''FRANCO IL VIGILE.'' di Gennaro Ciampolillo

FRANCO IL VIGILE.

Il giovedì è il giorno del mercato,
il centro è da auto intasato,
gente che viene a fare le sue spese,
un formicaio sembra il paese.

Alla rotonda, il parcheggio è pieno,
i posti sono tutti esauriti
e le persone sembrano senza freno.
Vanno in cerca d’altri spazi e siti.

Traboccano le vie di bancarelle
che mostrano in vendita le cose;
formaggi,scarpe, frutta e caramelle,
oggetti strani in svariate pose.

Senti di colpo il trillo del fischietto,
spunta Franco con il suo berretto
e con la voce che ti fa tremare
e ti dice che non puoi parcheggiare.

Fai finta che non senti e non rispondi
o dici che ti fermi due secondi
Per aspettare una vecchia zia
che sta uscendo dalla farmacia.

Gli indichi, restando a capo chino,
che sta venendo con un passeggino
la moglie che trasporta, anche verdura
assieme a una povera creatura.

‘’ Non devi stare davanti a Teodoro!’’.
Intima la guardia assai nervosa
e poi s’infuria, sembra quasi un toro
e fischia ancora, mai che si riposa.

Io guardo e sorrido divertito
Franco che urla e punta il dito
contro un furgone che in quel momento
Si ferma proprio sotto il monumento.

Il vigile minaccia anche il verbale
Se non si sposta o se non va via,
sembra la scena di un carnevale,
e scappa verso la pasticceria.

Prendo un appunto per qualche poesia
e guardo un’auto, si , proprio la mia;
m passa il riso e la contentezza,
vedendo un foglio sopra il parabrezza,

E’ bene in vista appoggiata al vetro,
la multa che il vigile mi ha fatto;
io lo chiamo e lui torna indietro,
per dir: ‘’ Come parcheggi? Ma fussmatt? ‘’
‘’Franchi, gli dico, oi mamma mia
aspetta che ti scrivo una poesia ‘’
E lui risponde: ‘’ Spostati e fatt’ arret’,
che me ne fott’ a me che si poeta!’’.
 

Gennaro Ciampolillo

 
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