Vallata - Felice Garruto - Palla di Neve. -

Palla di Neve

A cura di Felice Garruto
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Nella primavera del 2011, dopo un lungo e faticoso viaggio intrapreso dalle remote terre infocate dell’Africa, giunge, attese da grandi e piccini, un folto numero di rondini da oscurare, per un momento, un cielo terso sovrastato da un tiepido sole.
Nonostante la fatica del viaggio,ogni coppia,come attirata da potente calamita, ritrova il suo nido e per almeno mezza giornata si lascia andare ad un sonno profondo per recuperare le forze perdute.
L’indomani tutte si dedicano a ripulire e riparare il vecchio nido lasciato incustodito a fine settembre, per ritornare nei paesi caldi d’origine.
È uno spettacolo indescrivibile vedere all’opera queste creature trascinare senza sosta minuscoli pezzetti di terra, che di li a poco diventerà creta, da incollare ai vecchi nidi, per renderli più armoniosi e sicuri.
Nel giro di una settimana tutto è pronto.
Sotto la gronda della mia casa, quest’anno,si sono aggiunti altri tre nidi nuovi che si armonizzano perfettamente con quelli esistenti.
Sono passati appena 21 giorni e da una dei nidi nuovi si avverte il garrito dei rondinotti appena nati che inneggiano felici alla vita.
A distanza di tempo, per mia grande sorpresa, inaspettatamente e sorprendentemente, vedo volare dal nido un rondinotto tutto bianco.
Incredulo, stropiccio gli occhi per una volta, due, tre, dieci.
Quell’immagine non svanisce, anzi si materializza sempre di più, fino ad avere la certezza di escludere ogni visione o miraggio che sia.
Sì, è proprio vero! Non ci possono essere dubbi è nata Palla di Neve.
Dal giorno in cui si scopre diversa tutto diventa più difficile.
Le sorelle e le amiche non rinunziano, in qualsiasi momento a prenderla in giro per la sua diversità di colore.
Per questo atteggiamento lei soffre e si racchiude nel suo silenzio.
Non risponde, ma tace e tace sempre.
Nemmeno l’atteggiamento premuroso della sua mamma la distoglie da quella malinconia che l’attanaglia.
Un bel giorno, s’era di luglio, con un cielo sgombro da nuvole e un sole che bruciava la pelle, decide di allontanarsi da casa, lontano il più possibile da quelle crudeli e fastidiose cavallette delle sue amiche.
D’un tratto, spiana le candide ali e a guisa di farfalla leggera volteggia nell’aria assorta nei suoli tristi pensieri.
Per lungo tempo e senza accorgersene vola senza meta fino al venir meno delle forze,e raggiunge un’altezza insolita.
Di tornare a casa nemmeno ci pensa,quei continui maltrattamenti l’hanno resa più arida e dura di cuore.
All’improvviso, da lontano scorge un punticino luminoso.
E’ un minuscolo aereo da turismo,guidato da una cavalletta gigante, che lentamente s’affianca lasciando scivolare, all’interno,quel bianco corpicino stremato.
Curata adeguatamente dal pilota amoroso, racconta la sua triste storia e lui, commosso e con le lacrime agli occhi, la stringe al petto e la consola con carezze affettuose.
Per la prima volta Palla di Neve si sente felice, amata e ripagata del suo amore, e, in uno slancio di gioia, allunga le braccia al collo del suo soccorritore, che commosso lascia cadere una lacrima che magicamente colora le candite piume rendendole simile a quelle delle sue amiche.
Colmi di felicità,viene portata a terra e liberata nelle vicinanza del suo nido.
D’ora in poi nessun dispetto, Palla di neve potrà volare e giocare con le sue amiche, senza destare alcun sospetto.
Potrà, finalmente, sentirsi parte di quella grande famiglia che ogni anno, e nel medesimo giorno, annunciano l’arrivo dell’allegra primavera.


Felice Garruto (Illustrazione di Matteo Garruto)

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