CENNI STORICI - Conoscere l'Irpinia

GOLETO

I

È il 7 aprile e c'è un tiepido sole che fa capolino da dietro le nubi. Ci troviamo a Sant'Angelo dei Lombardi e più precisamente al Goleto, un'abbazia fondata da S. Guglielmo da Vercelli. Conosciamo il responsabile del luogo, un simpatico monaco tedesco con una buona pronuncia italiana, in una sala umida, gelida e con dei secchi che raccolgono l'acqua che gocciola dal soffitto. La nostra visita è iniziata con foto, ruderi ed un inquietante, ma in ottime condizioni, gocciolatoio chiamato così perché a quanto pare i poveri defunti venivano posti a sedere per far sgocciolare tutti i liquidi. La cosa più divertente è stato guardare gli sguardi esterrefatti delle ragazze che immaginavano il "profumo" che doveva esserci in questo luogo all'epoca e che furtivamente avvicinavano i polsi alle narici per assicurarsi di non avere lo stesso odore dei cadaveri! Usciti all'aria aperta il nostro amico monaco ci ha condotti nella chiesa inferiore, davvero graziosa con i capitelli dorico-corinzi e tutto il resto. Sembrava di trovarsi in un luogo in cui avvenivano amorevoli incontri segreti e struggenti conversazioni su amori impossibili. Lasciata la chiesa inferiore già avvertivo nell'aria una sensazione di purezza, c'erano solo pochi bisbigli qua e là, per il resto tutti noi eravamo in silenzio, ci sembrava inutile rovinare quell'atmosfera magica con le parole. Giunti alla bellissima cappella di San Luca in cui in passato si trovavano le reliquie del santo, subito ho notato i capitelli con le foglie ricurve e il rosone che immette la sua luce sull'altare al tramonto quando i frati celebrano l'ultima Eucarestia, per non lasciarli al buio dato che simbolicamente Cristo è luce. La scala esterna che conduce alla chiesa termina con un corrimano su cui c'è un serpente che scivola verso il basso e che ha un pomo in bocca. Questa figura simbolica indica Gesù che ha trionfato sul peccato. Ma in assoluto la cosa che mi è piaciuta di più è stata la chiesa grande settecentesca, costruita dal Vaccaro. È priva della copertura ma conserva un fascino incredibile. La nostra guida ci ha fatti disporre lungo la circonferenza che era disegnata sul pavimento, eravamo un cerchio chiuso, eravamo tutti uniti mano nella mano e anche gli sguardi scettici che dicevano: "Mamma che figura, ma io che ci faccio qui?" pian piano si sono addolciti. L'atmosfera suggestiva del luogo e il suo silenzio mi hanno trasmesso una meravigliosa pace interiore, una sensazione mai provata. Eravamo solo noi, il monaco e quel silenzio che andava al di là della percezione dei piccolissimi rumori che di solito non si sentono, era qualcosa di più grande e si stava bene, si stava davvero bene. E stato strano vedere come un gruppo di irrequieti adolescenti pieni di vita e in continuo movimento siano stati rapiti, incantati da quell'atmosfera. Ho chiuso gli occhi e ho impresso nella mia mente quell'immagine, quella sensazione e ora la ricordo come ricordo i momenti più divertenti, come ricordo il viso di un bel ragazzo, come ricordo le serate passate sulla spiaggia al mare. Ed è stato proprio lì, al Goleto, con quel monaco che mi sono posta una domanda: "E se fosse questa pace interiore il risultato della fede in Dio?"

Serena Gandela

Il

Durante quest'anno scolastico, abbiamo avuto l'opportunità di visitare l'Irpinia, il territorio in cui viviamo, grazie al progetto "Conoscere I'Irpinia", ideato dai nostri insegnanti e dal preside, per permetterci di comprendere le nostre origini. Per raggiungere tale scopo ci siamo recati in alcuni dei centri storici più importanti dell'Irpinia tra i quali Ariano, Atripalda, Montella, Sant'Angelo dei Lombardi, Prata.
Tra i tanti luoghi, quello che più mi ha interessato è stato Sant'Angelo dei Lombardi dove si trova l'Abbazia del Goleto, fondata da San Guglielmo da Vercelli. Egli, pellegrino verso la Terra Santa, si fermò in Irpinia e vi fondò alcuni monasteri.
Il momento più simpatico della visita c'è stato regalato dalla cordialità di un prete tedesco, con il quale abbiamo potuto mettere in pratica, scherzosamente, le nostre prime nozioni di tedesco. Egli, inoltre, ci ha dato preziosi consigli per imparare al meglio questa lingua. Ci ha affascinato soprattutto la visita alla Chiesa Grande. Giunte le mani, è sceso tra di noi un profondo silenzio, ci siamo lasciati trasportare dal vento freddo e dal soave canto degli uccelli, che quasi ci ha fatto provare l'ebbrezza di volare tra i nostri sogni. Scoperta la leggenda del famoso serpente, secondo la quale, appoggiando la mano sulla sua testa per pochi secondi, si sarebbe avuta una grande fortuna, ne siamo rimasti così attratti da aver compiuto tutti quel piccolo atto. Nella Cappella di San Luca, ci ha invece suggestionato la meravigliosa descrizione del rosone posto sopra l'entrata, che ad una determinata ora del giorno, proietta la sua ombra sul pavimento, in origine realizzato con mattonelle bianche e nere, ormai usurate dal tempo. Dopo questo emozionante viaggio d'istruzione abbiamo capito quanto è importante vivere a contatto con la natura, perché abbiamo, così, potuto ammirare luoghi che ci interessano da vicino, ma che altrimenti non avremmo mai nemmeno immaginato!!

Ielena Ardolino

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