GERARDO DE PAOLA - ZINO E... MISTERO - d) Papa Giovanni e la Primavera della Chiesa nella Storia.

d) Papa Giovanni e la Primavera della Chiesa nella Storia.
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        Sarà il successore a far proprio il grido di riscossa, per aprire la Chiesa a questa primavera della storia.
        P. Lombardi aveva avuto a Venezia col futuro Papa Roncalli motivi di divergenza, nell'interpretazione della cristianità in Italia del prima e dopo Concilio di Trento, giunta addirittura all'esasperazione per una puntualizzazione del Cardinale: "Caro Padre, ho studiato a fondo la situazione italiana, pre e post-tridentina. Posso dirle che oggi le cose vanno molto meglio!"
        Il Cardinale aveva rivelato anche qualche riserva sulle riforme esterne di struttura, insistendo maggiormente sulla necessità di una riforma interiore, come del resto aveva esortato nell'ultima lettera pastorale inviata alla Diocesi di Venezia (1955) "per un rinnovamento spirituale".
        Una copia di questa lettera il Card. Roncalli l'aveva offerta a Lombardi con una dedica autografa: "Al caro Padre Riccardo Lombardi, apostolo per la ricostruzione di un mondo migliore, piccolo fiore in augurio benedicente".
        A pagina 19 la lettera pastorale richiama l'attenzione sul nucleo, non certo occasionale, della divergenza insorta tra i due: "Io... non sono inclinato al pessimismo... Ci si volge da tutti i punti dell'orizzonte a chiedere se non vi siano forme nuove di difesa del patrimonio religioso, dottrinale, morale degli avi, o se non sia fatale uno sconvolgimento universale di principii, di metodi di convivenza sociale, sconvolgimento che per altro ancora non riesce a prendere contorni di ordine mondiale, che ispiri fiducia e annunci vera pace".
        Il Cardinale invita poi alla fiducia, con un ricordo personale suggeritogli da un affresco di una scalinata del Vaticano, rappresentante Simone sul punto di essere inghiottito dalla tempesta, finché è sollevato da Gesù: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".
        Nonostante queste precedenti esperienze poco rassicuranti e lo sconcerto del primo momento, P. Lombardi in un caldo articolo "di getto" pubblicato all'indomani della proclamazione di Papa Giovanni XXIII, lo aveva additato al mondo come "l'uomo preparato dal Signore per il grande momento storico", e la storia gli darà ragione.
        Esplodono immediatamente anche "divergenze e riserve" del Papa, nei confronti del movimento lombardiano, così presentato nello stesso articolo: "... (da Cardinale, Roncalli) ha sempre incoraggiato il mondo migliore (Cicero pro domo sua)... con immensa fiducia continueremo ai suoi ordini (gergo un po' ... militaresco!) il lavoro iniziato per volere di Pio XII" (Doc. Il Nuovo Papa e il Mondo Migliore).
        La prima doccia fredda giunge immediatamente all'articolista, che già non trova spazio nell'Osservatore Romano, tramite Mons Castellano, convocato da Giovanni XXIII, facendogli sapere d'urgenza che il Papa "è rimasto seccato, molto seccato", giudicando esorbitante il "tentativo di annetterlo al Mondo Migliore ".
        Non tarderà ad incalzare Tardivi da poco nominato segretario di Stato, "...avete corso un po' troppo... avete attaccato il carro davanti ai buoi, dicendo che il Movimento restava lo stesso di prima. Certo, il Papa vuol potenziare il vostro lavoro, ma ogni Papa ha direttive sue caratteristiche. Il Movimento fu creatura di Pio XII, e ora voi dovreste dire che aspettate le direttive che il nuovo papa vi darà ".
        Frattanto gli raccomanda di "stare alle direttive e alle dipendenze dei vescovi.. non si vuole spegnere il bene che si fa... ma non piace che parliate di missioni e Corpo Mistico. Anche se io prego in camera, sono nel Corpo Mistico. Piuttosto, predicate la carità, la carità. Nel nostro campo facciamo a gomitate, e fra noi preti a cazzotti" (D, 8 dicembre 1958). C'è proprio aria di bruciato intorno a Lombardi! Anche al collaboratore P. Rotondi, per i suoi passi segreti tra Pio XII e Gronchi, il segretario di Stato tuona: "Padre Rotondi ha combinato guai. Ma ora non può più andare dal Papa e così non li farà più".
        Il bruciore di questo deserto intorno al Mondo Migliore è attenuato alquanto alla prima udienza pubblica del 16 novembre, cui P. Lombardi partecipa con un gruppo di sacerdoti convegnisti, da lui definita: "storica, quasi simbolo del transito tra due epoche della Chiesa" dalla ieraticità di Papa Pacelli, alla bonarietà di Papa Roncalli, come ricorda il Manuale Fondamentale a pag. 62, evidenziando il seguenti particolari:
        "Il Papa usò sempre l'io e non il noi. Fece ridere quasi continuamente. Quando fu nominato un gruppo di uffuciali inglesi presenti, si alzò in piedi facendo il segno del saluto militare ed esclamò: «Ah England!» A un gruppo di soldati italiani confidò che in guerra l'apogeo della sua carriera era stato il grado di Caporale. A un gruppo di coltivatori diretti osservò che suo padre era stato contadino. Ciascuna di queste battute strappava un applauso scrosciante ".
        Sarà l'annuncio del Concilio, il 25 gennaio 1959, a correggere l'impressione, quasi caricaturale, del "Papa bonaccione", anche in P. Lombardi, "due figure simboliche, così diverse nella Chiesa: il gesuita magro e fremente, divorato dall'inquietudine per l'avvento del Regno di Dio in terra e teso dalla coscienza del male che vi dilaga; e il Papa anche fisicamente pacioso, il volto amorevole e la sagoma opima, avvolta nell'ottomismo teologale... pastore di tutto il gregge, deludendo lo stereotipo del Papa uomo di stato, diplomatico, scienziato, organizzatore della vita collettiva. A Natale è andato tra i carcerati del Regina Coeli, e li ha commossi fino alle lacrime: «Siamo nella casa del Padre anche qui... metto i miei occhi, nei vostri occhi, il mio cuore vicino al vostro...» .
        A meno di cento giorni dall'elezione, Roncalli appare già munito di un ampio e originale programma di governo, non solo sul versante della Chiesa universale (con la storica decisione di chiamarla al Concilio, restituendo la parola ai vescovi), ma anche su quello della Chiesa in Italia, con interventi mirati sulla sua liberazione dagli intrecci temporali che ne inceppano la missione"
(Pagg 419 ss).

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