GERARDO DE PAOLA - ZINO e MOLOK - Chi mangia di me... vivrà di me!

Chi mangia di me... vivrà di me!.
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        Per l'uomo, come per Dio, vivere è tutto, con la differenza che, per lo uomo la vita può assumere significati diversi e contrastanti, mentre per Dio non esiste ambiguità: per Lui vivere è amare, donare, sino alla follia della croce. Di qui l'esigenza per l'uomo di liberare la vita da ogni senso di ambiguità, per strapparla alla sua fragilità, alla sua impotenza di amare, alla minaccia di un futuro che incute paura, per non aver il tempo di vivere, e di vivere in pienezza...
        Dio, nel suo amore infinito, si fa «carne» per venire incontro a quella esigenza di «infinito», che esiste nell'uomo, aiutandolo a raggiungere la pienez¬za della vita, nel dono totale di sé agli altri, perché solo nello spendere la vita per gli altri, si ritrova la vera vita...
        E per poter realizzare questo, Cristo offre se stesso «Pane di Vita disceso da cielo», germe vitale di una vita divina trasmessa a noi, a compimento del piano di Dio sull'uomo. Un pane questo, che immette nel movimento della vita stessa di Dio, in un cammino di fede che si svolgerà in fasi successive: dallo stare con Gesù si passerà all'essere in Gesù...
        L'Eucarestia sarà così l'anima della nostra vita, coinvolta dall'esigenza di un amore crocifisso, come quello di Cristo, fino a che la nostra partecipazione al banchetto di gioia della vita, non sarà completa e definitiva. Ecco quindi tracciato il cammino della vita con Cristo e in Cristo.
        Dapprima sarà uno «stare con Gesù», gustando la dolcezza della sua parola, la verità del suo insegnamento, la forza e il fascino del suo esempio e della partecipazione al banchetto della vita.
        Lasciandosi guidare e coinvolgere da questo fascino di Cristo, il rapporto con Lui diventerà sempre più intimo e personale, fino a raggiungere la fase più ineffabile: al piacere di ascoltarlo seguirà quello di imitarlo, giocando su di Lui la propria vita, senza indietreggiare nemmeno quando lo stare con Lui è croce, perché mette in croce le nostre aspettative umane.
        Quando saremo entrati in tale prospettiva, la nostra vita proromperà nella partecipazione all'Eucarestia con «Salmi, Inni, Cantici spirituali, cantando ed inneggiando al Signore con tutto il nostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore Nostro Gesù Cristo» (Ef. 5,19-20). Allora soltanto l'Eucarestia sarà l'anima della nostra vita, in cui riportare le esigenze di santità e di amore.

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