'' CONCETTA '' di Antonio Forgione
"CONCETTA" Di Antonio Forgione, letta dall'autore. A cura di Giovanni Nufrio.

CONCETTA

DAL MIO BALCONE,
LA VEDEVO CORRERE, IN RAGGI DI SOLE E IN ORTI
ODOROSI E SOLEGGIATI, CHE
NELLE NOTTI FATATE,
DONAVANO PROFUMI DI
GELSOMINI E ERBA TENERA.
ERA UNA BAMBINA, CON I
BOCCOLI D'ORO, COME ONDE DI
MARE , DOVE IL VENTO,
INTRUFOLANDOSI, SUONAVA
LE SUE MUSICHE AL CIELO E
SPARGEVA PROFUMI PORTATI
VIA SULLE ALI DI UCCELLI,
VERSO METE IGNOTE.
PASSARONO ANNI, GLI ORTI
RIMASERO MUTI.
UNA MATTINA, LA VIDI,
BELLA, BIONDA, CON RIFLESSI
DORATI E UNA GHIRLANDA TRA I CAPELLI, IN MEZZO AI
GIRASOLI, CHE SORRIDEVANO AL SOLE E CHE LEI AMAVA FARE
DISPETTI.
CONCETTA
ERA IL SUO NOME, I SUOI OCCHI,
DAL COLORE DI ALBE CHIARE,
DOPO L' AURORA, ERANO
UMIDI E LE SUE LACRIME
VENIVANO ASCIUGATE DA
BATUFFOLI DI VENTO.
RAPITA, VOLAVA OLTRE LE
NUVOLE ALLA RICERCA DI
OBLII PERDUTI.
DANZAVA A PIEDI SCALZI,
SU TAPPETI DI RUGIADA
ARGENTATI E FARFALLE AZZURRE,
CHE CANTAVANO NEL VENTO,
FORMANDO MELODIE
CHE ANDAVANO A PERDERSI
NEL TEMPO.
MI SIEDO, AL MIO PIANOFORTE
E VOLANO NOTE MALINCONICHE
NELLO SPLENDORE DEL MATTINO,
ANDANDO AD ACCAREZZARE
LACRIME E SOGNI.
LE MANI, SI ABBANDONANO SULLA TASTIERA E VEDO ANCORA, UNA
BAMBINA CORRERE FELICE, TRA
LUMINOSI E FIERI GIRASOLI.


Antonio Forgione

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