PRIME LIRICHE 1901-1903 - LIBRO III - DISTICI ED ALTRI RITMI - Calendigiugno - Tommaso Mario Pavese.

I.
Calendigiugno.

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Mite risplende il sole, di giugno, su 'l colle:
        liete l' erbe de' prati si cullano a la brezza.
Per la china de 'l monte, il fiume loquace discende,
        mormorando tra' sassi de 'l silenzioso piano.
Passa Lalage intanto, su gli omeri effusa la chioma,
        nè l' occhio dolce fissa su i pioppi de la riva:
passa tra' curvi steli de le bionde spiche fluttuanti
        come l'immenso mare che onde agginge ad onde.
Mesta va, e non guarda di madre Terra i frutti opimi
        che i torti rami piegano sotto il gravante peso:
né liete vacche pascenti maestose su 'l prato
        mira: a gravi pensier volgendo la mente sua.
Solo languido il guardo ne 'l limpido cielo si posa,
        e qualche nube errante lenta per l’ aer contempla.
Stormi d' uccelli, canori tra li olmi vagando,
        rapidi come strali passano su 'l suo capo.
Ha blandi ritmi il fiume: son echi di canti lontani,
        son larghe note sparse su ampia citarti d'oro:
echi d’inni di marcia vi sono, e tinnir di cristalli
        con verga d' acciar scossi da una mano leggera
V’è il tubar di colombi in una mattina d' ottobre,
        e di vento fra selve v' è pure il fragorìo.
Mute s’ergon le rocce ne 'l fulgido sole di giugno,
        erte ne l' aria molle su l' ombreggiata riva.
Da la campagna verde, i canti de' villici forti,
        avvolgendosi a spire, giungon fievoli e stanchi.
Presso il fiume, le donne distendono i lini lavati,
        lascivi e molli i flutti baciar lor fresche carni.
Rosea la faccia, le vergini cantano a 'l sole,
        e qualche stilla tremula le guance loro imperla.
Cantar le belle vergini, co 'l piede sfiorando le acque;
        solenni cantan gli alberi, cantan l' onde scorrevoli.
Gli usignuoli, tra' rami fioriti de' mandorli rossi,
        cantano a' verdi prati, cantano a' flutti dèflui.
Dicon celeri i flutti: — Noi, placidi, a 'l mare scorriamo,
        ove Naiadi belle a noi faran carezze;
ci attendon le oceanine che intrecciano balli e sorrisi,
        a' baci mormorando, sotto l' ansar de 'l mare:
e, ne le brevi notti tranquille e serene di estate.
        i profumi de l' alghe e i raggi de la luna. —
Dicono i flutti ai vivi che trovano su 'l sentiero:
        — Passano i vostri giorni, rapidi come noi.
Ma l' onde vanno a 'l mare, che loro letizia prepara;
        su' morti pesa invece la terra brulla e fredda.
Amatevi, uomini, ora che il sole più gaio risplende:
        amate, vaghe vergini, mentre sorridevi Ebe. —
Ella va e non guarda. Il mio pensiero la segue
        tra le ricurve ariste, sopra i fiorenti prati:
cingo d' un vago sogno la snella persona leggiadra,
        florida di salute, avvolta de 'l sol ne 'l bacio;
mentre a lei viene, da 'l monte, da 'l fiume, da 'l piano,
        un' eco di canzoni perdentisi ne l' aria.

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