GERARDO DE PAOLA - ZINO E... MISTERO - Il viaggio del profeta Elia e sua emblematicità per noi

a) Il viaggio del profeta Elia e sua emblematicità per noi
__________________________________________

        Il profeta Elia, per salvarsi dall'ira della regina Gezabele, aveva iniziato il suo viaggio di liberazione, vagando disorientato nel deserto, fino a che un Angelo del Signore, rincuorandolo e offrendogli pane ed acqua, non lo mette in condizione di riprendere decisamente il suo peregrinare - verso il monte di Dio: è il ritorno alla fede pura, che lo mette in comunione con il Signore, all'ingresso della caverna dell'Oreb. Il viaggio del profeta non è tanto uno spostamento geografico da un luogo all'altro, quanto piuttosto il simbolo dell'esistenza umana, che passa per una serie di alti e bassi, riflessi molto bene negli atteggiamenti e nei sentimenti nell'animo di Elia, durante il suo viaggio: paura, noia, tedio, fame, angoscia, disperazione, senso di colpa fino a buttarsi sfinito sotto il ginepro, gridando: "Basta, o Signore, prendi l'anima mia, poiché io non sono migliore dei padri miei" (III Re 19,1).
        La presa di coscienza di non essere "migliore degli altri", è talmente deludente per il nostro orgoglio, da farci preferire la morte alla ripresa del cammino.
        La costatazione però di essere poveri, incapaci, vuoti non è forse un "ripartire su nuove basi?".
        Elia infatti, dopo essersi rifocillato del pane di Dio, sotto il ginepro, sereno e deciso riprende il cammino verso il monte, sul quale farà l'esperienza della tenerezza materna di Dio.
        Yahveh si rivela nón nel vento impetuoso e gagliardo, non nel terremoto o nel fuoco, ma nella carezza di un vento leggero: è la soavità con cui Dio dirige la vita di ciascuno di noi, se ci sforziamo di fare l'esperienza del deserto, in cammino verso il monte di Dio, l'Oreb della contemplazione, della gioia interiore, attraverso la pena del contrasto nell'andare contro corrente, in solitudine, con la fatica, tante volte di una preghiera arida, nonché dolorosa, come quella di Gesù nel Getsemani "in preda all'angoscia".
        Nella fuga del profeta è sotteso pure un significato teologico: il suo è un cammino inverso a quello dell'Esodo. Se Elia si dirige verso il Sinai, non è perché la presenza di Dio sia limitata a questa montagna.
        Tutta la lotta che egli ha intrapreso riguarda la salvaguardia dell'alleanza e il ristabilimento di una fede pura; perciò si dirige verso il luogo dove fu pattuita l'alleanza, dove il vero Dio si era rivelato ai padri.
        Ma quando l'uomo riconosce la sua debolezza, allora interviene la forza di Dio (11 Cor 12,5-9). Con il pane e con l'acqua, simboli dell'antico Esodo, Elia realizza il suo esodo (richiamato pure dal simbolismo dei 40 giorni) e giunge all'incontro con Dio ritrovando con quel cibo misterioso le forze sufficienti per riprendere il cammino e andare ancora più lontano. Oltre al motivo di esemplarità del profeta e di lontana prefigurazione dell'Eucarestia di quel cibo misterioso, dobbiamo leggere fra le righe tutta la parabola della nostra vita.
        Anche la nostra è una marcia, nel corso della quale sta continuamente in agguato la tentazione delle mormorazioni di tutto un popolo o dello scoraggiamento del profeta. ma durante tutto questo interminabile cammino, verso Dio e verso gli uomini, anche a noi viene offerto il Pane di Dio, "colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo" (Gv 6,33).
        Il Signore Gesù, alla richiesta della folla: "dacci sempre questo pane" con chiara allusione al simbolismo dell'A.T., lega strettamente la sua presenza e la sua azione, fonte di vita, al segno del pane: "Io sono il pane della vita... chiunque vede il Figlio e crede in Lui ha la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (Gv 6,35-40).
        Esperienza emblematica quella di Elia per tutti quelli che, lasciandosi guidare dallo Spirito, riescono a dare un significato alla propria vita, inserendola come un tassello nel mosaico della storia che, prima o poi, apre l'uomo al MISTERO, se essa viene letta alla luce della fede. E' la storia il luogo delle meraviglie di Dio, lo spazio delle sue gesta.
        E in questo spazio universale, la NOSTRA STORIA: Dio opera nella nostra esistenza, ma nel rispetto assoluto della nostra libertà. Libero Lui nel suo gesto d'amore, e liberi noi nei nostri rischi e nelle nostre scelte, liberi fino al punto di ribellarci a Lui. E' Lui che, nonostante tutto, continua ad inseguirci, come se avesse bisogno di noi, a cercarci come un mendicante.
        Il riferimento biblico ha forse sollecitato anche te, mio caro lettore, ad avventurarti col protagonista, dopo l'esperienza di lotta ai Molok di ogni tempo, in questo fascinoso volo verso il Mistero.
        Anche noi, dandoci una mano, potremo scoprire, sull'esempio del profeta, che il

