- LE DATE: ALTRETTANTI TASSELLI DELLA STORIA DI VALLATA - A cura del Prof Severino Ragazzo

-Le date: Altrettanti tasselli della storia di Vallata-

A cura del Prof Severino Ragazzo.
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Vallata verso il 1000 doveva essere feudo della contea dei Marsi.
Dopo il 1018 Vallata può essere stata un 'limes bizantino' ? (ipotesi Barra).
1086- comparsa del nome di Vallata - pergamena n° 7, area C, archivio dell'abbazia di Cava dei Tirreni: “et descendit per viam que venit de Vallata...” (e discende per la via che viene da Vallata...) - documento ritenuto da alcuni storici sospetto e da altri no -
1096- comparsa del nome di Vallata, con Bernardo 3° e Teodosia, conti dei Marsi, data che da altri storici è ritenuta non vera ma che invece deve essere rinviata al 1120 con l'istrumento ritrovato nell'archivio parrocchiale di Collelongo (L'Aquila): compare 'D. PANDULFO DE VALLATA'; testo riportato anche dall'Ughelli in 'storia sacra' e dal Corsignano in 'de viribus illustribus Marsorum', essendo Crescenzo conte dei Marsi-
1143- feudatario Riccardo, figlio di Riccardo: documento....'Barones Regni Riccardus filius Riccardi...de Vallata feudum, III militum...Guarinus de Vallata tenet de eo Petram Pizulam....militem I..(Carlo Borrelli: 'index neapolitanae nobilitatis'), con Guarino vassallo che tiene per conto di lui la pietra 'pizulam' con un milite-
1167- feudatario Roberto Lombardi e poi il figlio Guido dei quali era vassallo Roffrido Ferraro (dai regesti delle pergamene di Montevergine pubblicate da G. Mongelli)-.
-Presenza di Ruggero, not. Di Vallata-
1170- feudatario Guglielmo Lombardo, fratello di Roberto (regesto delle pergamene)-
1199- distruzione di Vallata ad opera di Marcovaldo. Lo scrittore Riccardo di San Germano: “procedens inde Vallatam, quoddam casale Apuliae, vi cepit et suis dedit in direptionem et praedam” (procedendo verso Vallata, allora casale della Puglia, la distrusse e la depredò). E' questo il primo esempio che dimostra come Vallata sia topograficamente, in quel periodo, uno dei punti strategici per il passaggio dalla Campania alla Puglia e viceversa-
1209- con diploma di Federico II°, Vallata è confermata “ad obedentiam” di Montevergine-
1231- marzo...Federico Imperatore, presenza a Vallata di Guglielmo, notaio; Giordano Boccieri offre se stesso e la metà dei suoi beni al monastero di Montevergine (regesto delle pergamene)-
1240- Vallata già Università, concorre alla riparazione del castello di Sant'Agata-
8/4/1261- la chiesa di San Giorgio in Vallata è affidata ai benedettini di Montevergine, per privilegio di Alessandro IV°-
13/1/1264- conferma, da parte di Urbano IV°, dell'affidamento della chiesa di San Giorgio in Vallata ai benedettini di Montevergine con case, redditi e possessi-
(1269-72)- ordine al giustiziere del principato per l'adeguamento della tassa sui “fuochi”-
1275- feudatario: Joannes de Vallata-
(1272-76)- mandato al giustiziere del principato per la riparazione del castello di Sant'Agata-
1277- feudatario: Henrico dom. Ballate-
1281- Guglielmo signore del castello di Vallata-
1324- cessione, con scambio, da parte dell'abbazia di Montevergine della chiesa di San Giorgio al monastero di S. Lupo in Benevento-
1332- feudatario Roberto de Oliveto sostituito poi da Ruggero de Oliveto nello stesso anno-
1340- Vallata viene assegnata nei beni della regina Sancia-
1343- feudatario Raimondo del Balzo, conte di Avellino che non avendo prole adottò il secondogenito del conte di Nola Roberto Orsini e di Sveva del Balzo-
1375- feudatario Nicolò Orsini Del Balzo, figlio di Roberto Orsini e Sveva del Balzo; nel cognome Orsini si aggiunge quello di del Balzo-
1406- donazione all'abbazia di Montevergine di una casa in Vallata nel luogo 'porta di moeza' e di una vigna nel luogo 'lo Thoro'-
1418- feudatario Ramondello Orsini del Balzo, principe di Taranto, figlio di Niccolò Orsini e Maria del Balzo-
1421- fondazione della Cappella dell'Annunziata a Vallata?-
