GERARDO DE PAOLA - ZINO e MOLOK - Il deserto... fiorisce

Il deserto... fiorisce.
__________________________________________

        Il nostro Zino, saccheggiando pure degli appunti personali del lontano 1976, aveva terminato di organizzare il precedente capitolo, verso la mezzanotte di domenica, 21 luglio.
        Si abbandona al sonno, dormendo tranquillamente fino all'alba, per poi immergersi in una ferialità «disorientata e disorientante», a causa dell'indecisione, penosamente avvertita, del «taglio» da dare a questa parte del racconto: aveva in testa, confusamente, tante cose, ma senza idee... chiare.
        In attesa di «chiarimento», continua il cammino nel «deserto» di quel lunedì, a «scartabellare scartoffie», sepolte in un angolo, ancora tutte da ordinare, tra le quali «rinviene» due certificati di studio, con diploma di ammissione al ginnasio, alcuni suoi disegni personali, in preparazione allo esame «fortunoso», di cui sopra, due brevi relazioni di attività svolte al Regionale, come «Priore del TOF», un suo lavoro monografico, chirografo, sul breviario, steso alla vigilia dell'Ordinazione sacerdotale, ed una relazione annuale sull'andamento del Seminario minore, anno scol. 1962/63, alla vigilia della sua venuta in parrocchia, nonché, alcune foto delle colonie da lui organizzate in due paesi della diocesi, nell'estate 1963.
        Era il materiale, in «gestazione» una parte da mezzo secolo, nei meandri di un disegno misterioso, che attendeva di «venire alla luce», con un «meraviglioso» parto, verificatosi all'indomani, dopo un breve e penoso-gioioso «travaglio», quando, «sgusciando» il disorientato protagonista dal letto, fa un salto in terrazzo, sia per «godersi» lo spettacolo, uguale e pur sempre diverso, dello «sgusciare» del sole all'orizzonte, sia per inserire la sua voce, quasi «impercettibile» nel trionfo della natura, caratterizzato quella mattina da una «chiassosa sinfonia» degli uccelli, cui cerca di unire la «propria» di Lodi e Terza.
        Rimugina a lungo alcune espressioni, e particolarmente: «Ascolta la mia voce, Signore, spero sulla Tua Parola... precedo l'aurora e grido aiuto, spero sulla Tua Parola... Angoscia e affanno mi hanno colto, ma i tuoi comandi sono la mia gioia... Signore, Dio della mia salvezza, davanti a Te grido notte e giorno. Giunga fino a Te la mia preghiera, tendi l'orecchio al mio lamento... Grido aiuto, Signore: non nascondermi il tuo volto... Ma io a te, Signore, grido aiuto, e al mattino giunge a Te la mia preghiera...».
        Non aveva nemmeno finito di pronunciare queste parole «tendi l'orecchio... non nascondermi il tuo volto... », ruminandole ancora sia durante il solito rifornimento gastronomico, sia durante le pulizie personali, interiori ed esteriori, a suon di musica e di notizie, quando, sceso ad aprire la chiesa (si era specializzato da anni a fare anche il... sagrestano!) si accinge, dopo aver «parlato» tanto, ad... « ascolatare ».
        Oggetto della meditazione, come faceva dai primi anni di ministero in parrocchia (pienamente convinto della necessità del «contemplata refero») per tutta la settimana, era la «Parola» da trasmettere, il più fedelmente possibile, alla comunità nelle messe domenicali.
        Questa volta si tratta della XVII dom. anno B. La meditazione del giorno precedente, 22 luglio 1992, gli aveva offerto una inquadratura generale delle tre letture con Salmo. Al martedì, come al solito, inizia la meditazione su appunti trascritti quindici anni prima sul tomo 11, Pag. 291 (guarda un po' dove arriva lo scherzo!...) proprio nella settimana dal 18 al 25 luglio, con un titolo abbastanza significativo: «Dio offre all'uomo in Cristo, un pane nel cammino della vita, perché possa raggiungere la pienezza della vita eterna».
        È un lampo di luce, che gli «chiarisce» l'argomento di tutto questo capitolo, sollecitandolo ad inglobare nella stessa tematica anche il «materiale amorfo», rinvenuto il giorno prima. Questo, «vivificato» dalla Parola, avrebbe contribuito ad «attualizzare» quanto è stato già detto in precedenza, sintetizzandolo in un unico, fascinoso tema: «Cristo, Pane di Vita».
        Sguardo, mente e cuore si trovano concentrati sul discorso del Pane di Vita, sviluppato da S. Giovanni Evangelista in tutto il capitolo VI, proclamato nella liturgia dell'anno B, dalla XVII alla XXI domenica.
        L'entusiasmo della scoperta, in forza di questo «affascinante scherzo» è trasmesso «indirettamente» anche ai partecipanti alla Messa quotidiana, pur nel ricordo del 61° anniversario del terremoto del 1930.
        Le giornate del 23 e 24 luglio sono dedicate, parte all'approfondimento degli appunti di una decina di pagine, riguardanti la sola liturgia della domenica successiva, e parte alla «riscoperta» del significato «attuale» dei documenti «tornati alla luce» il giorno prima, per analizzarli alla luce di una «logica» diversa da quella di «cronometrìa», sulla quale tante volte ci si «cristallizza».

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home