Signore non è:

        - nel frastuono assordante di "crociate", in mezzo a "folle oceaniche", allettate o trascinate a "furor" di mass media;
       - nel "terremoto" distruttivo di ogni valore umano e cristiano, con la legge implacabile del profitto o con la corsa al potere, anche sotto la bandiera "cristiana", di sconvolgere i principi di un'autentica democrazia;
        - nel "fuoco" di guerre fondamentaliste o guerre a scopo "umanitario" oppure di guerre degli orrori, tra i più vergognosi della storia;
        ma è nella brezza carezzevole del mormorio di un vento leggero all'ingresso della caverna dell'Oreb, nella leggerezza e duttilità di un granello di senape che, nascosto nella terra, marcisce, per nascere a nuova vita.
        Il lettore perdoni a Zino un primo passaggio dalla storia alla... cronometria, per ricordare che, a questo punto del racconto, alle ore 0,45 del 1° settembre 1993 decide di "allettarsi", cadendo subito tra le braccia di Morfèo. Alle 4,20 si sveglia di soprassalto a causa di un sogno spaventoso: stava sognando un "inspiegabile" furto in chiesa, chiedendosi, sempre nel sonno, come si sia potuto verificare, nonostante i suoi "personalizzati" sistemi di allarme. Man mano che controllava i danni, l'ansia si cambiava in agitazione anche fisica, fino al punto da farlo svegliare. Al primo attimo della presa di coscienza, un gra sospiro di sollievo, rassicurandosi: "meno male, è stato solo un sogno!"
        Dopo un vano tentativo di riprendere sonno, edotto da altre esperienze passate con circospezione e sospetto, ma anche con fiduciosa attesa, si mette a sedere sul letto, per pregare Lodi.
        L'Inno del mercoledì della seconda settimana, come un diàpason, gli dà il "La" per accordare labbra e cuore, nel dare inizio ad una "melodia" interiore, che armonizzi la Verità del Creatore alla veracità della creatura. La luce folgorante di Cristo Signore, diradando le tenebre che avvolgono la terra, trasfigura l' universo in attesa:
        l'attesa del Mistero!

Notte, tenebre e nebbia,
        fuggite, entra la luce,
        viene Cristo Signore.
 
Il sole di giustizia
        trasfigura ed accende
        l'universo in attesa.

        Le creature, dotate di intelligenza e guidate dal cuore, si lasciano avvolgere dalla "gioia pura e umile" del Mistero, che immerge nella lode perenne della Trinità Santissima.
       

Con gioia pura ed umile,
        fra i canti e le preghiere,
        accogliamo il Signore.
 
Salvatore dei poveri,
        la gloria del tuo volto
        splenda su un un mondo nuovo!
 
A te sia lode, o Cristo,
        al Padre e al Santo Spirito,
        oggi e sempre nei secoli. Amen.

        Antifone e salmi successivi puntualizzano le tematiche di un Dio che: 
        - rinnova i prodigi del suo amore, rievocati dal salmo 76:

La mia voce sale a Dio e grido aiuto;
        la mia voce sale a Dio, finché mi ascolti...
 
Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:
        rifletto e il mio spirito si và interrogando...
 
Ricordo le gesta del Signore,
        ricordo le tue meraviglie di un tempo.
 
Mi vado ripetendo le tue opere,
        considero tutte le tue gesta...

        - Apre gli umili alla gioia e alla speranza, col Cantico di Samuele 2,1-10:

Il mio cuore esulta nel Signore,
        la mia fronte si innalza, grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici
        perché io godo del beneficio che mi ha concesso...
 
Il Signore fa morire e fa vivere,
        scendere agli inferi e risalire.
 
Il Signore rende povero e arricchisce,
        abbassa ed esalta...
 
Antifona:     Il mio cuore esulta nel Signore:
        è lui che umilia e innalza.

        - Sollecita le genti a lasciarsi coinvolgere dal

        MISTERO DI SALVEZZA

Il Signore regna, esulti la terra,
        gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
        giustizia e diritto sono la base del suo trono...
 
Odiate il male, voi che amate il Signore:
        lui che custodisce la vita dei suoi fedeli
        li strapperà dalle mani degli empi.
 
Una luce si è levata per il giusto,
        gioia per i retti di cuore.
Rallegratevi, giusti, nel Signore,
        rendete grazie al suo santo nome.

