PRIME LIRICHE 1901-1903 - Da Orazio - Libro 1, ode IV - Tommaso Mario Pavese.

II.
__________________________________________

Libro 1, ode IV.

Sciogliesi il verno aspro, il zeffir tornando di primavera,
        a 'l secco traggon gli argani le navi;
e, ne la stalla, non gode il gregge, o l' aratore a 'l fuoco,
        nè i prati albeggian di brina bianca.

Già Vener di Citera i cori guida sotto la luna;
        insiem con le Ninfe, le Grazie vaghe,
con piè alterno, la terra batton, mentre che de' Ciclopi
        Vulcano brucia le cupe officine.

Ora il nitido capo lice coronarsi di mirto,
        o de 'l fior che portali le sciolte terre;
ora convien immolare a Fauno, ne l' ombrose selve,
        o agna o, se più gli piace, un capretto.

La pallida Morte, con egual piede, batte a' tugùri
        de' poveri e a le torri de' re. O ricco
Sesto, la vita breve d' aver ci vieta speme lunga.
        Già la notte e de la favola i Mani

t' aspettano, e l' esil di Pluto casa: ove appena entrato,
        non trarrai più a sorte de 'l vino il regno,
nè il molle Licida ammirerai, pe 'l qual la gioventude
        or arde, e arderan le vergini in breve.

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home