GERARDO DE PAOLA - ZINO e MOLOK - Scuola

Scuola.
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        Anche la Scuola, insieme alle altre strutture educative, dovrebbe sentirsi coinvolta in questa missione.
        Ma, purtroppo, anche qui si riscontrano remore, frizioni, formalità, chiusure al nuovo ed ai problemi reali.
        Anche qui Molok allunga i tentacoli per snobbare, isolare, perseguitare chi osa mettersi contro l'indifferenza imperante, il perbenismo farisaico, o, come direbbe un grande mistico islamico persiano, «l'immondizia quieta», in cui tanti preferiscono morire.
        A Laterina, la ventata di «novità» nella scuola, giunge da una regione lontana, trascinando nel suo vortice gagliardo un «resto stravagante», di cui alcuni entusiasti, altri più o meno interessati all'idea, ma per mirare ad altre mete, come travolti da correnti impetuose di fiumi sotterranei.
        Il primo incontro socio-didattico di «aggiornamento», concluso a base di «buccellato-spaghetti», sortisce purtroppo scontri e rotture, dentro e fuori, e Molok comincia a... ringhiare.
        Ai primi sentori di bufera, da molto lontano,... atterra... anche Zino, come attratto da una misteriosa forza di «empatia», proveniente da una «originaria gemellanza monozigòtica».
        Zino, di sapore laterizio, da cui il nome, come il lettore ricorderà (Laterizio-Laterizino-Zino), e Nino, il nuovo arrivato, di sapore vulcanico, donde il nome (Vulcanio-Vulcanino-Nino), si trovano sulla stessa lunghezza d'onda «infocata», dando origine ad una eruzione «lustrale», la cui lava incandescente pervade Laterina.
        Ne viene fuori un «doppio concentrato» in totale sinergia, che porta addirittura alla «fusione» dei nomi. Questo si deve anche a Molok che, con la sua scalpitante agitazione, riesce solo a «troncare» il «no finale» dei due nomi, Zino-Nino, contribuendo a doppiarne l'energia, anche nel nome: ZINI.
        L'operazione di «doppiaggio» è talmente riuscita, che la «voce» dei due si «fonde» in una, senza confondersi, tanto che il corsivo seguente, pur essendo nello stile inconfondibile di Nino, «telegrafico e... sospensivo» (egli parla, privilegiando i punti sospensivi, forse per creare «suspense», in cui è... maestro!), è da considerarsi di ambedue, anzi «unico» di ZINI.

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