1427- Renzo di Vito de Dyomera, del castello di Vallata, dona all'abbazia di Montevergine una vigna nel luogo 'Vignale de Galese'-
1431- feudatario Gabriele del Balzo Orsini, duca di Venosa, barone di Acerra nel 1432 con Giovanna Caracciolo-
1435- feudatario Enrico de Leonissa con Therina Caracciolo-
1447- istituzione della dogana delle pecore a Foggia-
1454- feudatari Maria Donata del Balzo Orsini, figlia ed erede di Gabriele duca di Venosa e Pirro del Balzo, principe di Altamura-
1459- lettere di Ferdinando d'Aragona da Migliano presso Vallata (“in nostris felicibus castris iuxta Silvam Migliani prope Vallatam, die XVIII junii indictionis, MCCCCLVIIII, hora quinta noctis. Rex Ferdinandus “)-
1482- feudatari Isotta del Balzo e Pietro Guevara, marchese di Vasto, conte di Ariano e gran siniscalco del Regno-
28/8/1484- donazione della 'difesa di Mezzana' (da intendere come Mezzana Valle Donne o Mezzanella ) all' Università di Vallata da parte di Ferdinando I° d'Aragona; i feudatari che si succedono a Vallata continueranno a mantenerne il possesso sottraendolo all'Università fino al 1809 quando finalmente sarà restituita all'istituzione pubblica-
1486- congiura dei baroni in cui furono coinvolti anche Pirro del Balzo e Pietro Guevara-
1487- feudatari Isabella del Balzo e Federico d'Aragona-
6/5/1496- battaglia di Vallata descritta da Paolo Giovio in “Historiarum sui temporis” con testo volgare e testo latino (“il marchese di Mantova...prestamente ritornò a ubidienza ...anco la Vallata, castello posto su un alto monte, fu presa con gran forza e colera dei soldati e saccheggiata, essendovi tagliati a pezzi quasi tutti i terrazzani, perciò che i vallatesi con crudeltà villanesca perseuerando in fede dei Francesi subito di prima giunta haueuano ferito con frezze Alessio Beccacuto e Luigi Aluero capitano di una compagnia di fanteria scelta, e il Grasso capo di squadra ch'erano uenuti a' parlamento...”).
La disgrazia subita dai vallatesi dovette avere delle conseguenze per lungo tempo sia per la ricostruzione dei beni immobili che per la rinascita della popolazione pesantemente decimata-
-dopo la battaglia fu nominato feudatario Giovanni Borgia d'Aragona, II° duca di Gandia e di Sessa con Maria Enriquez, che favorì la ricostruzione della chiesa madre, donando un mulino, il feudo di Salitto e lo jus terreggianti-
1499- feudatario Giovanni Borgia- Enriquez, III° duca di Gandia (nato il 1494) succeduto al padre assassinato nel 1497-
-riconsacrazione della chiesa madre con lapide “A.D.MCCCCLXXXXVIIII, REGNANTE REGE FEDERICO DOMINANTE DUCE GADIE”-
-nel frattempo sulla collina di Santa Maria, fuori le mura, viene costruita una cappella in devozione di San Sebastiano, essendo, dopo la distruzione e l'eccidio, subentrata anche la peste-
1507- feudatario Consalvo Fernandez di Corduba, gran capitano del regno di Napoli e duca di Sessa-
1510- feudatario Benito Egidio Spannocchia-
1514- feudatario Giovanni Vincenzo Carrafa avente nello stemma l'aquila a due teste
8/5/1519- vendita di Vallata a Vincenzo Latro-
-Costruzione della chiesa di Santa Maria sul colle omonimo, chiesa donata all'abbazia di Montevergine con licenza del vescovo di Bisaccia Nicola Volpe; successivamente si pensa che annesso alla chiesa sia esistito anche un convento-
1523- feudatario Paolo Antonio Poderico, signore del castello di Serra, che compera liberamente da Elvira Fernandez de Corduba-
1525- feudatario Ladislao D'Aquino-
1526- la chiesa di Santa Maria oramai terminata viene accudita da Fra Bernardino di Vico-
23/3/1530- riconferma della 'difesa di Mezzana' all'Università di Vallata da parte di Carlo V°-
1532- presenza di 319 'fuochi' e dalla monografia di Rossi di 1894 abitanti-
1537- autorizzazione della fiera di San Vito a Vallata con decreto di Carlo V°-
1545- presenza di 366 'fuochi' a Vallata-
1550- abitanti a Vallata nel numero di 1700 (monografia di Rossi)-
