''A Raffaele.'' di Gennaro Ciampolillo

A Raffaele. Di Gennaro Ciampolillo. Videopoesia di Giovanni Nufrio.Colonna sonora di: Vincenzo Loglisci. Brano: Ninnaò.

A Raffaele.
Era l'inverno finito da poco
ma nel camino, ancora del fuoco,
scaldava le case in quella sera
che precedeva la primavera.

Fu proprio nel giorno di San Giuseppe,
che a Vallata ognuno lo seppe,
dell'improvvisa morte crudele
del caro amico, di Raffaele.

Da troppo tempo giaceva nel letto,
pien di dolori quel poveretto.
Noi speravamo ancor di parlarci
ma il destino non volle ascoltarci.

Come lo appresi, io questo pensai:
“Oh caro Raf, in alto tu vai
e da quel cielo sopra Vallata,
ascolterai l'antica parlata.

Sì, con passione e grande diletto,
amava Raffaele tanto il dialetto
e con lo studio fervente e la pratica,
del vallatese scrisse grammatica.

Or preparava un'antologia
ma fu impedito da malattia.
La sua poesia trattava i temi
della campagna, paesi e problemi.

Girava le strade,chiedeva ai vecchietti,
parole desuete, proverbi e detti
e tutto segnava, per tramandare,
le frasi che ora non senti parlare.

Se questa estate col sole che impazza,
non ci sarai con noi nella piazza,
di te parleremo, ne sono sicuro,
presso quel bar, vicino al suo muro.

Ricorderemo con gran simpatia,
del tuo amore per la poesia,
per gli infiniti amati proverbi,
per gli aggettivi, articoli e verbi,

e sopratutto vorro' raccontare,
di quando dicevi ,senza esitare;
“ Amic' caro quest' t' ric',
aveva ragion' la gent' antic',

lu munn' e' dulor' chiant' e fatic',
e mo' ru sapim' cum' e' la vit',
t' vuld', t'aggir' e tutt' è finit'.
t' vuld', t'aggir' e tutt' è finit'.


Gennaro Ciampolillo
 

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home