Vallata - brevi cenni storici - L'Apostolo delle Calabrie Ven. P. Vito Michele Di Netta - Capitolo II - Fervore di vita - Settimana santificata.

CAPITOLO III.

Fervore di vita - Settimana santificata.

SOMMARIO. - Il Liguorino copia del Redentore - Esempi di S. Alfonso e suoi compagni - Di Netta emulo di loro - Come vi riesce - Regolamento di vita - Una cosa per giorno - Tutta la settimana santificata - Comincia dove gli altri finiscono - Massime di sapienza - Riesce santo da giovanetto.


    Il Venerabile Di Netta in sul limitare della vita religiosa, e proprio fin dai primi giorni del suo Noviziato, mostrò di aver ben compreso quale dev'essere il vero Liguorino, cioè la copia fèdele di Gesù Redentore. E perciò nel giornale dei suoi proponimenti scrisse le parole segnate nel capitolo precedente:
    … Il tuo soggiorno e la tua vita in Congregazione dev'essere lo studio d'imitare più da vicino le virtù e gli esempi di Gesù Cristo. Esso dev'essere il tuo modello, imitandolo in tutte le tue azioni.
    Da siffatte intenzioni animato, ed investito da una forza di volontà tutta sua propria, non era possibile ch'ei non facesse ammirare tostamente in sè un che di straordinario, che lo poneva al disopra degli altri, e gli faceva vivere vita non comune e più perfetta. Con le prove poi subite, e che temperarono la sua vocazione ai più forte acciaio, non è a dire quali sprazzi luminosi avesse tramandato, tosto rientrato in Congregazione, e dopo avere rinnovati i legami e i voti religiosi, che lo stringevano sempre meglio al suo Gesù.
    Nella Congregazione in quell'epoca, vorticosa al di fuori, ma fortunata al di dentro, erano vivi gli esempi delle grandi virtù del Santo Fondatore. Era questi sparito bensì da mezzo ai suoi nelle sue sembianze sensibili, ma pure vi continuava a vivere nei ricordi, negli scritti, nelle regole, ed in tante piccole cose, che ne rendevano sempre presente e parlante la figura.
    Con la memoria poi di S. Alfonso era pur viva la memoria di quei valorosi suoi primi compagni, la memoria dei Sarnelli, degli Sportelli, dei Cafaro, dei Blasucci, dei Di Meo, dei Villani, dei Rossi, dei Mazzini, dei Maiella, e di cento altri... Quale sprone poderoso non era questo per la santità! e come non sentire forte l'impulso a battere le medesime orme, e a vestirsi delle medesime virtù?
    Nel nostro Vito Michele vi era di più. Egli era nato per esser santo, e diventare pure lui un gigante nella famiglia Liguorina.
    Ne abbiamo ammirato i primi segni, nei due capitoli precedenti, ora ne ammireremo altri più caratteristici e più radiosi.
    Si tracciò egli un programma, ossia un tenore di vita, che s'impose oltre al giogo del regolamento proprio degli studenti Liguorini.
    Questi vivono sotto di una disciplina più severa che non il resto di Comunità, hanno pratiche di pietà tutte di loro, con ritiramenti spirituali più frequenti, e sono sempre con la vigilanza di un prefetto, che ne segue i passi, ne modera gli ardori giovanili, ne studia le tendenze, e usa di tutti i mezzi per imprimere in essi lo spirito del Redentore. Allo studente Liguorino nulla manca per diventare un santo ed un abile missionario.
    Tuttavia al nostro Venerabile ciò non bastò, e sulle orme dei Confratelli summenzionati, ingegnosamente ecco ciò che si propose, per mantenersi sempre in quel raccoglimento e presenza di spirito, che suole formare i santi.
    Divide le sue pratiche di perfezione a secondo i giorni della settimana, e per ognuno di questi prende egli una mira cui orientarsi: ha un pensiero per tenere occupata la mente - ha degli atti speciali di virtù - mortificazioni opportune - giaculatorie e preghiere... Così nessun momento della giornata gli scappa, o gli resta infruttuoso. Trascrivo tutto:

    DOMENICA: - I. Offrirai tutte le tue opere a Dio, tuo Creatore e Padrone, ed in onore dei tuoi Santi avvocati e protettori.
    II. Il tuo pensiero deve occuparsi nel considerare i grandi benefizi ricevuti da Dio, e specialmente della tua vocazione, e col piangere i tuoi misfatti, e domandar perdono delle offese fatte; e per questo effetto reciterai tre Salve Regina a Maria Santissima affinchè ti ottenga il perdono dei tuoi peccati, ed insieme ringraziare il tuo Signore di non averti fatto morire.
    III. In questo giorno ti occuperai altresì di far bene le opere e gli esercizi comuni, pensando di tenere avanti gli occhi Dio assistente. E preparati bene con esaminarti e correggerti dei mancamenti, e insieme procura di avere un dolore perfetto.
    IV. Farai spesso in questo giorno atti di fede, di speranza e di carità, e ti impegnerai, più di ogni altra, di acquistare quest'ultima.
    V. La tua mortificazione sarà di portare le catenelle fin dopo il ringraziamento.
    VI. Le giaculatorie saranno: Signore, misericordia, perdonate al peccatore più ingrato che avete sulla terra. Maria Santissima ottenetemi Voi il perdono dal vostro Figlio.