1554- feudataria Beatrice Ferrillo, figlia e erede di Giovanni Alfonso di Muro, duchessa di Gravina e contessa di Muro, che compera liberamente da Poderico. Va in sposa a Ferdinando Orsini. Costei nel 1558 dona la terra di Vallata al quintogenito Flaminio Orsini e nel 1564 ne riacquista la libera disposizione-
7/2/1560- vengono redatte le capitolazioni fra l'Università di Vallata e la duchessa Ferrillo (vedi processi della commissione feudale)-
31/7/1561 - terremoto-
-Corrado Furgione vende in territorio di Vallata al 'Vallone de Riso'-
-presenza di 285 'fuochi'-
1567- presenza di un pubblico notaio Antonio de Polidoro di Vallata e presenza di un ospedale-
-presenza a Vallata di 2082 abitanti (monografia del Rossi)-
1568- sistemazione portale principale della chiesa madre in coincidenza del restauro conseguente al terremoto del 1561-
1572- feudatario Paolo del Tufo che compera liberamente dalla Ferrillo-
1575- feudatario Cesare del Tufo che vende Vallata al duca di Sant'Agata, con diritto di ricompera-
(1580-82)- feudataria Beatrice de Rupt, marchesa di Quaranta-
(1582-1638)- feudatario Scipione Carrafa, conte di Morcone-
1594- visita dell'abate di Montevergine alla chiesa di Santa Maria-
1595- I° relazione 'ad limina' della diocesi di Bisaccia, facente parte anche Vallata (“presso le mura del paese c'è una chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, molto venerata, che è insignita della dignità primiceriale il cui assetto completo spetta al vescovo...vi sono due sodalizi laicali dello Spirito Santo e del SS. Sacramento...a detti sodalizi è annesso un ospedale...in detta terra, i canonici della metropolitana di Benevento posseggono un semplice beneficio...sotto il titolo di San Giorgio-
-presenza di 347 'fuochi'-
1599- G. Balducci riceve pagamento per una icona confezionata per la chiesa dell'Annunziata di Vallata-
1600- presenza a Vallata di 2086 abitanti (monografia di Rossi)-
1604- terremoto con distruzione chiesa di San Giorgio che non verrà più ricostruita forse perché il borgo si andava estendendo verso l'attuale via Montevergine dove nel frattempo veniva edificata la chiesa omonima-
1605- altra relazione 'ad limina' (“vi sono quattro sodalizi: del SS.Sacramento, dello Spirito Santo, del Santissimo Rosario e della Madonna di Monserrato”)-
1610- Francesco del Tufo ricompera il feudo di Vallata-
-causa presso la Dogana delle pecore di Foggia tra Cesare Laurino e Ascanio de Luca di Ascoli contro l'Università di Vallata per avere prestato 3000 ducati a censo sin dal 1594 per ottenere un interesse annuo di 195 ducati-
-altra relazione 'ad limina' (“vi sono tre sodalizi ed un ospedale”)-
1639- ricompera di Vallata da parte di Francesco del Tufo-
1641- Donativo da parte dell’allora feudatario Francesco Del Tufo a favore dell’Università di Vallata-
L'Università di Vallata, per far fronte alle tasse imposte dal viceré di Napoli fu costretta a ricorrere a un prestito di settecento ducati da un privato napoletano un certo Orazio Crisconio, ma gli eredi di costui pretesero la restituzione mandando continui sequestri da parte degli ufficiali giudiziari.
Allora l'Università si fa dare un donativo da parte del suo feudatario per onorare le scadenze col regio fisco.
L’atto notarile è del 20 agosto del 1641 ed è stipulato innanzi al notaio Francesco Confalone di Minervino Murge e il notaio Orazio Cancer di Trevico pubblico ufficiale del regno.
In rappresentanza dell'Università di Vallata ci sono: il sindaco Salvino Zamarra, gli eletti: Antonio Saudonio, Pietro Antonio Dattilo e Giovanni Battista Zamarra più i dieci cittadini più possidenti: il notaio Giovan Battista D’Ippolito, Nicola Antonio Ambito, Nicola Antonio Santoro, Coluccia Matano, Giovanni Bagnolese, Orazio di Coluccia , Giovanni La Bruto, Antonio D’Errico, Salvatore Di Gregorio e Camillo Pavese.
In rappresentanza del clero locale come testimoni ci sono : don Bartolomeo Patetta, don Giovanni De Silvestro, don Pietro Antonio Gazzella, don Andrea Matera e don Donato De Donato.
