Un poeta della Baronia : Gennaro Ciampolillo

Il giorno dei morti

Il giorno dei morti,
poi quello dei Santi;
comincia novembre
con lacrime e pianti.

La nebbia avvolge
la rapida china
che va dal paese:
su per la collina.

Si sente un sommesso
parlare di genti:
son visi commossi
d'amici e parenti.

Da luoghi vicini
o molto lontani
ritornano tanti
con fiori e lumini.

Si fermala corsa
per pochi minuti:
si resta a pregare,
si fanno commenti.

Si pensa alla vita
che presto va via!
Perché tanta fretta?
A cosa è servita?

Ti senti più buono
o forse più umano;
lo spazio che abbiamo?
Tra un lampo ed un tuono.

Ed allora perché
noi tutti chiediamo:
"Sdegniamo la pace
e le lotte facciamo?"

Venuta la sera
si chiude il cancello;
appena s'innalza
un'altra preghiera.

A casa si torna,
il viaggio riprende
e già dalla radio
il suono si sente:

"Nel mondo si spara,
ancor si bombarda!"
I morti e feriti
nessuno più guarda.

"A che son serviti-
mi viene da pensare-
quei fiori e lumini?"
Non serve pregare!

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home