Credito e Mercato della terra in un paese dell'alta Irpinia: Vallata

Prof. Ferdinando Di Dato

Credito e Mercato della Terra

In un Paese dell'Alta Irpinia:

Vallata 1860-1880. Terra e Denaro



Al caro prof. Vito Antonio Nufro di cui terrò sempre
«la cara e buona immagine paterna
di voi quando nel mondo ad ora ad ora
m’insegnavate come l’uom s’etterna».
Dante, Inferno XV vv. 82-84


“Di vostra terra sono, e sempre mai
l’ovra di voi e li onorati nomi
con affezion ritrassi ed ascoltai”.
Dante, Inferno XVI vv. 58-60


“Ciò che noi forniamo sono, propriamente, osservazioni
sulla storia naturale degli uomini; non però curiosità,
ma constatazioni di cui mai nessuno ha dubitato e che
sfuggono all’attenzione solo perchè ci stanno
continuamente sott’occhio”.
L . Wittgenstein


INTRODUZIONE

        La ricerca è nata da motivazioni personali ed affettive, oltre che scientifiche, in quanto a Vallata ho le mie radici. Sin da piccolo andavo in questo paese dai nonni materni, Clelia Gallicchio e Raffaele Del Campo, a trascorrere l’estate e qui ho conosciuto la mentalità, le abitudini contadine e l’importanza della terra per l’economia locale.
        Durante le mie passeggiate estive in campagna, ho avuto la fortuna di vedere, allora in due periodi differenti, la mietitura e la trebbiatura, notando la grande fatica dei contadini, ma anche la festa che quest’ultimi facevano durante questi lavori, il dualismo socio-economico e la diversa mentalità tra i vallatesi del paese e quelli di “fore”, cioè della campagna.
        Questi momenti o “miti dell’infanzia” sono sempre rimasti dentro di me, tanto da farne nel lontano 1990 una tesi di laurea sull’importanza della terra a Vallata nella seconda metà dell’Ottocento, poi pubblicandolo nel 2005 ed ora in una seconda edizione, con alcune correzioni e rivisitazioni del testo.
        Con questa ricerca, su un’area geografica circoscritta, si sono esaminati una serie di temi molto importanti, su cui la storiografia sociale ed economica si è ripetutamente soffermata negli ultimi anni: i modi in cui la terra diventa oggetto di scambio mercantile; le interferenze tra il suo significato simbolico ed economico; le relazioni sociali che si saldano intorno al potere ed al controllo della terra, condizionando tutta la vita sociale ed economica del Mezzogiorno d’Italia. Un nuovo modo di fare storia, con un’attenzione sempre più viva per i luoghi, l’ambiente, le attività, la cultura materiale, attraverso cui si esprimono, in modo più pieno e completo, gli uomini, secondo l’insegnamento di Fernand Braudel.
        Muovendo dall’esame di documenti di Prefettura, del catasto e dai protocolli notarili e quindi dall'analisi dei meccanismi economico-sociali che caratterizzano la circolazione della terra nel paese, si è notato, per il periodo compreso tra il 1860 ed il 1880, alcuni elementi fondamentali: il valore dato alla terra ed il conseguente ruolo sociale dei possidenti, le modalità del mercato della terra e delle figure ad essa legate e gli universi culturali che percorrono questo mondo che non pare esattamente in sintonia con quello che si ritiene, forse troppo schematicamente, lo sviluppo capitalistico del tempo.
        Comunque le vicende di Vallata sono situazioni di una realtà circoscritta che, però, si possono riscontrare anche in altre comunità del Mezzogiorno. Se analizzassimo comparativamente altri paesi, ci accorgeremmo di elementi che mettono in evidenza somiglianze e differenze: quindi potremmo dire che i vari paesi, al di là delle loro specifiche peculiarità, mostrano atteggiamenti simili. In ogni modo, bisogna dire che forse per Vallata si è parlato erroneamente di paese dell’Alta Irpinia1 e non, come avremmo dovuto dire, della «Baronia», ma abbiamo utilizzato questa denominazione perché dagli anni ‘20 del Novecento è stata usata per indicare una serie di territori della provincia di Avellino tra cui i paesi della “Baronia di Vico”.
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        1 L’Alta Irpinia comprendeva 18 Comuni omogenei tra loro, situati su un altopiano argilloso in direzione del Vulture e il Tavoliere e delineato dalle valli dei fiumi Ufita e Calaggio.

Ringraziamenti

        Colgo l’occasione per ringraziare quanti in modo diverso mi hanno stimolato e supportato nell’elaborazione del presente lavoro, a partire da mio figlio, cui spesso ho sottratto, per motivi di studio e di approfondimenti dovuti, parte del mio tempo, altrimenti dedicato a lui, e a mia moglie che mi è stata vicino e mi ha seguito con pazienza durante il percorso.
        Mi è doveroso, infine, essere grato ai Proff. Villani e Montroni dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, che mi diedero l’opportunità di effettuare la scelta di questo argomento per la mia tesi di laurea; l’Ispettore P.I. Augusto Graniero per i consigli tecnici offertimi per l’occasione; il mio amico Prof. Gianni Buglione, per avermi profuso alcuni utili suggerimenti durante il lavoro di ricerca e soprattutto incoraggiato nella pubblicazione della stessa; la Prof. Gianna Disarmato, allora in vita, per i suggerimenti e il sostegno morale che mi diede nel portare a compimento la ricerca, ed infine i miei amici i proff. Michele Sironi, per aver battuto a macchina la prima stesura di questo lavoro; Michele Farina, che, per amore verso la sua terra o semplicemente per la forte amicizia che ci lega, mi ha aiutato alla compilazione delle tabelle e ai calcoli delle percentuali; Felice Seneca, che mi ha fatto compagnia nei freddi giorni invernali all’archivio notarile a Benevento e aiutato nella trascrizione, con pazienza certosina, di vari documenti, ed infine Severino Ragazzo per avermi più volte suggerito di correggere le mie imprecisioni sui personaggi e i luoghi vallatesi.

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