Il debito doveva estinguersi in tre anni a partire dalla data dell’atto con l’interesse sopra del 7%-.
1644- feudataria Fulvia del Tufo, duchessa di Grumo, che succede al padre Francesco appena deceduto-
1647- redazione degli statuti o capitoli tra l’Università di Vallata e l’allora feudataria Fulvia Del Tufo, figlia del fu Francesco (trattazione a parte).
-Elenco dei testimoni Vallatesi alla stipola degli statuti di cui sopra (trattazione a parte)-
1648- presenti a Vallata 347 'fuochi'-
1652- la chiesa di Santa Maria è abbandonata dai monaci verginiani e affidata al primicerio del clero locale-
1656- la peste uccide più di 1200 persone come raccontato dalla relazione 'ad limina' del 1660-
1663- altra relazione 'ad limina' (“...civilmente presiede la duchessa di Gravina,...composta di 752 anime di cui 500 si cibano della comunione, vi è ancora un ricovero per i poveri e funge da signora della terra di Vallata la duchessa Giovanna della Tolfa di Gravina“)-
1669- altra relazione 'ad limina' (Vallata “consta di 160 “fuochi”= a 883 anime. Il capitolo, negli ultimi dieci anni ha comprato 1100 pecore al prezzo di 900 ducati”)-
1671- nella locazione di di Vallecannella , la cappella del Carmine di Vallata compare con 800 pecore professate da Bartolomeo Magaletta-
1677- feudataria Giovanna della Tolfa Frangipane, figlia di don Carlo della Tolfa e Fulvia del Tufo, che sposa Ferdinando Orsini I°, duca di Gravina. La della Tolfa aveva frequentato Vallata già da diversi anni prima, come risulta dai registri parrocchiali, fungendo da madrina in un battesimo del 1646. Alla morte del marito Ferdinando, Giovanna si fece monaca nel monastero di Gravina dove visse 24 anni e il feudo di Vallata fu tenuto dai suoi governatori; morì nel 1700-
8/9/1694- terremoto con 44 morti e 20 feriti, ulteriore caduta della chiesa di Santa Maria-
Alla fine del 1600- la cappella di San Domenico possedeva delle vigne e degli appezzamenti di castagne in luogo detto ”la parte di lagane”, gestiva anche i beni dell'ospedale e una casa al posto detto “lo Finellino”; la cappella di Santa Caterina gestiva alcune vigne in località 'Padula'-
1700- feudatario Domenico Orsini I°, duca di Gravina, figlio di Giovanna della Tolfa-
1705- feudatario Filippo Bernardo Orsini I°, figlio di Domenico, nato a Solofra nel 1685-
1710- Le Cappellanie a Vallata sono così nominate: Santa Maria Delle Grazie o Santa Maria la nova, S. Antonio, S. Francesco, S. Isidoro, S. Anna, S. Carlo Borromeo, S. Martino, L’Annunziata, S. Giuseppe, S. Domenico, S. Michele, S. Biagio, L’Incoronata, S. Caterina, S. S. Salvatore, Gesù e Maria, S. Vito, Del Purgatorio, Del Carmine-
1719- incendio della chiesa madre (?)-
1723- vengono redatte le mappe del comune di Vallata dal tecnico Villani al servizio del feudatario di allora Filippo Bernardo Orsini I°-(vedi sito: “Orsini family papers”)-
1726- innalzamento della ‘Croce’ a Vallata, quel bellissimo manufatto in pietra che oggi è collocato prospiciente la Piazza Fontana e all’inizio dei gradini della scalinata di via Rivellino.
Eretta in pubblico 'aere' A.D.(Anno del Signore) nel 1726, presenta come stemma il simbolo del municipio di Vallata: due frecce sormontate da due spighe e ancora più su da tre rose.
Nella parte alta e terminale del monumento sono scolpiti il crocifisso e la divina madre dolente.
Nel regno di Napoli specie durante il periodo della dominazione spagnola le Croci venivano erette per ricordare e scongiurare calamità naturali ricorrenti quali terremoti, pestilenze, carestie, siccità ecc…
Anche le croci degli altri paesi presentano i simboli comunali perché il tutto era a spese delle Università.
La croce più antica di questo tipo di manufatto in Irpinia è quella di Lioni del 1538.