(Salmo 96)

        Il tempo vola... alle 6,30 Zino si scuote da questo "sogno contemplativo", che lo ha colmato di gioia per circa due ore.
        Affrettandosi a vestirsi, si ricorda che quel 1° settembre è anche il primo giorno di pensionamento dalla scuola, augurandosi che quell'emozionante colloquio col Signore, sia di buon auspicio per il resto della vita, che gli sarà elargita.
        L'esperienza di quella mattina, comunque, l'ha gustata come la "ouverture" di un'opera che troverà, a Dio piacendo, il suo svolgimento, col materiale memorizzato in quelle poche settimane di attesa e, soprattutto, col ricco patrimonio uscito dalla biro in tanti anni, e affidato ad una vasta congerie di appunti, da ordinare e sintetizzare.
        La Provvidenza ha già fugato un dubbio, che lo turbava da qualche mese: quando sarò messo in quiescenza (illusorio eufemismo odierno!), come occuperò il tempo libero lasciatomi dai vari impegni scolastici? Eppure soltanto negli ultimi due mesi poche ore notturne aveva potuto dedicare a dei libri, comprati da tempo, ma non ancora letti per... mancanza di tempo! Ironia della sorte!
        Dopo alcuni giorni di lettura, si rimproverava di essere stato... sciagurato, per aver trascurato del materiale esplosivo, riguardante problematiche di urgente attualità: comunione per la missione, contemplazione, preghiera, silenzio infinito di Dio e dell'uomo... Tale approfondimento aveva convinto Zino a dedicare più tempo alla preghiera-silenzio.
        Il colpo finale dell'estate '93 era giunto da un libro del sempre simpatico Giancarlo Zizola, comprato in un convegno a Loreto nel lontano novembre '91 e, dopo una scorsa generale, lasciato in cucina per poterlo leggere nei mesi invernali, dopo cena, al tepore del camino.
        A causa di letture più urgenti, il libro era rimasto in cucina per ben due inverni, letteralmente ad... affumicare, come si può notare dal bordo del testo.
        Il caro Zizola, forse anche per il richiamo della "Zi" iniziale dei nomi, stanco di attendere, ha sferrato da poco su Zino un vero raptus, costringendolo a leggere finalmente "Il microfono di Dio", nel giro di una decina di giorni, o meglio di... notti.
        Non avendo conosciuto personalmente l'autore, Zino lo ringrazia da queste righe, perché gli ha fatto rivivere con profonde emozioni, mezzo secolo di storia e di... mistero, attraverso tutto un groviglio di avvenimenti e contraddizioni. A passare i guai è stato il testo, chiosato in lungo e in largo.
        La precisa e puntigliosa descrizione delle vicende, offerta al lettore dalla "fluente e fascinosa" penna del giornalista, può aiutare a capire meglio la portata rivoluzionaria del Concilio Ecumenico Vaticano II, attraverso il contributo, sotterraneo ma visibile, di ben cinque Papi, dal tormento di Pio XII all'esplosione primaverile di Giovanni XXIII, dal dramma "profetico" di Paolo VI al continuo peregrinare di Giovanni Paolo II, attraverso l'attimo fuggente del "sorriso dolce e indimenticabile" di Papa Luciani.
        Zino, nel suo piccolo, nella sua invisibile e infinitesimale esperienza di lotta a Molok, si è visto rispecchiato nella travolgente e travagliata vicenda di P. Lombardi, giunta questa in "amplificazione" in ogni angolo della terra, anch'essa "contrastata e contrastante", nel "macrocosmo" e quella nel "microcosmo", l'una nel rumore assordante e l'altra nel silenzio impercettibile, l'una come "microfono di Dio" e l'altra come "biro di Dio", l'una dal "tetto del mondo" e l'altra dalla "caverna dell'Oreb".
        E' commovente poi riscontrare pure che, nel giro di pochi giorni, il Signore ha richiamato alla memoria di Zino, per vie impensabili, una scheggia di storia, sia pure limitata a mezzo secolo, avvolta nella luce del Mistero.
        A chi non ha condiviso totalmente l'esperienza di questo meraviglioso mezzo secolo di storia, con le sue passioni e speranze, momenti di buio e di luce, sarà difficile far rivivere il grande evento del Vaticano II con la stessa partecipazione intensa, fortemente sofferta e drammatica, di chi l'ha vissuto sulla propria "pelle".
        Sarà lo Spirito a guidare autore e lettore a trasvolare, attraverso il Mistero, dalla Cronaca alla Storia; dalla Terra al Cielo; dal Tempo alla Eternità; dalla Liturgia Umano-cosmica e quella Divino-Trinitaria.

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home