    LUNEDI': -I. Offrirai in questo giorno le tue opere a Dio, tuo Conservatore, in onore di Monsignore nostro Padre7.
    II. Ti occuperai col pensiero a ringraziare il tuo Dio che ti conserva, con pregarlo di mantenerti sempre nella sua grazia; e per questo fine reciterai a Maria SS. tre Salve, pregandola di ottenerti da Dio la santa perseveranza.
    III. In questo giorno ti occuperai nel far bene le orazioni, pensando di stare alla presenza del Signore, a cui dovrai rendere strettissimo conto. Raccomanderai le Anime del Purgatorio.
    IV. Ti eserciterai in questo giorno in fare atti di umiltà e di preghiera.
    V. Spesso ti ciberai di assenzio.
    VI. Le giaculatorie saranno: Signore concedetemi la santa perseveranza nella grazia vostra. Mamma mia, Maria, ottenetemi dal vostro Figlio la santa perseveranza.

    MARTEDI': - I. Offrirai ai tuo Signore le tue opere in onore del tuo Angelo Custode, e di Sant'Antonio di Padova.
    II. Ti occuperai col pensiero nel meditare la morte e la sua incertezza, con pregare il Signore di farti morire in Congregazione in mezzo ai tuoi cari Fratelli; e per questo fine reciterai a Maria Santissima tre Salve per ottenerti la buona morte.
    III. Ti occuperai in questo giorno nel far bene l'esame di coscienza, e ti convertirai dai difetti, con dar loro la penitenza.
    IV. Ti eserciterai ad osservare perfettissimamente il silenzio col non parlare se non domandato,e pregherai il tuo Angelo Custode a non farti uscire parola che non sia di edificazione o di necessità.
    V. Le orazioni vocali le dirai con la faccia per terra, e porrai sotto le ginocchia le mani.
    VI. Le giaculatorie; Signore, concedetemi la grazia di fare una buona morte. Maria Santissima venite ad assistermi Voi nella mia morte.

    MERCOLEDI': - I. Offrirai al tuo Supremo Giudice le tue opere in onore di San Michele e di San Giuseppe.
    II. Ti occuperai col pensiero nella meditazione dell'inferno e della facilità di caderci, con pregare il Signore di tenerti le mani sopra; e perciò reciterai tre Salve Regina a Maria Santissima per ottenerti la liberazione dall' inferno. Pregherai ancora i tuoi santi avvocati ad interporsi presso del supremo Giudice per te misero peccatore.
    III. Il tuo operare sarà di fare perfettamente l'apparecchio alla S. Comunione ed il ringraziamento, ed insieme piangerai i tuoi grandi peccati.
    IV. Ti eserciterai quest'oggi ad osservare la virtù della modestia.
    V. La tua mortificazione sarà di portare fin dopo il ringraziamento le catenelle, di lasciare una cosa a tavola, e di mangiare in ginocchioni, con andar baciando i piedi.
    VI. Le giaculatorie: Sognore, per i meriti della vostra passione liberatemi dall'inferno. Mamma mia Maria, libera temi dall'inferno.

    GIOVEDÌ: - I. Offrirai quest'oggi le tue opere all'Eterno Padre in onore di Gesù Sacramentato.
    II.Ti occuperai col pensiero nel meditare il grande amore che Gesù ti ha portato e ti porta, e la gloria del Paradiso. Reciterai tre Salve Regina a Maria Santissima affinchè ti ottenga la gloria del Paradiso.
    III. Quest' oggi farai bene la lettura, con impegnarti di applicare sopra di te quel che leggi. Farai spesso la Comunione spirituale, e ti offrirai a Gesù Cristo, tuo Sposo ed amante dell'anima tua.
    IV. Più di ogni altro giorno ti eserciterai nella virtù dell'obbedienza. Reciterai con tutta la divozione le orazioni vocali.
    V. Ti ciberai d'assenzio, e ti asterrai di troppo parlare e mangiare.
    VI. Le giaculatorie: Gesù, amor mio, fàtemi tutto vostro, e niente più mio. Mamma mia Maria, impetratemi un grande amore al SS. Sacramento.

