'' I cipressi di Vallata. '' di Gennaro Ciampolillo
I cipressi di Vallata.


Si vive, abbarbicati ad un paese,
alle sue vecchie strade,alle sue chiese
ad una fontanella canterina,
alla casetta tua, li' vicina.

Passi l'infanzia con I tuoi amici,
vivendo insieme, liberi e felici,
prima d'esser uomo, di esser grandi
e di pensare a cose più importanti.

Le corse fatte appresso ad un pallone,
il nascondino dietro ad un lampione,
nell'attesa del nostro lungo viaggio
da quel paese, si, da quel villaggio.

All' improvviso arriva quel nomento
in cui la scelta fai con gran tormento,
devi lasciar quel posto,quel contesto,
tu dici:"parto", un altro: " resto".

Fai la valigia, prendi la corriera,
per incontrare gente forestiera;
ti portera' lontano da quei monti
verso altri e nuovi orizzonti.

Comincerai allor la nuova vita;
alle tue spalle, l'altra ormai finita,
la gioventú è come per magia
sparita con un soffio, andata via.

Ogni anno rientrerai per la vacanza,
che del paese senti la mancanza,
ripeterai ancor antiche storie
ormai sepolte dentro le memorie.

E come sempre mancherà qualcuno,
al cimitero sembra sia opportuno
poter passar un pó delle tue ore
e ci andrai ,mesto, con un fiore.

Presso quel luogo,oltre il cancello
del camposanto del tuo paesello,
s' ergono, antichi, alti, dei cipressi,
vigili e verdi, sempre gli stessi.
Cinguetta un passerotto tra quei rami
mentre tu volgi il guardo a chi tu ami
e un cipresso,fisso, par che dica
a che sia valsa la nostra fatica.

Poi giunge lenta ,la sua voce a noi
e ci ricordera' che prima o poi,
ritorneremo lí e questo è vero
sotto l'ombra scura di quel cimitero.


 
 

Gennaro Ciampolillo

 

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