-costruzione della chiesa dell'Incoronata nella via omonima-
20/11/1732- terremoto con la morte di sei bambini più un adulto seppelliti nella chiesa dell'Annunziata-
1733- da questo anno incominciano a sorgere il casale 'Fontana, il casale di Sant'Antonio Abbate' (T. M. Pavese nei bollettini di Santa Maria)-
1734- feudatario Domenico Orsini II°, figlio di Filippo che diventerà cardinale e che terrà la terra di Vallata per 50 anni; diventa cardinale diacono il 9/9/1743-
1738- dalla relazione 'ad limina': presenza a Vallata della confraternita 'dei morti' con relativa chiesa, oltre a quelle dello Spirito Santo e del SS. Sacramento già esistenti-
1739- prima casa edificata del nuovo casale di San Giorgio-
1749- pubblicazione del manoscritto di Mirabelli-
1752- fondazione della cappella della Madonna della Pietà-
1753- compilazione del Catasto onciario del comune di Vallata (trattazione a parte), con la rileva dei beni del feudatario Domenico Orsini II°, allora cardinale-
1764- peste e fame che a Vallata decimano 560 persone-
1765- altra relazione 'ad limina'-
-nella Regia dogana delle pecore di Foggia inizia una causa che durerà due anni tra la cappella laicale di San Vito di Vallata e il sacerdote don Giovanni Pietro Patetta e suo fratello dott. Alessio Patetta. Con un rogito del 16/5/1741 erano state codificate tutte le proprietà della cappella di San Vito, valutate equivalenti allora a 300 ducati-
1767- il Villani da una popolazione di 2723 persone-
1785- restauro della chiesa madre con messa in opera del portale laterale-
26/2/1787- nascita a Vallata del venerabile padre Vito Michele di Netta; morto a Tropea il 1849-
1789- contrasti tra la chiesa locale e la regia corte-
L’arciprete di Vallata, il padre spirituale della confraternita della buona morte don Felice Villani ed altri sacerdoti, unitamente ad alcuni rappresentanti dell’ Università, a suono di campane e campanelle vanno questuando in paese in nome delle anime del Purgatorio (la cui chiesa sarebbe stata costruita a partire dall’anno 1665).
Il sacerdote don Cesare Zamarra e il fratello laico si oppongono insultando e minacciando di morte i questuandi.
L’Università di Vallata ricorre al viceré perché disponga il castigo per i responsabili…Il viceré da ragione a coloro che si sono opposti alla questua, organizzata nel periodo Pasquale, perché priva dell’'esquatur' (cioè della autorizzazione ).
-feudatario Filippo Bernardo Orsini II° (principe di Solofra e di Vallata), muore a Roma il 3/11/1824
Seguiranno Domenico Orsini III°, nato postumo a Napoli il 23/11/1790, morto a Roma il 28/4/1874; Filippo Orsini (10/12/1842-17/3/1924); Domenico Orsini Napoleone (7/11/1868-21/3/1947)-
1791- lotta al concubinaggio dei clericali-
Di una sediziosa unione di gente della terra di Vallata contro il governatore e gli armigeri baronali (il duca di Gravina è l’utile possessore) oltraggiati e minacciati di morte fanno parte i sacerdoti Giuseppe Pelosi, Pietro Netta, Pompilio Garruto tutti sacerdoti semplici e canonici, appartenenti a famiglie benestanti e sono accusati di essere “la pietra dello scandalo” del ceto laicale.
Disposta un’inchiesta e accertate le responsabilità, dovendosi procedere all’arresto, il viceré dispone che ad occuparsi sia la Curia dell’ Arcidiocesi di Benevento in luogo di quella di Bisaccia, accusata questa ultima di faziosità perché complice dei rei, avendone addirittura promosso sacerdote il diacono Pelosi.