    VENERDI: - I. Offrirai quest'oggi le tue opere in onore della Passione di Gesù Cristo e di Maria Addolorata.
    II. Il tuo pensiero si occuperà nel meditare la gran carità che ti ha portato Gesù Cristo, con l'essere morto per riscattare te dalle catene di Lucifero. Pregherai lo stesso che ti conceda quell'amore, che da te si richiede, per amarlo. Reciterai tre Salve a Maria Santissima, per ottenerti l'amore per amare Lei ed il suo Figlio.
    III. T'impegnerai quest'oggi a far bene gli esercizi di umiltà, e ti occuperai in piangere la morte del tuo Signore.
    IV. Prenderai a petto di opprimere le tue passioni, e particolarmente la più predominante, e di cacciare dalla tua stanza le cose superflue.
    V. La mortificazione sarà di soffrire le ingiurie che ti si faranno, per amore di Gesù e di Maria; lascerai una cosa a tavola, mangerai in ginocchioni, starai con le braccia stese mentre si legge la Scrittura, e porterai le catenelle fin dopo il ringraziamento.
    VI.Le giaculatorie: Gesù mio, tu sei morto per me, e io son pronto di morire per amor tuo. Mamma mia Addolorata, ottenetemi un vero amore per amare Voi ed il vostro Figlio.

    SABATO: - I. Offrirai le tue opere al Signore in onore di Maria Santissima.
    II.Ti occuperai col pensiero nella considerazione delle grandezze di Maria e dei grandi benefici che ti ha fatto, con ringraziare la SS. Trinità di averla esaltata e di avertela data per avvocata e protettrice; ed affinchè l'istessa tua Madre ti dia il suo patrocinio, le reciterai con tutta divozione la Salve Regina.
    III. La tua vigilanza sarà di non commettere alcun difetto, e che comparisca in tutte le tue azioni la santa modestia.
    IV. Ti eserciterai in esercizi di umiltà, e procurerai di dimostrare tutta la carità nelle tue azioni.
    V. La mortificazione sarà di mangiare pane e una cosa; mangerai a terra, ti farai la disciplina, porterai le catenelle, e ti ciberai, prima di mangiare, di assenzio.
    VI. Le giaculatorie: Signore, datemi la perseveranza di sempre servire vostra Madre. Madre mia cara, voi mi avete da salvare.

    Fin qui il fervoroso studente Liguorino, e pare che questo sia già sufficiente per affermare che egli comincia dove gli altri finiscono.
    È vero, non vi è santo, che non si mostri studiosissimo nel conseguimento di quella perfezione ove Dio lo chiama, e che non sia minuzioso anche, e attento, in servirsi di tutto per trarsi sempre più innanzi. Instancabile sempre in un lavoro di violenza e di abnegazione, senza mai dire basta, senza fermarsi mai, e che non tenda sempre a quell'excelsior ove si trova Dio, e dove l'anima si riposa con Dio... Ma è vero altresì, che non tutti i santi cominciarono dai primi anni di lor vita, perchè Dio misericordioso chiama in tutte le ore, e in diverse ore del giorno. Il nostro Vito Michele fu l'avventuroso chiamato della prima ora, e fin dai primi momenti cominciò come andiamo vedendo, ad apparire ed essere Santo, mostrando di possedere già quella vera sapienza che mena infallibilmente a Dio.
    Nel medesimo giornale, ove noi troviamo i soprasegnati proponimenti, egli fa seguire delle Massime scritturali e patristiche, che fa sue, ed è evidente che si regolava a norma di esse.
    Sono massime di celeste sapienza; perchè sono a preferenza massime di fede, quelle che egli si nota: massime che gl' insegnavano come tutto si può, e a tutto si giunge con la fiducia in Dio.
    Ei scrive tra le altre la frase dell'Evangelista S.Marco: Omnia possibilia sunt credenti, tutto è possibile a colui che crede. E poi riporta quasi ad incoraggiarsi le parole di S. Agostino sulla speranza cristiana: Ecce spes lætat nOS, nutrit nos, confirmat nos, in ista laboriosa vita consolatur nos.
    E siccome gl' insegnamenti della fede sarebbero vani se non si traducessero in pratica, egli con lo stesso conchiude: Caput sine membris, fides sine operibus: sarebbe come un tronco senza capo la fede senza le opere.
    A norma di questi principii sapientissimi, egli si governò sin dal mattino del viver suo: prima propone a lume di fede, poi attua e pratica quanto propone. I Santi in tal modo si formano, quindi non è meraviglia se il nostro Servo di Dio riesce veramente tale.

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[7] S. Alfonso fu beatificato il 1816, e canonizzato il 1839. Al­l’epoca in cui il nostro Venerabile scrisse questi propositi, la Causa del santo Fondatore era semplicemente introdotta, e perciò lo dice Monsignore nostro Padre.

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