Un poeta della Baronia : Gennaro Ciampolillo

Gerardino

"Alfoò, Mariì, che fai?"
a volte sono grida,
oppure sembran lai;
una carriola stride.

La spinge Gerardino,
avanza dalla piazza, già
presto, dal mattino e
corre come gazza.

Lo trovi giù a San Giorgio
con pausa alla Fontana,
preciso, un orologio.
Ti chiama da lontano.

Trasporta pacchi e secchi,
Gerardo senza sosta,
aiuta tanto i vecchi
e sembra fatto apposta.

Notizie, morti, sposi
ed altro ti racconta.
Lui parla, tu riposi
e la carriola smonta.

Riparte come un lampo,
le voci ancora senti,
da casa oppur dal campo
ti paiono lamenti.

"Mari, Giuvà, Fonzinoo!",
li chiama uno ad uno
con forza, Gerardino,
senza scordare alcuno.

Il giorno del mercato,
sicuro, il giovedì,
col sole o nevicato,
Gerardo è sempre lì.

Ti carica la roba,
gli dici dove andare
e lui che suda, sgobba
arriva a consegnare.

Assilla un po la gente?
No. Presto lui s'invola,
ti sembra impertinente
Gerardo con carriola?

E tu, o vecchio o tardo,
che forza più non hai,
senza il buon Gerardo,
mi dici come fai?

Ti sveglia dal mattino
buttando giù la porta
ma poi sol Gerardino
la spesa ti trasporta.

Allor non lo sgridate,
lui certo non disturba
e se lo rispettate
v'aiuta e non vi turba.

Con lui se sei bastardo,
lo dico con un verso:
sei tu e non Gerardo
ad essere diverso.

Per lui è questo scritto
lo sa tutto il paese:
"Gerà non sol sei dritto,
ma buono eppur cortese".

Stasera qui a "Chianchione"
il verso gira e vola
e va per l'occasione
a te con la carriola.

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