1794- il Villani da una popolazione di 3800 abitanti-
1799- prime occupazioni di terreni a Vallata e loro quotizzazioni in coincidenza del moto giacobino che si infiamma a Napoli e porta i suoi riflessi anche nel nostro paese-
1800- sempre a proposito del fenomeno del concubinaggio tra i clericali, la Curia di Bisaccia e di S.Angelo con nota del 28 ottobre così con il vescovo si esprime: “A tale misura si è giunti perché non si è mancato per lo addietro fare loro delle ammonizioni pastorali e canoniche…La di loro sfrontatezza è arrivata a segno tale che attribuiscono a loro gloria l’aver provocati figli dalle concubine”-
-sistemazione del bel portale della chiesa di San Rocco, a conclusione di un intervento di ampliamento. La chiesa è già presente agli inizi del 1700 come si vede dalla mappa del Villani del 1723-
1806- nuove quotizzazioni di terreni a Vallata di ettari 150 in seguito alle disposizioni murattiane nel reame di Napoli-
1808- inizia il percorso per la compilazione del catasto provvisorio che sarà ulteriormente modificato nel 1816 e 1824 ( trattazione a parte)-
1809- si ha notizia della presenza a Vallata della “ruota” una struttura in cui veniva depositato provvisoriamente il neonato trovato senza genitori per poi essere registrato e adottato (trattazione a parte: 'i proietti' a Vallata)-
-Il comune di Vallata viene finalmente reintegrato nel possesso della 'Mezzana Valledonne'-
1810- ulteriore quotizzazione a Vallata per 275 tomoli di terreno già appartenente al clero locale-
-distacco, a favore del comune, del terreno usurpato dal feudatario-
1811- la commissione feudale, per errore, considera Vallata essere stata casale di Trevico-
1812- dal catasto del periodo murattiano del comune di Trevico troviamo che creditori vallatesi nei confronti di cittadini trevicani erano due grossi facoltosi: Patetta Nantarella Francesco Antonio e Capuano Domenico il primo per ducati 22,5 e il secondo per ducati 130.
Sempre nello stesso catasto troviamo interessati per capitali in prestito il dott. fisico Domenico Capuano per ducati 2500, la venerabile cappella del S. S. Sacramento di Vallata per 5300 ducati, il magnifico Patetta per 450 ducati. Per quei tempi si trattava di somme considerevoli e che rappresentavano una forma di investimento vero e proprio.
-Contenzioso tra i comuni di Vallata e Castel Baronia con il comune di Carife-
I carifani dopo i provvedimenti murattiani di messa a cultura delle quote dei demani, conseguente alle leggi della eversione dalla feudalità, disboscano anche i terreni confinanti alla strada che da Vallata, passando per Serralonga e le Bocche conduceva a Castello, provocando in alcuni punti frane, smottamenti del terreno tanto da rendere impraticabile il percorso.
Così scrive il 16/11/1812 il decurionato di Vallata all’intendente della provincia: ”La coltura dei territori montuosi limitrofi di Carife e Trevico ha in vari punti prodotto degli slamamenti nella pubblica strada che da questo comune conduce in Castello la baronia e in tutta la sua estensione poi per causa delle alluvioni si è resa così angusta, che appena vi si può passare vedendosi in tutto il corso di quella precipitosi dirupi, che non si può trafficare senza un imminente pericolo….”.
1816- seconda stesura del catasto di Vallata con annessa relazione del supervisore Gianbattista De Maria-
-il Villani da una popolazione di 4368 abitanti-
1818- contratto matrimoniale fra la gentil donna Francesca Capozzi di Salza Irpino e don Nicola Lorenzo Di Netta di Vallata dinanzi al notaio Carlo Del Campo originario vallatese, due famiglie nobili alla prima della quale apparterrà il famoso parlamentare detto ‘re Michele’ e la seconda tutta la progenie dei Netta e dei Di Netta-
1820- cospiratori carbonari a Vallata con la creazione della 'Vendita locale' da parte di Gaetano Monaco-
1824- stesura definitiva del catasto del comune di Vallata-
1838- inaugurazione del cimitero a Vallata-
1843- orazione funebre del 20/4 , pubblicata in dodici facciate, recitata in Vallata nella chiesa madre da Michele Netta in memoria dell’amico Francesco Paolo Travisano.
Michela Netta sarà successivamente capitano della guardia nazionale di Vallata, sindaco nell’era novella, consigliere provinciale per il mandamento di Castel Baronia, insomma un personaggio anche discusso della vita del paese-
1847- cospiratori a Vallata: Ciccio Bufalo, Michele Netta, Gaetano Monaco, Domenico Bufalo, Domenico Netta, Ercole Sciaraffa, Generoso di Gennaro, Paolo Cirillo, Vincenzo Pavese, Porfirio Zamarra e Antonio Batta-
1848- assemblea di 30 liberali vallatesi organizzati da Gaetano Monaco-
-Il 13/3 dello stesso anno assalto ai liberali Gaetano Monaco, Michele Netta e Vincenzo Netta da parte dei borbonici con clamori e sparatorie (tre morti)-
1854- colera che fa più di 200 morti compreso l'arciprete-
4/9/1860- rivolta di Ariano in cui muoiono due Vallatesi: G. Zamarra e G. Gallo-
(1860-63)- brigantaggio post unitario (vedi ricerca)-
1862- conversione del ducato in lire: 1d.=4,250 lire-
-istituzione della Congrega di Carità che va ad amministrare i beni arrivati alle cappelle laicali-
1863- richiesta di finanziamento da parte del comune di Vallata per la costruzione della strada Vallata- Formicoso, per le prime due miglia-
-la popolazione a Vallata è di 3604 abitanti secondo la monografia del Rossi-
1864- preventivo per la costruzione dei ponti sulle strade Ponente e Levante-
1865- relazione al prefetto di Michele Netta di Vallata, maggiore della guardia nazionale del mandamento di Castel baronia, futuro sindaco del comune di Vallata nel 1867 e futuro consigliere provinciale rappresentante dello stesso mandamento dal 1867 al 1875.
