta, tanto che Lombardi suggerisce al Papa una ipotesi di Super-Curia, che ne riduca i poteri.
        "La Curia è in allarme. Bisogna avanzare con prudenza, scrive il 4 aprile nel Diario. Il 10 aprile 1951 Pio XII riceve Lombardi e P. Rotondi per discutere la proposta... La giornata deve essere stata pesante se il papa ha i segni di una grande stanchezza sul viso. E tuttavia non mostra cedimenti quanto alla responsabilità del ruolo e alla rapidità e lucidità dell'analisi... «Dunque, qui si tratterebbe di maggiorare il governo di Roma... con i tali e tali vescovi, cioè dei rappresentanti dell'episcopato e affidando gli uffici di Curia a dei semplici prelati». Lombardi: «certo, il difetto sta nel governo. Il papa è capo supremo e parla bene, ma fra lui e gli esecutori manca il governo...» .
        ... la sua (del papa) conclusione è pur sempre: «ma come si fa»"? (Taccuini 327, Udienza di Pio XII, 10 aprile 1951)
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1 Giancarlo Zizola: "Il microfono di Dio" (pagg 10 ss) Arnoldo Mondadori Editore 1990.
2 Op. cit. Pagg 59 ss. Da questo punto, per evitare citazioni e sotto citazioni, l'analisi critica di Zizola è citata col riferimento alle pagine della sua opera; i documenti cui fa riferimento saranno citati direttamente, chiedendo scusa all'autore di avere letteralmente "saccheggiato" il suo libro. Le pubblicazioni, del resto, servono a questo, per amplificarne il messaggio.

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