PRIME LIRICHE 1901-1903 - Campester meridies - Tommaso Mario Pavese.

I
Campester meridies.

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Da l' alto, luminosi raggi vibra
       il figlio d' Iperion che, su l' aurata
       biga, la volta de 'l cielo salendo,
       inonda i campi di vivo splendore.
       Vagamente sorride alma Natura;
       le bionde spighe piegansi leggiadre,
       e le gracili erbette son cullate
       da 'l grato folleggiar di leni venti.
       Con dolce mormorio scende da 'l monte.
       limpido qual cristallo, un fiumicello
       che, fra 'l verde de 'l piano, lungo tratto
       pria si asconde: indi vedesi lontano,
       in fra gli eccelsi pioppi; argenteo, infine
       stendesi largo, e immenso a li occhi appare.
       Mandano i campi aprichi e i verdi prati,
       supremo fattor de la natura,
       solenne cantico d' amor, di pace,
       a le serene gioie de la vita
       benedicente. Grato effluvio spande
       la bella primavera: su, da' colli
       pendon le bianche greggi, pende fulvo
       il giovenco, ch' eleva maestoso
       la testa altera a 'l ciel sereno e mite.
       De 'l canto di leggiadre donzellette
       e di fanciulli, echeggiano le valli:
       agili vele van pe 'l mare azzurro,
       liete cullantisi ne 'l sol di giugno,
       che terra e cielo, tranquillo, circonfonde.
       Ne l' ombrosa foresta, uccelli allegri
       cantano a gara; e, a 'l lieve susurrare
       di verdi fronde mescono gli amori
       Tutto è in festa. Ebe e Venere, leggiadre,
       de' lor sorrisi beano la terra.

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