Egli si fa paladino della candidatura al parlamento di Stanislao Mancini a nome dei ferventi liberali mentre biasima quella del candidato Giovanni Picoco, rappresentante a suo dire dei clericali-borbonici sostenitori del brigantaggio, della restaurazione e del lurido passato e fa anche i nomi delle famiglie di questi ultimi nel mandamento: ”le famiglie dei Cataldo con le numerose relazioni di parentele, dei Montieri, dei Pelosi, degli Arminio e dei Petrilli; tutte queste del mandamento, si dichiararono apertamente contrarie a Mancini e votarono per Picoco il cui proclama sparso in questi luoghi suona perfetta reazione”.
E’ da notare quanto violento è il confronto tra contrari e favorevoli al brigantaggio e come poco idilliaco è il rapporto locale tra i Netta e i Pelosi-
1868- accomodo lavatoio 'Festole'; incarico per la costruzione della vasca-
1870- restauro della fontana pubblica da c/da Cesine alle vasche abbeveratoio-
(1870-75)- inizio emigrazione oltre oceano (Stati Uniti )-
18/2/1872- regolamento di igiene pubblica, cap. IV°: lavoro delle donne e dei fanciulli-
-21/12 dello stesso anno: prezzo stabilito per i forestieri per ogni soma di gesso esistente nel territorio comunale di Mezzana Perazza-
1874- viene chiusa la loggia massonica”Bruno Primo” esistente a Vallata e gestita dall’allora gran maestro Giuseppe Mazzoni.
Si conoscono i nomi di soli cinque su sette degli affiliati: Giovanni Branca, Francesco Giardina, Semplicio Tanga, Porfirio Zamarra e Gerardo Salvatore, forse gli altri due erano Gaetano e Carmine Pelosi.
Il Giardina fu indicato come candidato deputato al parlamento e fu maestro venerabile della loggia nel 1867.
Nel 1820 Gaetano Monaco aveva costituito una “Vendita locale” di tipo carbonaro e massonico.
Come si può capire Vallata ha avuto presenze di organizzazioni segrete in diversi periodi-
-nello stesso anno nomina commissione per restauro chiesa di San Vito-
1879- voto del consiglio provinciale di Avellino per la strada della Baronia che poi diventerà la s.s. 91.
Presiede Pasquale Stanislao Mancini, consigliere del mandamento di Castel Baronia è il vallatese Vito Gallicchio.
Si fanno voti al governo del re d’Italia perché siano ultimati i lavori di costruzione della strada della Baronia iniziati da lunghissimi anni addietro e interrotti in nome di errati principi di economia che potevano compromettere la stabilità e la durata.
Quanta ipocrisia nei programmi sbandierati dai fautori dell’unità d’Italia in termini di portare elementi di civiltà nei nostri paesi compreso anche il nostro De Santis, per non parlare dei fallimenti della annosa questione della ferrovia che avrebbe dovuto attraversare la Valle dell’Ufita-
1881- presenza di 3771 abitanti (dalla monografia di Rossi)-
1884- istituzione di un comitato intercomunale formato per favorire la costruzione della ferrovia del tratto Avellino-Valle Ufita-Ponte Santa Venere.
I comuni partecipanti aderenti sono: Frigento, Castel Baronia, S. Agata di Puglia, Carife, Mirabella, Eclano, Melito, San Sossio, Bonito, Lacedonia, Fontanarosa, Trevico, Flumeri, Gesualdo, Grottaminarda, Sturno e Vallata. E’ da spiegarsi l’assenza di Ariano.
Per Vallata la rappresentanza è data da Gaetano Pelosi e Stanco Pasquale allora sindaco e vice.
Come sappiamo la ferrovia si fece ma ebbe come percorso la scelta del tracciato alternativo dell’Ofanto e non più la Valle dell’Ufita.
