Pietro Tarchini - MADRE

MADRE

Gelida è l'aria fuori! Già il Natale
s' approssima
soavità di fiabe di memorie,
in cornamuse risvegliando
che mi scavano l'anima coi suoni.
(Quanti Natali mai a te vicino!).

Vedo la fiamma che, in cucina brilla,
sul focolare e riflettersi sul muro
ove utensili splendano di rame
l'ombra sì vaga della tua persona
che s' aggira in faccende.
E poi ti vedo nella fredda stanza
ove immortali regnano i silenzi,
genuflessa, reggendo nelle mani
il libriccino delle devozioni
e l'antica corona.

E preghi e soffri, sola, in te racchiusa,
pei figli tuoi viventi sulla terra,
pei figli che ti parlano dal cielo
trasfigurati nella, luce eterna.
(Fuori sibila, il turbine di neve).
Mamma, e il tuo cuore ardendo si consuma
come lampada, votiva innanzi a Dio.

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