Egemoni furono le pressioni politiche dell’Alta Irpinia sia al parlamento che alla provincia di Avellino-
1910- terremoto del 7/giugno con epicentro la zona del Volture-
A Vallata, qualche giorno dopo, tutte le piazze erano state trasformate in campi di ‘attendamenti’ e di baracche in cui la popolazione si era rifugiata per timori di crolli delle abitazioni.
Fu in visita per l’occasione anche il re d’Italia.
Non mancarono le polemiche. Si scrisse che si era volutamente esagerata l’entità dei danni per richiedere maggiori provvidenze governative.
Un puntuale resoconto sul terremoto, fatto da una penna brillante del giornalismo locale e testimone dell’evento è quello del giovane Tommaso Mario Pavese raccolto nel libro degli “scritti vari” e pubblicato recentemente dal sito www.vallata.org-
1911-viene fondato l'asilo infantile, diretto da cinque monache, stipendiate dalla locale Congrega di Carità-
-inaugurazione del servizio automobilistico con due tratte: Vallata-stazione di Conza e Vallata-Benevento-
5/5/1914- istituzione della Società del Risorgimento in Vallata con relativo statuto-
1920- lapide apposta sul palazzo Pelosi, in piazza Vittorio Emanuele, a ricordo della guerra del 1915/18-
1921- inaugurazione del monumento sempre ai caduti, circa 80, della guerra 1915-18, opera dello scultore De Luca, con epigrafe del prof. Torraca-
1922- ad Ariano Irpino operava la loggia massonica “nazionale n° 98” alla quale era affiliato anche il vallatese Andrea Pelosi (56014), veterinario, iniziato nel 1920-
-erezione torre campanaria a fianco della chiesa dei 'morti', a spese di Michele Tanga fu Luigi-
1928- ampliamento della chiesa della Madonna dell'Incoronata; la chiesa è già presente agli inizi de 1700 come si evince dalla mappa del Villani del 1723-
-popolazione a Vallata di 4130 abitanti-
30/3/1930- i sogni di G. Antonio Crincoli che poi susciteranno il fervore per la ricostruzione della chiesa di Santa Maria-
-23/7 dello stesso anno: terremoto con cinque morti e crollo di parte del campanile della chiesa madre-
19/6/1932- posa della prima pietra della nuova chiesa di S. Maria-
1933- popolazione di 4244 abitanti dalla monografia di Rossi-
fine 1934- termine dei lavori esterni della chiesa di S. Maria-
1935- popolazione di 5000 abitanti (dai bollettini di Santa Maria)-
1937- istituzione della casa dell'E.C.A.( Ente Comunale di Assistenza) che va a sostituire la Congrega di Carità nel frattempo soppressa-
settembre 1943- occupazione di Vallata da parte dell'esercito tedesco che viene bombardato da caccia americani, lasciando tre morti sul campo-
28/4/1944- nomina a sindaco di Adelchi Cornacchia da parte del comando alleato e il C.N.L-
1945/46- si viene a conoscenza di una singolare notizia: a Vallata, tanto era il fervore popolare per la Repubblica e che poi si tradurrà quasi in un plebiscito nell’urna al momento del referendum, che i cittadini vogliono addirittura fondare una “Repubblica locale”, con una sua specifica identità.
Si deve ricordare a completamento della notizia che in Baronia solo Vallata, S. Sossio e Flumeri votarono in maggioranza per la Repubblica, gli altri paesi furono per la monarchia-
30/5/1946- in occasione del referendum scontri fisici trai fautori della repubblica e quelli della Monarchia-
1947- inaugurazione del nuovo campanile della chiesa madre-
1949- inaugurazione dell'edificio dell'asilo infantile in via Fontana-
12/11/1955- viene inaugurato l'acquedotto comunale realizzato dall'E.A.A.P.
3/41959- inizio dei lavori di costruzione dell'edificio scolastico elementare-
-2/9 dello stesso anno: istituzione della scuola di avviamento professionale-
1961- popolazione a Vallata di 5117 abitanti-
22/8/1962- terremoto che non produrrà nessun morto-
20/9/1964- viene demolita la chiesa dei 'morti' e l'adiacente torre dell'orologio che era stata costruita da appena 42 anni e poi i fabbricati del vecchio Fascio con lo scopo nascosto di gonfiare i danni del terremoto-
1972- viene inaugurato il municipio attuale in via Fontana-
1973- viene costituita la prima associazione pro-loco di Vallata-
23/11/1980- terremoto che produsse danni agli immobili senza alcun morto e ferito-

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